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Musica

Fenotipi umani di fan dell'hip hop

Siamo fan dei fan dell'hip hop perché sono davvero molto divertenti. Per questo abbiamo schedato tutte le declinazioni di questi bizzarri individui.
Ryan Bassil
London, GB

La realtà dei fatti è questa. Gli individui tra i venti e i trent'anni cresciuti in Paesi occidentali sono più o meno tutti uguali, sempre connessi al mondo da ogni tipo di database e social network, connessi tra loro da uno schermo retroilluminato, in cambio della sensazione che qualcuno, da qualche parte, li stia realmente ascoltando.

Modellare la propria identità in questa situazione è abbastanza complicato: dovete passare attraverso una serie di foto, status e sentenze che filtrano la vostra personalità dall'esistenza online al mondo reale. Però state tranquilli: che scegliate di non condividere nulla con il mondo in questo modo, o di condividere qualsiasi cosa, qualunque sia la vostra linea-guida, là fuori c'è sicuramente qualcun altro che si sta dimostrando più coglione di voi.

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Come siamo arrivati fino a qui? Be', perché gli stereotipi esistono e praticamente ognuno di noi può essere etichettato in almeno una categoria di persona, anche se non lo riconosciamo. Il nostro lavoro in questo senso è aiutarvi a tener sempre presente che non siamo unici e inimitabili come dolci fiocchi di neve, siamo piuttosto esseri umani del cazzo con gli stessi gusti del cazzo e le stesse caratteristiche di centinaia di altre persone. Questa operazione sociologica l'abbiamo già inaugurata con altri articoli in cui inopinatamente dividevamo il mondo in categorie, ma questa volta vogliamo andare più a fondo, occupandoci per ora di un solo genere. Questo genere è il rap.

I fan del rap sono i più facili da ridurre a stereotipo, dato che la maggior parte di loro non si dà pace nel tentare di dar prova continua al mondo che è un membro della comunità hip hop. Te lo sbattono in continuazione sui social network, lo sparano a palla dallo stereo della macchina, dai telefoni, dalle cuffie, sono intrisi di hip-hop da capo a piedi anche per come si vestono, ed ogni sottogenere ha le sue differenze ben marcate. Ogni nicchia biologica rap è una comunità ben distinta, per cui ne abbiamo elencate alcune qui sotto:

IL GRANDE CLASSICO: IL CAZZONE OLD SCHOOL

Questi qui sono ragazzi abbastanza istruiti, appassionati di un'epoca che non hanno mai vissuto direttamente. Nati negli anni novanta, quindi non senzienti fino, quantomeno, al 2005, questi neo-ignoranti del rap si impuntano a rifiutare la modernità perché, cazzo, Ready to Die e Illmatic sono usciti nel '94!!! Per cui si limitano ad ascoltare sempre e solo gli unici due dischi necessari e sufficienti per conoscere il mondo hip-hop. La loro ignoranza si dimostra anche nel non prestare alcuna attenzione a bootleg o mixtape inediti che vengono fuori dal magico archivio dell'Internet, pur se appartengono ai loro idoli, ma attenersi alla lettera alla stazione radio rap di San Andreas o alla colonna sonora di Boys In The Hood. Gli appartenenti a questa categoria non ce la fanno nemmeno a sostenere una discussione sensata sul rap anni Novanta che non sembri un riassunto di una playlist automatica di YouTube. Nei casi meno gravi, siete fortunati se riescono a nominare una traccia degli Outkast che non sia "Ms Jackson", "Hey Ya" o "Roses", ma provate a domandare loro qualcosa riguardo ad artisti e collettivi di quella decade—Soulquarians, Diggin’ in the Crates, Hieroglyphics, o chiunque altro non sia in una compilation di hit, e ti guarderanno, muti, balbettando qualcosa su come Nas ha cambiato il mondo.

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IL MINCHIONE INTERNET

La somiglianza tra il minchione internet e l'ignorantone old school di cui abbiamo parlato appena sopra risiede nel fatto che entrambi considerano l'internet come una specie di rotolo di carta igienica su cui pulirsi il culo di tutte le cagate che animano i loro insensati, ripetitivi flussi di coscienza. Anziché valorizzare il passato, questi ragazzi sono convinti che il rap sia nato dal primo ditalino che A$AP ha tirato a Iggy. Dato che per loro Twitter è lo specchio dell'anima, avranno qualche nickname in assonanza coi loro beniamini, tipo LIL Gianmaurizio o A$AP Gaetano, robe che ti fanno sentire davvero intelligente. I loro motti sono Popped a molly, I'm sweatin', a ripetizione, in aggiunta alla santificazione di Young Thug e alla reverenza assoluta al remix di "Versace", il pezzo che ha cambiato il corso della storia. La nostra unica speranza è che qualcuno lassù si accorga di quanto siano nocivi questi petulanti inutili individui e ne cancelli ogni traccia denunciando il loro account per spam.

QUELLI PER CUI I RAPPER SONO I POETI DEL NOSTRO TEMPO

Ci sono poi i fan che sono letteralmente ossessionati dalle parole nel rap, come se si trattasse di alta letteratura, dell'opera omnia di Yeats o di sonetti shakesperiani. Questo va pure bene, ma fino a un certo punto, dato che nessun individuo con dignità insegnerebbe agli studenti di lettere il verso "I woke up in a new Bugatti." Ok tutto, ma se si toglie la struttura ritmica, la produzione, il flow, e tutti gli altri elementi che rendono figa una traccia rap, lasciando solo il testo, ti trovi davanti a un coglione che blatera cose a caso, con qualche rima qua e là. In ogni caso esiste un gruppo ben folto di gente che è convinta che il rap non sia vero rap se non serve un vocabolario per interpretarne il testo, che buttano merda sui testi di MF DOOM perché solo gente come Aesop Rock è in grado di sostenere l'insostenibile pesantezza di essere un poeta moderno. Diffondere saggezza è la cosa più cool, per i cultori del testo, che alla fine sono persone che perdono tempo prezioso—che potrebbero occupare semplicemente ascoltando musica—a costruire dissertazioni forensi per convincerti che Sage Francis è bravo e che tu non hai capito un cazzo.

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QUELLI COI CAPPELLINI

Quelli coi cappellini pensano più che altro al DJ che ha prodotto le tracce, non gliene batte un cazzo del testo o del flow o di queste bazzecole antiche. Il loro uso dei social network è caratterizzato dalla sostituzione delle vocali con consonanti tipo che TRAP GOD lo scrivono TRVP GWD. Bene. per loro la vita è solo trap, canne e cappellini fashion. Si ascoltano "Hanah Montana" di Migos, il loro inno, e non ballano neanche, di solito stanno agli angoli della pista appoggiati al muro e si fanno fotografare mentre sollevano il labbro e fanno strani gesti con le mani. È forse questo il giusto modo di divertirsi e noi abbiamo sbagliato tutto.

IL BUOZZO DEL QUARTIERE

Il buozzo del quartiere è quel tipo di fan del rap che crede di stare nel Bronx negli anni in cui la gente davvero ci si ammazzava, ma a casa ha il suo bel macbook pro, una collezione infinita di cappellini e felpe customizzate e tutto il pacchetto Sky ben installato. Il buozzo passa le sue serate a fumare il maggior quantitativo di cannabinoidi che un essere umano riesce ad assumere, poi si guarda con gli amici i video di twerking sul telefonino. Davvero troppo gangsta.

I COMPLOTTISTI

Già, esistono anche in quest'ambito. Il gangster rap è stato creato a tavolino dall'FBI, Dr Dre ha inventato il Burning Man e Biggie Smalls e Tupac sono vivi e vegeti e se la spiaggiano su qualche litorale del Pacifico. Ok, non è che ci siano fonti certe per queste solide verità, ma è sicuramente colpa di qualche lobby che non vuole che noi sappiamo. Questi sono nati da quella frangia di utenti YouTube che, grazie ad un'intelligenza superiore, è riuscita a notare quel frame del video di "Umbrella" in cui si vede che l'ombrello di Rihanna è un triangolo e che quindi tutto fa parte di un piano malefico degli illuminaty. In una cosa hanno ragione, la vera cospirazione è tutta questa storia di mettere triangoli ovunque che ha veramente squassato le palle.

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I DEVOTI A KANYE

Sì, Kanye è il vostro Gesùbambino e dovete prendervi cura di lui. I devoti a Kanye si ritrovano su KanyeToThe.com, e si masturbano reciprocamente dissertando sul lavoro di Yeezy, creando dibattiti sulla liceità, per un devoto, di uscire con un detrattore di Kanye, e accapigliandosi su altre amenità del genere. Vite utili.

I PERICOLOSI FAN DI DRIZZY

Con Nothing Was The Same, Drake ha raggiunto un numero davvero consistente di fan, nonostante non abbia mai fatto nulla di consistente per la musica. Questo è davvero un mago, ragazzi, e i seguaci di Drizzy sono come i seguaci del voodoo: pericolosi. Non so se vi ricordate la delicatissima ragazza che se l'è tatuato in fronte, ecco, non è che la punta di un iceberg.

GLI STAN

Lo Stan di Marshall Mathers è il vero stalker-fan originale, supera in purezza ogni altro stan di ogni altro rapper, è il vero psicolabile in grado di prendere a colpi d'ascia una cantante di mezza età per rubarle due spicci e andarsi a comprare una tinta per capelli. Gli stan ci insegnano che non sei un vero fan finché non hai un'ordinanza cautelare nei confronti del tuo grande idolo.

GLI ONNIPRESENTI HATER

Il tempo dedicato ad odiare qualcuno così tanto è una prerogativa del mondo hip hop, se non si considerano i Beliebers/Directioners. Non è che i fan dei Bombay Bicycle Club mandano minacce di morte ai Maccabees, per intenderci. I fan di questo genere sono i primi ad insultare l'ineffabile entità chiamata "il mainstream" come unica ragione per cui i loro artisti preferiti sono ancora sconosciuti, ma saranno pure i primi ad insultare i propri artisti preferiti quando diventano mainstream. Che, a quel punto, ti viene da chiedere: sei completamente rincoglionito? Queste persone sono convinte che i musicisti siano in debito con loro, e che la loro opinione sia in qualche modo rilevante per l'andamento dell'industria musicale o dello stato dell'arte. Più in generale, la loro volontà è che nulla, mai, cambi, e che tutto resti uguale, per sempre.

Se anche tu sei un fan dei fan dell'hip hop segui Noisey su Twitter: @Noisey_IT