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Musica

Abbiamo intervistato il regista del documentario su Techno Viking

Techno Viking ha fatto causa al ragazzo che aveva girato il suo famoso video. Queste sono le conseguenze legali di un meme.

Oggi il Techno Viking compie 18 anni, per l'occasione vi riproponiamo questa intervista, pubblicata nel 2015, con l'autore del documentario che lo ha fatto entrare nella storia.

Vi abbiamo già parlato di Techno Viking, uno dei meme più diffusi di Internet. Probabilmente avrete visto il famoso video di quattro minuti girato alla Fuckparade del 2000 a Berlino, nel quale un gigante a torso nudo e bermuda—che il popolo della rete, sempre avido di sensazionalismo gratuito, ha poi ribattezzato Techno Viking—fa brutto a un raver che urta una signorina, poi svuota in un sorso una bottiglietta d'acqua passatagli da uno dei suoi minions, e infine libera muscoli, mente e baffi in una specie di danza teutonico-tribale che probabilmente è il miglior modo di ballare la techno mai inventato. Il Robin Hood della techno non si sarebbe mai immaginato che la sua figura possente sarebbe diventata protagonista di video parodie, immagini, gif animate, T-shirt e persino una serie di action figure negli anni successivi a quella giornata berlinese.

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Ma il video di Techno Viking è stato la causa scatenante di un iter giudiziario che ha coinvolto il ragazzo che l'aveva girato, Matthias Frisch. Nel 2009, ovvero quasi dieci anni più tardi della diffusione virale di quel video, Fritsch ha ricevuto un avviso di garanzia dagli avvocati del gigante ballerino, i quali affermavano che il regista non aveva ottenuto in alcun modo il permesso di utilizzare l'immagine della persona coinvolta, prima di diffondere il suo video. L'uomo—che a quanto pare è una persona molto riservata, tanto che la sua identità non è mai stata rivelata (alcuni si chiedono se esista veramente)—ha trascinato Fritsch in tribunale, pregandolo esplicitamente di rimuovere il video originale da Internet, insieme a tutte le variazioni sul tema create da altri utenti. Questa battaglia giuridica è stata il primo caso in Germania in cui si è affrontata la delicata questione della remix culture contro la privacy, e più in generale del diritto d'autore sui meme diffusi su Internet. Il caso pone una domanda sempre meno evitabile: cosa bisogna fare per evitare di esporre una persona a un vasto pubblico, quando questa persona è diventata il soggetto di un meme diffuso globalmente a sua insaputa?

Dopo una battaglia legale durata tre anni, il tribunale di Berlino ha decretato che Matthias Fritsch era autorizzato a usare l'immagine di Techno Viking solamente se questa fosse stata manipolata in modo da rendere irriconoscibile il soggetto, mentre tutto il contenuto creato da terzi poteva rimanere online. Fritsch, che stava già facendo ricerche parallele sulla cultura meme e sull'arte del remix di immagini online, ha deciso di girare un documentario sulla sua esperienza personale, dato che si rendeva conto che il caso di cui era protagonista fosse un punto di svolta sulla concezione del materiale che ogni giorno gira indisturbato per la rete.

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Nel 2013, ha quindi lanciato una campagna su IndieGoGo per finanziare il suo film, e alla fine dell'anno scorso è riuscito a chiudere il progetto. Il 15 ottobre 2015, ha pubblicato un edit di 50 minuti che vi abbiamo fatto vedere qui, ed è, come da sua volontà, liberamente fruibile da ogni utente del web. Abbiamo contattato Matthias per farci dare qualche dettaglio in più su questo affare e per sapere se aveva notizie del Signor Viking, a distanza di quindici anni.

Noisey: Dal momento che non eri più autorizzato a usare l'immagine di Techno Viking, come ti sei gestito il documentario?

Matthias Fritsch:

Techno Viking

va molto oltre il suo protagonista. È un fenomeno virale che, nella sua estensione, contiene parecchie variazioni sul tema. La maggior parte di questi spin-off contiene footage del video originale, "Kneecam no. 1", ma altri contenuti sono nati da zero, come vignette, animazioni 3D, dipinti ad olio, sculture, action figure e una quantità incalcolabile di articoli sui blog.

Secondo te, perché Techno Viking si è opposto così strenuamente all'utilizzo della sua immagine? Hai mai parlato direttamente con lui?
Ci ho provato, ma purtroppo ha rifiutato ogni tipo di contatto e ho potuto comunicare con lui solo tramite avvocati. Dopo che il mio video si è diffuso in maniera così capillare ho tentato di scoprire chi fosse Techno Viking per poterlo contattare, anche perché ero sicuro che, se non l'avessi trovato io, prima o poi sarebbe stato lui a trovare me.

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Un estratto del documentario.

Quella famosa scena è stata filmata con una camera nascosta? A vederla così può sembrare.
No, la camera non era affatto nascosta, avevo un grandangolo con un fisheye, la tenevo in mano all'altezza delle ginocchia. Nel video, a un certo punto, si vede che Techno Viking guarda dritto in camera.

Trovi ingiusta la decisione del tribunale? In un'intervista hai detto che questo processo era assurdo, mi spieghi perché?
Il verdetto ha provato che i giurati hanno ignorato il lato artistico del mio lavoro. Non hanno colto il lato concettuale. Invece hanno stabilito che gli autori delle vignette, dei disegni, che insomma le variazioni sul tema ad opera dei fan, specie quelle che non si servivano direttamente del mio video originale, andavano bene. Questo è positivo, però il processo in sé era assurdo nel senso che il Techno Viking ha chiesto di togliere da Internet TUTTO ciò che lo riguarda e lo rappresenta, il che è praticamente impossibile vista l'estensione del fenomeno. Quando si cerca con tutte le proprie forze di affossare un fenomeno virale, si ottiene l'effetto Streisand, ovvero quello opposto. È ridicolo provare a risolvere il problema in questo modo. Le leggi non possono fare molto in questo senso. Avrebbe più senso provare a rimediarvi in un modo più umano, e di dividere i guadagni che avevo già ricavato dal video quando mi ha contattato per la prima volta.

Quanti soldi hai guadagnato con quel video?
Prima che mi contattasse il primo avvocato, avevo guadagnato diecimila euro in due anni, solo grazie alle pubblicità su YouTube.

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Un monumento dedicato al Techno Viking creato dall'artista Shinya Yamaoka

Sei stata la prima persona ad essere perseguita dalla legge per aver creato un meme? Esistono leggi specifiche per questi casi?
In Germania è stato il primo caso di questo genere. E le leggi sulle quali hanno basato il verdetto sono vecchie di tipo cent'anni… Non sono per niente attuali e non comprendono la cultura dei meme come fenomeno globale, che per definizione è incontrollabile. Gli utenti che riadattano un contenuto virale si avventurano su un terreno minato. Per esempio, nel caso del video di Techno Viking, chiunque abiti in Germania e utilizzi pezzi di quel video si espone a un pericolo simile al mio: di doversi difendere spendendo migliaia di euro. Inoltre, il verdetto dipende totalmente dai giudici che si occupano della causa. La cultura del remix su Internet è talmente viva e creativa che servirebbero leggi ad hoc per regolarla. Ci vorrebbero studi specifici che determino realmente cosa si può o non si può fare, che diano dei limiti sensati.

Cosa è cambiato nei due anni dopo il verdetto?
Il Techno Viking ha fatto appello e ha chiesto di censurare tutte le immagini che lo riguardino anche solo da lontano. La corte ci ha pensato su un bel po', ma alla fine ha deciso di non accettare l'appello, suggerendo che fosse il caso anche per lui di non insistere, per non spendere altri soldi a caso. Se la corte rifiuta ufficialmente di occuparsi di un caso, le spese di ambo le parti si raddoppiano. Quindi il caso è stato ufficialmente chiuso, rendendo valido il verdetto del 2013.

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Matthias Fritsch

Fino a che punto quest'esperienza ha influenzato il tuo percorso come regista?
Dopo che il verdetto fu validato, avevo più consapevolezza dei miei limiti. Purtroppo, però, ancora non capisco alla perfezione cosa posso e cosa non posso fare, dato che il caso si è chiuso in maniera troppo vaga e non specifica nulla di nuovo per quello che concerne il livello di censura esercitabile dal querelante. Alcuni avvocati sono ancora convinti che anche solo mostrare la forma, oscurata, di un soggetto rappresenti una violazione della privacy.

E la vita del Techno Viking secondo te è cambiata dopo che è diventato un meme?
Non te lo so dire. Nel dossier del caso, i suoi avvocati hanno raccontato che era stato approcciato da gente di estrema destra, che aveva perso più di un lavoro, che era stato fermato per strada mentre faceva un giro in bici. Comunque niente di tutto questo è stato provato durante il processo.

Secondo te Techno Viking sa usare Internet?
Nemmeno questo ti so dire. So solo che gli ci sono voluti due anni per rendersi conto che la sua immagine aveva fatto il giro del mondo. Forse nessuno gli ha spiegato come funzionano queste dinamiche—e in particolare l'effetto Streisand di cui parlavo prima. Oppure ci sbagliamo noi, e tutto questo faceva parte di un piano preciso.

Hai più avuto notizie di lui?
No, non ho mai avuto la fortuna di parlargli di persona. Ho ripetuto più e più volte ai suoi avvocati che volevo vederlo di persona, confrontarmi con lui faccia a faccia, ma non ha mai risposto alle mie richieste. Ne parlo alla fine del film. Spero ancora di poter avere l'occasione di chiarirmi personalmente con lui, un giorno. Dopotutto, siamo sulla stessa barca: abbiamo entrambi perduto il controllo su questa faccenda, e tutti e due abbiamo tentato di riprendere il timone a modo nostro.

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