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Musica

Siamo tornati alla Vogue Fashion's Night Out

Sì, ci siamo andati anche quest'anno, e anche quest'anno è stato terribile.
Sonia Garcia
Milan, IT
Mattia Costioli
Milan, IT

Foto di Luca Massaro

Alla Vogue Fashion Night Out di quest'anno, a sostituire i vostri due editor musicali di fiducia di dodici mesi fa, ci sono stati i vostri due post-stagisti-non-ancora-editor-musicali di fiducia, cioè me e Mattia Costioli. Sapete tutti in cosa potete imbattervi alla debilitante e frastornante VFNO, quello che non sapete è in cosa ci siamo imbattuti noi. Dal momento che io mi vesto soltanto di nero e Mattia indossa solo magliette orrende, eravamo senz'altro le persone più adatte per raccontarvi questa roba. Oltre alla moda, abbiamo deciso di supportare, per una sera, il tipo umano che c'è in noi, nonché i DJ set con annessa figa-danzante-privata-dell'anima.

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L'area d'interesse di questo EVENTO—evento è la parola chiave per capire tutto—era proprio lui, il nostro quadrilatero della moda preferito, che in realtà dalla mappa ricorda un ottagono irregolare; sarà un po' come quella roba dei Daft Punk che non sono davvero punk. Tutti—tutti—i DJ che abbiamo incontrato erano ignobili tanto quanto la presenza fisica della sottoscritta—uscivo diretta dall'ufficio e avevo lo zaino (nero).

DJ set del tronista Luca Dorigo + figa scenica. Foto scattata alle 19:30, dopo quattro ore era ancora lì. Felice.

Affranti in partenza, come da tradizione, cominciamo il tour della merda da Corso Vittorio Emanuele, ove si è consumato il momento di interazione più viva di tutta la serata, protagonisti, ovviamente, gli sbirri. Cercavano di istruire le pazzissime vittime della moda vintage comprata al bancone tutto a due euro della fiera di Senigallia a NON acquistare merce contraffatta. Il nostro caro pensiero vola alle due ragazze cinesi che mentre io disquisisco con una sbirra, insistono per acquistare quei prodotti. "No, no. Comprare. Comprare."

Merce pacco.

Finalmente sentiamo della musica, proprio il motivo per cui siamo qui (non è vero, non ci interessa niente della musica, né a noi né alle migliaia di persone che stanno infestando la città). È una canzone conosciuta: "Heart Of Glass". Non poteva che provenire da una DJ mora col caschetto tipo Karen O dotata di Mac con su scritto STOP per provare a ricordarsi che nella vita esiste un limite, e a volte non dovresti superarlo. A questo punto ci eravamo già persi tra la calca, sappiamo solo che era pieno di poster alti 4 metri di Elena Santarelli, quindi probabilmente non è un luogo in cui vorremmo tornare.

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Si può dire che i DJ suonino?

Mi accorgo che Matti è intollerante ai profumi floreali e zuccherosi di cui suo malgrado è impregnata l'aria, io pure ho qualcosa di molto simile al mal d'auto, ma l'amore per le sette note e per il bel vestire è più importante di qualsiasi impedimento biologico il nostro corpo accusi, così andiamo avanti. Nel frattempo la gente continua a riempirci di volantini di EVENTI. Decidiamo di prendere parte al gioco e iniziare a seminare false informazioni (dovete sapere che avere una macchina fotografica vi rende più affidabile, e rispettabile, dei vigili urbani): "Ciao scusa, fate parte dell'EVENTO? Sapete quando arriva Alessia Marcuzzi?" "Certo, arriva alle 21."

Quando meno ce lo aspettiamo ecco che facciamo conoscenza di DJ Black Swan e xilofika—aka fica di legno—in sua compagnia. Entrambi espressivi più o meno come i piumini in vendita alle loro spalle, ma va bene così, forse stanno pensando all'ISIS. Comunque le loro magliette comunicano più di quanto sia necessario.

Black Swan non è tuo amico.

A un certo punto Matti, impanicato dalla felicità altrui—La gente è felice ma non capisco perché."—e colto da un'improvvisa voglia di osare, decide che la svolta è La Rinascente. Purtroppo l'aria è talmente satura di profumo che muore asfissiato in pochi secondi e il nostro reportage deve concludersi. No, non è vero, e difatti, una volta saliti i ventotto piani, incontriamo persone assai rinascenti. Loro ad esempio sono una coppia felice di Fano che frequenta la VFNO da ormai quattro anni. La loro opinione sulla qualità dei DJ set è la seguente: "Durante i primi anni c'era tanta musica, adesso si è un po' ridotta. Questo mi dispiace, ma saranno state fatte delle scelte diverse, a seconda della boutique." Tutti noi dovremmo usare la parola "boutique" più spesso.

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Boutique.

Il DJ scelto dalla Rinascente è lui. Non importa sapere il suo nome, importa che abbia le cuffie e il maglione dello stesso colore.

Adesso giro questa roba qua, oh come la giro bene.

Il motivo per cui stiamo attraversando tutta questa umanità è uno solo, ovvero raggiungere per tempo il Dj set di Emis Killa da OVS in Via Torino. Sapevamo già da lunedì—grazie alla info passataci dalla vostra fashion victim, nonché influencer preferita, Virginia Ricci—che OVS, dopo Bob Sinclair e Skin, quest'anno era riuscita ancora ad accaparrarsi l'evento più marcio di tutti. Inutile descrivere le movenze dei giovani cuccioli e delle giovani cucciole all'interno della boutique. Mattia si rifiuta di entrare perché ha paura delle persone, ma la scelta viene ben ripagata da una ragazzina che vieta alla madre di proseguire la passeggiata verso i DJ set di Vittorio Emanuele: "No, io non ci vado da quei mongoloidi." Ti capiamo bambina.

Voi non avete idea di quanto menano.

Fun fact: la tipa umana che presenta tutto ciò è Carolina Di Domenico, aka quella che conduceva TRL nel 2006 assieme al tipo umano Federico Russo. Carolina, sei invecchiata. La tensione dentro il locale è crescente, cerchiamo di posizionarci insieme alle madri, immaginanando che la situazione sia più vivibile, beh: col cazzo, pur di essere brave genitrici sono diventate fan genuine di Emis, esplodendo le ultime cariche ormonali in un bombardamento a tappeto. Inutile dire che non abbiamo nessuna possibilità, né intenzione, di competere con loro.

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Da qui in poi è un climax ascendente di brividi e contatti ravvicinati coi VIP, di cui andiamo molto fieri. Il primo di questi è un personaggio di cui l'umanità intera aveva provato a scordarsi, evidentemente invano. Adesso potrà anche non far ridere, ma accorgersi di lui è stato esilarante.

1. Arriviamo in Via Verri con molto dolore fisico addosso.

2. Avvisto un personaggio dietro le vetrine di Richmond, con i capelli bianchi sparati e gli occhiali da sole. "Quello mi pare Ringo…"

3. [Dopo cinque secondi] Matti, dopo minuti di silenzio a consultare la beneamata guida. "È Ringo!"

In un'escalation di entusiasmo ci identifichiamo come GIORNALISTI DI VICE per farci una foto con il Temibile. Il pugno sulla spalla di Mattia ha sicuramente un significato. Folgorati da tanto culo nell'aver beccato il più RUOCK di tutti, ci avviamo poco più in là, attratti sempre dalle folli musiche che i folli DJ si stanno impegnando a pompare. Ci rendiamo conto che la calca è esagerata per trattarsi di un DJ del Bobino a caso.

Ma due VIP nell'arco di un quarto d'ora è troppo, e io fatico a credere a Matti annuncia sicuro: "È DJ Francesco". Ci avviciniamo tentando un riconoscimento visivo, ma la ressa è troppa, così ricorriamo alla guida. Questa ci informa che: "Al DJ set della serata ci saranno i We Are Presidents, la band italiana composta da Oz, alias Francesco Facchinetti, Poul e Manuel, che ha esordito nel 2012 con il primo EP “Hello World” e sta affermandosi come una delle realtà più interessanti nel panorama della musica electro. Il trio accenderà l’atmosfera del cocktail party animando con la loro musica."

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Oz, alias DJ Francesco Facchinetti.

Come previsto però, non riceviamo lo stesso trattamento dalle sue guardie del corpo—???—e quando chiediamo di fare una foto al nostro Capitan Uncino ci viene semplicemente risposto "Dopo". Siccome dopo è troppo tardi decidiamo mestamente di accontentarci. Nella foto qua sotto non piangiamo solo perché era partita "In The End" dei Linkin' Park, sempre un raggio di sole. Dobbiamo ammettere che DJ Oz, alias DJ Francesco Facchinetti è stato l'unico a far ballare le persone, tant'è che questo EVENTO faceva sembrare gli altri DJ set una lenta via crucis verso i free drink. Cosa che effettivamente erano.

Noi cagati da DJ Francesco e dalle sue bodyguard.

Ormai la stanchezza e la debilitazione mentale stanno raggiungendo livelli notevoli, in più Mattia è soltanto ad una RedBull di distanza dal diventare il Dottor Manhattan, quindi ci avviamo in Via Della Spiga, nella speranza di essere rimbalzati a catena da ogni boutique fino alla metropolitana, e quindi alla salvezza. Ci avviciniamo alla prima boutique, ci avvicianiamo felici e sicuri di non avere nessuna possibilità. Il buttafuori ci ferma: "Siete sulla lista?" "No." "Ok, prego entrate pure." Siamo presi in contropiede, quindi entriamo: dentro non c'è niente. Davvero, niente. La stessa scenetta si ripete per le successive quattordicimila boutique.

Sì, per entrare qui serviva l'invito.

Continuiamo la nostra rilassante passeggiata chiedendo a un vigile dove sia Via Larga, perché abbiamo letto che in Via Larga c'è Big Fish e non potremmo sopportarne la vista. Dei ragazzi di loro spontanea iniziativa vengono a dirci che Franca Sozzani ha deciso di palesarsi ai mortali, ma a me importa una sega perché abbiamo incontrato Don Joe, e tanto ci basta per essere sicuri che gli unici casi umani evidenziati da questo EVENTO siamo noi due.

Noi felici.

P.S. A nessuno importa della musica. Nessuno.

Seguite le boutique di Sonia e Mattia su Twitter: @acideyes, @mattia__C