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Musica

10 video che per loro fortuna sono usciti quando non esisteva Twitter

Se pensate che "Blurred Lines" sia un video sessista, forse vi siete dimenticati quando nel 2001 Pharrell prendeva per il collo le spogliarelliste nude nei suoi video.
Emma Garland
London, GB

Provate a immaginare, solo per un secondo, se Taylor Swift avesse pubblicato "Shake It Off" nel 1992. Quante copie avrebbe venduto? Qualcuno avrebbe scritto un articolo sul Times per discutere del problema dell'appropriazione culturale? Taylor sarebbe stata sommersa di lettere che sottolineano la sottile differenza tra cliche e stereotipo? Oppure avrebbe solo portato un mucchio di marmocchi a vestirsi con bigiotteria scadente?

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Le cose erano molto diverse nel 1992 e ai vecchietti era permesso di cantare a proposito del loro uccello in una stanza piena di bambini, senza troppe questioni. Le band potevano scrivere di come gli sarebbe piaciuto legare al letto la loro adolescente preferita e a Gwen Stefani era permesso di dire "Super kawaii!", lasciando che tutti venissero a conoscenza del suo feticismo per le ragazze Harajuku.

Oggi che due popstar non possono fare una canzone insieme senza che qualcuno le accusi di essere una disgrazia per il femminismo, è facile dimenticare quanti artisti l'hanno fatta franca per i loro temi problematici sono stati espressi prima che i social media venissero inventati. Questa è una piccola selezione di questi musicisti e la gogna mediatica a cui sono sfuggiti soltanto perché Twitter ha appestato le nostre vite soltanto nel 2006.

The Beatles - “I Saw Her Standing There”

Ok iniziamo forte con i Beatles e pezzo più inappropriato nella storia della musica dopo l'album di improvvisazioni di Bill Cosby, che contine tracce tipo “What Ya Think 'Bout Lickin' My Chicken” e “That’s How I Met Your Mother”. Non c'è nessuna metafora insidiosa qui, soltanto il sincero prurito di scoparsi una teenager. Quando il tuo verso di apertura è “Well she was just 17 / You know what I mean” non c'è molto che puoi fare per evitare che la polizia ti entri in casa a frugare in quella sospettosa serie di nuove cartelle che nascondi tra i documenti della banca.

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Nel 2004 Rolling Stone ha inserito il pezzo alla posizione 139 nella loro classifica delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi. Nel 2015 probabilmente avrebbero dovuto rispondere del pezzo in tribunale.

The Offspring - “Pretty Fly (For A White Guy)”

Credo che qui l'idea degli Offspring sia di fare il verso a quei ragazzi bianchi che si vestono con gli abiti tipici della cultura black e si travestono con quella caricatura di ragazzino nerd, fallendo miseramente. Ma forse è un tentativo un po' azzardato se si considera che A) nello sviluppo dell'idea viene fuori qualsiasi tipo di stereotipo razziale B) il video mette in mostra donna di ogni etnia solo per arricchire i trofei del bramoso uomo bianco C) hanno pagato una corista per aggiungere dei cori sexy e suggestivi in accento latineggiante.

Britney Spears - “Hit Me Baby (One More Time)”

Una sinfonia di lussuria minorenne, “Hit Me Baby (One More Time)” ha catapultato Britney dal Club di Topolino ai poster delle adolescenti condensando l'intera carriera di Miley Cyrus in un solo anno. Se uscisse ora dovremmo porci un dilemma di questo tipo, in questo video c'è A) Britney che dà la merda a tutti quanto o B) una sedicenne che è palesemente uno spot vivente di American Appareal e fa leva sulle fantasie di una scolaretta cattolica e sull'ipersessualizzazione delle adolescenti?

Per quel che vale nel 2015, Britney all'epoca rispose alle critiche delle associazioni dei genitori così: "Si lamentano perché faccio vedere la pancia? Sono una del Sud, qui la gente ti ride dietro se non indossi un reggiseno sportivo quando vai ad una lezione di danza".

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Extreme - “More Than Words”

Non sempre dire no significa proprio no, anzi, a volte significa sì. “More than words to show you feel. That your love for me is real.” State scherzando vero? Lo sapete che la maggior parte degli aggressori sessuali è un conoscente della sua vittima? Quanto a lungo possiamo continuare a vivere in questa cultura dello stupro?

N*E*R*D - “Lapdance”

In qualche modo Pharrell Williams se l'è cavata piuttosoto bene anche con la storia di "Blurred Lines". Non capirò mai come sia possibile, soprattutto se consideriamo che Pharrell aveva dei precedenti notevoli. Per esempio nel 2001 ha fatto uscire "Lapddance", che nessuno ha considerato particolarmente offensiva nei confronti della dignità femminile. Forse perché nel 2001 la cultura pop era formata più che altro da American Pie, Jackass e YouPorn

Se in quel periodo avevate più di 13 anni sicuramente vi ricorderete delle notti passate svegli per potervi masturbare sulla versione non censurata del video. "Lapdance" sostanzialmente utilizza le lavoratrici del sesso come aggressiva metafora dei politici (“While the government is soundin’ like strippers to me / They keep sayin’ but I don’t wanna hear it”). Così, siccome tutti i politici non fanno altro che parlare e parlare, e i N*E*R*D sono stufi di ascoltare, si comportano proprio come un cliente in uno strip club! Gesù, avete mai sentito parlare una spogliarellista? Forse non sono nemmeno in grado di farlo. C'è così tanto in questo video che è quasi impossibile riassumerlo: scene lesbo patinate, Pharrell che afferra tette mentre indossa la sua bellissima polo e non si vergogna dei suoi baffi e, a un certo punto, il rapper Lee Harvey spinge via una spogliarellista colpendola sul collo.

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Se i N*E*R*D fossero usciti con questa roba nel 2015 probabilmente Pharrell non si sarebbe mai avvicinato a quel casino di "Blurred Lines", probabilmente perché, proprio come Robin Thicke oggi, non avrebbe avuto più una carriera.

Boyzone - “Melting Pot”

Questa è sicuramente la canzone più razzista della storia della musica, è così razzista che sembra quasi uno scherzo e quindi diventa una specie di parodia, quindi alla fine non è nemmeno così offensiva. Le strofe di apertura sono piuttosto chiare: “Take a pinch of white man/ Wrap it up in black skin/ Add a touch of blue blood/ And a little bitty bit of Red Indian boy/ Curly, black and kinky/ Oriental sexy/ If you lump it all together/ Well, you've got a recipe.”

Provate a pensare se i One Direction avessero fatto uscire una canzone come questa. Twitter avrebbe sviluppato un aneurisma. Sarebbero stati commissionati così tanti pezzi editoriali lunghissimi che il PIL mondiale avrebbe avuto un picco. Sono molto fortunati ad aver pubblicato questa canzone prima del Racial Hatred Act, altrimenti Ronan Keating starebbe conducendo il suo show su Magic FM da dietro le sbarre.

The Knack - “My Sharona”

“Never gonna stop, give it up, such a dirty mind
I always get it up, for the touch of the younger kind
My, my, my, aye-aye, woo!”

Traduzione: CIAO A TUTTI DOVREI ESSERE IN PRIGIONE MA NON SONO IN PRIGIONE.

Chico - “It’s Chico Time”

“Sometimes it feels so good,
I can't remember bad,
my 8 o'clock is tickin'
and in fact it drives me mad,
It's erotic, exotic, hypnotic, that's for sure,
put a smile on ya face,
and take u to a place,
you've never been before.”

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Così canta il semi finalista di X-Factor Chico Slimani, circondato da un gruppo di dodicenni che ballano imbarazzantemente meglio di lui. Tutto fumo e niente arrosto.

Gwen Stefani - “Hollaback Girl”

Gwen Stefani nel 2004 era praticamente la controparte di Hayley Williams oggi, la bella cantante solista di un gruppo punk di successo con ben chiara l'idea in testa che la band è una vera band, non uno stupido spot per mettere ancor più in mostra un solista.

Provate a immaginare se oggi Hayley Williams se ne uscisse con una super produzione di Pharrell e per qualche assurdo motivo nel video fosse accompagnata da quattro adolescenti giapponesi mute che indossano vestiti da cheerleader e si portano in giro Gwen dentro un carrello. No, non c'è bisogno di immaginarlo, perché è esattamente ciò che ha fatto Avril Lavigne quando ha deciso di restare un teen idol pure dopo aver compiuto trent'anni.

In più, questa è la prova inconfutabile che Pharrel Williams compare in ogni video problematico della storia della musica.

Red Hot Chili Peppers - “Catholic School Girls Rule”

Se tornassi indietro nel 1985 e riuscissi ad infilarti nella testa di Anthony Kiedis abbastanza per visualizzare i suoi pensieri, ecco cosa vedresti: un mucchio di ragazzine pudiche e religiose che se ne vanno in giro a bocca aperta per "ricevere" diversi oggetti, mentre lui gira a torso nudo imitando Gesù. Sembra quasi che tutte le scuole cattoliche siano in realtà raduni segreti in cui si svolgono solo lezioni di orgia con le rockstar, non posti in cui la preoccupazione principale è impedire l'aborto e racimolare voti conservatori.