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Musica

Trainspotting ci ha insegnato che l'elettronica conta quanto il rock

Quando "Born Slippy" degli Underworld ha eclissato "Lust For Life" di Iggy Pop.
trainspotting

C'è una scena più o meno a metà del grande classico di Danny Boyle del 1996 Trainspotting in cui il protagonista tossico ossessionato da Iggy Pop Renton (Ewan McGregor) va a un rave. Seduto con aria sperduta contro il muro, con una traccia progressive trance di Bedrock (aka John Digweed) che riempie il posto insieme a strobo e fumo artificiale, McGregor osserva: "Il mondo sta cambiando, la musica sta cambiando, le droghe stanno cambiando, anche gli uomini e le donne stanno cambiando". Quel breve momento all'interno del film—la storia tragicomica di un gruppo di eroinomani ambientata dell'Edimburgo degli anni Novanta, uscita nel Regno Unito nel febbraio 1996—riassume i cambiamenti radicali nella musica e nello stile britannico che stavano avvenendo dopo la acid house, quando Irvine Welsh pubblicò il romanzo nel 1993.

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Quando uscì negli USA, vent'anni fa il 19 luglio, la fama del film, e quella della sua colonna sonora, contribuirono alla electronica explosion che diede alla musica dance per la prima volta un posto nel mainstream americano, lanciando artisti come Chemical Brothers, Fatboy Slim e i bestseller Prodigy verso lo status di headliner e dando inizio a una valanga di colonne sonore che tentavano di cogliere i frutti (e i guadagni) della mania iniziata con Trainspotting.

Nonostante la preveggenza di Trainspotting rispetto al cambiamento culturale di metà anni Novanta, le prime recensioni della colonna sonora si concentravano perlopiù sulla sua selezione rock, in particolare sulla hit glam degli anni Settanta "Lust For Life" di Iggy Pop. Ma come chiunque abbia avuto modo di percepire l'impatto del CD sulla fiorente scena rave americana vi dirà (io compreso), fu la musica elettronica, in particolare "Born Slippy .NUXX" degli Underworld a colpire più di tutto il resto l'immaginario.

Come "Lust For Life", "Born Slippy" è una ode euforica al lato fascinoso e lussurioso della dipendenza, con il ritornello "Lager! Lager! Lager!" che funziona come un richiamo irresistibile per la gioventù alcolica da ogni parte dell'Atlantico, cosa che non sorprende visto che il frontman degli Underworld Karl Hyde scrisse quelle parole mentre si trovava nell'abisso dell'alcolismo. Ma a differenza di "Lust For Life", che è costruita attorno a un vivace ritmo rock'n'roll concepito dal batterista Tony Sales, "Born Slippy" è trascinata da una mastodontica cassa in 4/4 che ha gettato le basi della techno futuristica che dominava l'underground Americano ed era sul punto di diventare molto più popolare.

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Una prova di questa crescita di popolarità si può trovare negli stessi Underworld, che, dopo più di un decennio ai margini del music business, a quel punto si sono trovati con una hit da classifica. "Siamo passati dal palco secondario a headliner del palco principale", Hyde ha raccontato a Spin in un'intervista di promozione per il nuovo album Barbara Barbara, We Face a Shining Future, uscito a inizio mese su Astralwerks.

Quindi perché "Born Slippy" ebbe un tale successo? Hyde pensa che nonostante inizialmente l'attenzione per la musica di Trainspotting fosse legata alla scena Britpop (Blur, Primal Scream ed Elastica sono tutti nella colonna sonora), la scena dance underground fosse già pronta a esplodere. "La scena dance era molto più grossa del Britpop", dice nell'articolo di Spin. "Ma quello che la gente vede è la faccia più accettabile della musica del momento. Il che significa band tradizionali, con frontmen tradizionali che vengono bene in foto, che parlano bene e che forniscono buoni slogan. E che scrivono pezzi ottimi, in senso tradizionale. Noi facevamo parte di una scena che era enorme, ma era fuori, incontrollabile, incontenibile. E spesso senza faccia. Sai, come lo fotografi un beat?"

"Born Slippy" costrinse i critici ad affrontare il dilemma di una musica che non offriva il solito campionario di significanti della cultura giovanile. Un inizio di fondamenta era già stato gettato. I critici erano impazziti per il debutto dei Chemical Brothers del 1995, Exit Planet Dust, anche se più che altro parlavano di come i potentissimi beat ricordassero loro i riff rock tradizionali. Post di Björk, di quello stesso anno, aggiornò la sua immagine art-rock aggiungendo una patina ispirata alla techno, anche se le canzoni continuavano a mantenere una struttura pop tradizionale comprensibile ai più. Gli Underworld usarono un trucco simile su "Born Slippy", costruendo un intro da power ballad e un ritornello da cantare prima di entrare nel vivo di un beat techno schiacciasassi che occupa otto dei dieci minuti totali della canzone (anche se le radio alt-rock preferivano il radio edit da quattro minuti e mezzo). Tutto quello che serviva erano l'intro e il memorabile grido di Karl Hyde per ricondurre la electronica explosion al passato rock'n'roll, e via con la corsa al rave.

Per il retaggio della colonna sonora di Trainspotting fu fondamentale la sua insistenza nel presentare la musica elettronica sullo stesso piano della musica rock in un modo in cui non era mai stato fatto prima. Il fatto che fossero i pezzi techno a risaltare provava che la musica dance poteva essere presa sul serio esattamente quanto la concorrenza con le chitarre, una verità che era tutt'altro che ovvia per molte persone nel 1996. Fu la prima avventura mainstream per un genere che vent'anni dopo è arrivato a dominare le onde radio, ma sta ancora cercando di capire quale sia il suo ruolo nell'industria musicale tradizionale (vedi la performance di Jack Ü's ai Grammy di quest'anno). "Born Slippy" oggi ha la stessa età che aveva "Lust For Life" quando è uscita la colonna sonora di Trainspotting. Ascoltandola oggi accompagnare la scena conclusiva del film, risulta tanto potente oggi come allora.

Joshua Glazer condivide la propria nostalgia sul podcast Rave Curious.

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