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Musica

Storie di vere groupie italiane

Il sesso con i musicisti non è mai bello come uno se lo immagina.
Mattia Costioli
Milan, IT

È risaputo come i musicisti possiedano l'ignobile capacità di diventare tremendamente sexy quando si arrampicano su un palco, tengono in mano uno strumento o premono dei bottoni su qualche aggeggio elettronico.

Purtroppo però nessuno racconta mai quello che succede quando vi dimenticate che il loro dono non funziona nella vita reale e che ogni passo che separa il palco da un anfratto appartato può facilmente trasformarsi in un solco indelebile nella vostra dignità o in una storia interessante da raccontare (se siete fortunati), ma comunque mai e poi mai in un'esperienza appagante.

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Per dimostrarlo abbiamo raccolto cinque storie disturbanti che hanno a che fare con sesso, musicisti e (talvolta) musicisti che fanno sesso. I protagonisti hanno preferito rimanere anonimi e abbiamo fatto del nostro meglio per mascherare le loro identità, ma sappiamo bene quanto i nostri lettori sappiano essere brillanti.

Illustrazioni di Giovanni Forleo.

METALLARI AUTARCHICI

Le cover band risvegliano negli esseri umani istinti primordiali e si finisce a fare cose che uno non si sarebbe mai aspettato, tipo ascoltare effettivamente un intero concerto di una cover band. In questo caso non so come, non so perché, ma mi sono ritrovata a un concerto di una cover band metal. In realtà la situazione era un po' più complessa di così e mi ha ricordato quella volta che, mentre tornavo in auto dalla spiaggia alla mia casetta sulla montagna, mi sono ritrovata ferma tra due tornanti ad aspettare che un gruppo di sette taglialegna finisse di liberare la strada. Ero rossa, sudata e orribile, mentre loro erano atletici e bellissimi, come in una candid camera o in uno strip club.

Ecco, i tipi della band erano tutti così: alti e mascolini. Quando sono scesi dal palco (era una di quelle serate del cazzo in cui si esibiscono a turno tre o quattro gruppi) ho iniziato a parlare con il chitarrista, che mi ha presentato il resto dei ragazzi. Una birra tira l'altra e mi sono ritrovata nell'appartamento di uno di loro e, siccome ormai m'ero sucata tutta una serata di cover, ho pensato che potevo anche esagerare con le nuove esperienze, per una sera.

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Invece alla fine han scopato tutti tra di loro. I froci si annidano ovunque, anche nei gruppi che fan le cover degli Ill Niño.

INNAMORARSI NEL BACKSTAGE

Era tipo il 2008 o il 2009 e i **** suonavano a Verona. Io mi metto in primissima fila, anche perché il posto era semi-deserto, con i gomiti appoggiati al palco e la birra davanti. Parliamoci chiaro, non ho mai avuto un'attrazione speciale per il cantante del gruppo, anzi: diciamo pure che non ci avevo nemmeno mai fantasticato prima. Oltretutto non sono una che normalmente si lascia andare a groupismi di questo tipo, ma appena è salito sul palco sono rimasta folgorata e ho iniziato a guardarlo con gli occhi a cuore.

Purtroppo non posso scrivere esplicitamente di chi si tratta, ma dovete considerare che è un pezzo di storia del noise, ok: un pezzo di storia brutto e ubriaco che portava i suoi immancabili texani, ma pur sempre un pezzo di storia. Durante tutto il concerto ha fatto delle gag da tamarro in Riviera come bere dalla mia birra, offrirmi la sua, farmi l'occhiolino… Tutti mi guardavano con odio, forse perché per colpa mia il loro idolo si stava comportando come un idiota, o forse perché erano gelosi. Alla fine del concerto i miei amici decidono di andare in cerca di autografi, così mi avvicino anch'io e lui mi rapisce. Sto lì con lui mentre parla con la gente e fa il cretino con tutti. In questo momento mi sembra molto simpatico e per nulla divo o marpione. Mi parla di Romeo e Giulietta e sembra fissato con i miei capelli, che peraltro erano orrendi e bianchi decolorati. Io mi sentivo innamorata. Andiamo nel backstage e cominciamo a limonare, ma non in modo groupie-rockstar, lui sembra una persona totalmente normale e quei trent'anni di differenza si notano meno del previsto. Mi offre whisky e mi fa vedere le foto del suo gatto, mi regala una maglietta del gruppo con cui suonava quella sera e scrive sul mio taccuino qualcosa come "Dear ****, you're beautiful and I would kiss you forever". Usciamo e, dopo un bacio da film, ci separiamo. Lui entra nel furgone con la band e adieu. Per circa un mese sono rimasta innamorata persa. Poi qualche anno dopo l'ho rivisto durante un reunion tour con il suo primo gruppo e l'amore è riaffiorato in modo potente, ma lui non si ricordava più di me. Comunque è un ricordo meraviglioso, una delle cose più belle che mi siano capitate. Me lo sposerei un uomo così.

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L'AMORE AI TEMPI DEI CHITARRINI

Finire a certi concerti un po' rock e un po' di sinistra è una cosa quasi fisiologica se vivi in Emilia-Romagna e devo dire che mi ero anche divertita. I tipi sul palco erano un gruppo indie, che poi nel giro di qualche mese ha cominciato a svoltare, ma il loro gioco era quello di darsi poche arie, quindi dopo il concerto sono scesi dal palco e ho cominciato a parlare con il cantante della band, un ragazzo coi baffi e i capelli lunghi e una voce relativamente sgradevole. Abbiamo bevuto qualcosa insieme, ma poi i miei amici hanno voluto spostarsi e quindi ci siamo dovuti separare, lui mi ha lasciato il suo numero dicendomi di chiamarlo il giorno dopo, che avremmo potuto fare qualcosa insieme.
L'ho chiamato verso l'ora di pranzo e mi ha detto di raggiungerlo a casa sua. Non so perché ci andai, forse ero incuriosita dalla situazione, anche se in realtà non mi aspettavo nulla, non avevo programmi. Suonai il campanello e lui mi aprì la porta e si fece trovare nel letto ancora ubriaco dalla sera prima. Aveva una bella casa e mentre rantolava a letto ho fatto in tempo a dare un'occhiata in giro, c'erano dei soldatini appoggiati sopra il pianoforte a muro e le pareti erano quasi completamente ricoperte di quadri. Dopo qualche minuto mi ha fatto capire le sue intenzioni e abbiamo fatto sesso. Era appiccicoso e sbavava tantissimo, oltre a puzzare fastidiosamente d'alcool, considerato l'orario.

Subito dopo mi ha abbracciato e ha schiacciato qualche tasto sul pianoforte e abbozzato una canzone, immagino che facesse parte di un suo piano per un'eventuale seconda scopata in futuro, ma poco dopo mi ha detto che doveva andare in studio a registrare, quindi io me ne sono andata. Dopo qualche tempo l'ho rivisto a un concerto, non l'ho più sentito, ma ho conosciuto altre persone che sono passate da casa sua.

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IL MUSICISTA EMOZIONATO EMOZIONALE

Stavo baccagliando l'artista più romantico del mio iPod già da qualche tempo e dopo averlo aggiunto su Facebook sembrava ormai che tutto potesse andare a gonfie vele, ma lui (un po' per stare nel personaggio, un po' perché è un caso umano), sul più bello si ritraeva sempre, quindi non c'era mai stata l'occasione di vedersi, visto che abitavamo in città diverse. Per fortuna un giorno mi ha invitato a una sua data in locale piuttosto vicino a casa mia e finalmente sembrava che saremmo convolati verso il giusto lieto fine.

Il concerto è stato adeguato e la sua musica esprimeva perfettamente tutto il mondo interiore di sofferenza che aveva da raccontare, in modo quasi sfrontato. La sua chitarra era come un'appendice sexy, una parte del suo corpo, una metafora voluttuosa. E niente, mentre suonava io bevevo e alla fine ero molto più spavalda che nei giorni precedenti quindi, nonostante lui fosse un completo inetto incapace di interagire con l'umanità, sono riuscita a infilarmi nel suo camerino.

Purtroppo il manico della chitarra è stato l'unica parte della sua virilità ad essere pervenuta sul momento.

IL PELATO INFELICE

C'è una vecchia leggenda che narra come i pelati, consapevoli dell'assenza di capelli a cui il destino li ha costretti, hanno bisogno di compensare in qualche modo questo gap che l'universo ha scavato per loro nei confronti del resto dell'umanità. Di solito lo fanno componendo musica estremamente triste o costringendo i propri fan ad ascoltare set da sei ore in una sala da thè. Loro non hanno i capelli, e quindi voi non potete avere la felicità, funziona più o meno così. Ovviamente si tratta soltanto di una leggenda.

Eppure nonostante questo ogni tanto capita che l'universo trasformi la loro miseria in momenti di straordinario giubilo. Certo non ne avevo idea che sarebbe toccato a me riequilibrare le sorti dell'universo quando ho deciso di partecipare ad una festa in maschera per carnevale e vestirmi da gangster anni Trenta. Sono andata in uno di quei negozi per clown, che vendono anche fuochi d'artificio e amenità varie e mi sono comprata una parruccona enorme di un bel nero, come quello di cui si tinge Edoardo Bennato.

Se potessi tornare indietro eviterei tutti questi sbagli e magari me ne starei a casa, senza parrucca in testa, ma inutile piangere sui pelati versati e gira che ti rigira alla festa capita il cantante di questo gruppo italiano molto famoso una cosa tira l'altra e mi ritrovo sopra di lui, finché, per colpa della passione travolgente, il mio parruccone finisce sulla sua testa, notoriamente priva di capelli. È stato catartico.

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