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Musica

Cosa abbiamo ascoltato davvero questa settimana - Special Guest: Populous

Dato che non siamo i soli a volere raccontare gli affaracci nostri, abbiamo deciso di coinvolgere i musicisti nei nostri Staff Picks. Ospite di questa settimana è Andrea Mangia AKA Populous.

Dalle nostre parti questa settimana è stata assolata, primaverile e calda, uno sprazzo di primavera nel grigio inverno milanese. Manco a dirlo, le previsioni per il fine settimana hanno messo pioggia. Vabé. In aiuto per il buonomore abbiamo chiamato Populous, primo di una sfilza di musicisti che saranno ospiti di Staff Picks, tutti mossi dall'irrefrenabile voglia di raccontarvi gli affaracci loro.

FRANCESCO BIRSA ALESSANDRI

Questa settimana non sono praticamente mai riuscito a dormire, quindi ho il cervello più incasinato del solito e a malapena mi ricordo come mi chiamo, figuriamoci cosa ho ascoltato. Di certo so che il disco di Mumdance & Logos di cui già vi avevo parlato settimana scorsa l'ho ascoltato meglio questa settimana e ho deciso che è una bomba. Ma potevamo aspettarcelo. Non mi aspettavo invece che contenesse un paio di tracce che sembrano messe lì per caso e stanno proprio all'inizio. Vabé. Poi sono quasi certo di essere andato in fissa con il nuovo di Kouhei Matsunaga, che ha cambiato per l'ennesima volta nome in NHK yx Koyxen ("yx" prima non c'era) e ha tirato fuori un gran bell'EP su Diagonal, in cui però i pezzi migliori durano poco e quelli meno fighi durano tanto. Da quello mi pare proprio di essermi rimesso con le orecchie su un po' di suoi dischi vecchi, tipo Upside Down che è il primo, quello con Sensational che è una bomba (a proposito: cazzo fa ora Sensational nella vita?) quello con Mika Vainio e Sean Booth che è un'altra bomba, e quello con Asmus Tietchens che è una cacata. Sempre di nippo, poi, ho ripescato Guilty Connector in un disco in cui quasi ci sono dei simil-beat. Qualcuno mi spieghi perché sono anni che dal Giappone non arriva musica così figa. Su versanti completamente diversi, mi sono sparato siringoni di Marc Almond perché dovrebbe essere obbligatorio per legge, specialmente Torment & Toreros, ma pure Violent Silence e A Woman's Story (questi ultimi due, ammetto, non lo avevo mai sentito prima di mercoledi). Poi non so, sono sicuro di avere usato gli uber-monoliti dark ambient delle At Rest Versions dei Demdike Stare per provare a dormire, ma non mi sembra abbiano mai funzionato. Credo anche di avere ascoltato molto il nuovo (ancora non è uscito) dei Satan Is My Brother, perché oggi l'ho rimesso su e lo sapevo già a memoria. Voi lo ascolterete martedì su questi schermi. Altra roba che deve ancora uscire ma che io ho ascoltato solo una volta sola questa settimana e ascolterò meglio la prossima sono il nuovo Retina.it e la collab di Ariel Kalma con Lichens per la serie FRKWS di RVNG (che se non è una delle meglio etichette del mondo io proprio non so…). Per il resto sono sicuro di avere pescato cosette nuove tipo questo split Seabat / Lucky Dragons (specialmente il lato LD è quasi geniale), la caciara fatta da tale Gene Pick e quest'altra ambientata di Andreas Brandal vecchia di quasi un anno. Il resto è nebbia e allucinazioni. Ah sì: ho anche riascoltato tanto i Future Sound Of London, perché c'entrano con un articolo che sto facendo e che leggerete—credo—lunedì.

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MATTIA COSTIOLI

24 ore della nuova traccia di A.G. Cook suonata senza interruzioni stanno trasportando la mia esistenza su un piano diverso della realtà, ma purtroppo l’unico commento intelligente è già stato fatto, e non l’ho scritto io. Facciamo due piccoli salti verso destra e da inserire nei vostri riproduttori di musica ci sono la nuova collaborazione di Ty Dolla e Charli XCX, che sta completando la sua metamorfosi in Gwen Stefani, e il primo singolo del nuovo disco di Booba: “Tony Sosa”, che è praticamente un leak del prossimo album di Guè Pequeno.
Tutto il resto è legato agli angeli,, e ai meravigliosi commenti che hanno suscitato (http://oi62.tinypic.com/6i9pc8.jpg) a riguardo vi consiglio una piccola playlist di tre tracce che vanno da Laurie Anderson (ma non ascoltate il suo album sugli angeli perché è noioso), a Burial), con in mezzo il tema de Il Cielo Sopra Berlino. Se vi piace e volete continuare dovete comprarvi questo libro sul biocentrismo che sto leggendo e ascoltare Hans Zimmer; a questo punto starete praticamente vivendo la mia vita, quindi vi sarei grato se poteste andare a consegnare i moduli dell’ISEE per la retta universitaria al posto mio. Grazie.

SONIA GARCIA

Sabato scorso ho fatto incazzare tantissimo Mattia Costioli, e la cosa mi è dispiaciuta molto. Il weekend è quindi stato un misto tra estatico—ci sarebbero enciclopedie da scrivere sul set di Vessel al Dude e l’after a Macao—e il triste/deluso. L’articolo di Birsa sul metallo techno mi ha fatto precipitare nell’ade di Kerridge e del suo nuovo album, e in generale quel mood opprimente e narcotizzante ha caratterizzato quasi tutta la mia settimana. Ho avuto il mio momento Opal Tapes e ho scoperto uscite su cui non ero molto preparata, tipo Flores Del Vicio e Decimus. Roba abbastanza spasticoide per una che in quel momento si sentiva la sovrana delle spasticoidi. Ho scoperto questo tizio che si chiama Nick Klein su Soundcloud, e ovviamente ci sono andata in fissa dura per qualche ora. È pure uscito il nuovo EP di Impeto direttamente da Bielefeld, che più di ogni altra cosa mi ha fatto scoprire l’esistenza di una città che si chiama Bielefeld.
Martedì sera sono stata a cena a casa di amici e a un certo punto un tipo ha messo su un vinile dei Tipsy, Flying Monkey Fist, che mi ha annichilito definitivamente. Fino a giovedì non ho ascoltato altro. Ovviamente non li conoscevo, ma mi sono sembrati i Kraftwerk in scimmia psichedelica alla Gong misti al trip hop, cioè una bomba. Senza dubbio la scoperta della settimana.
Ho anche ripreso a guardare film, attività che avevo abbandonato da mesi, forse stagioni. Ho guardato Stati di Allucinazione, e la colonna sonora di Corigliano è già nel mio iPod. Un’altra scoperta graditissima è stato Koitlaransk dei Cranioclast, con cui ho adorato dondolarmi in santa pace per tutti i tre quarti d’ora di durata del disco, prima di passare ai sempre indispensabili Sleep Chamber, più o meno dello stesso umore. Le ricadute nostalgiche della settimana sono state i Sonic Youth e i Velvet Underground (sì, l'intervista in cui Lou Reed diceva di disprezzare i Beatles etc etc), MARUEGO, e i Placebo. Brian Molko cazzo, Brian Molko. Parliamone.

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VIRGINIA W. RICCI

Questa settimana ho rispolverato alcune delle mie passioni psichedeliche, ho ascoltato di nuovo quest’album dei Coral che mi piacevano un sacco di anni fa e devo dire che il loro ultimo album (risale a fine 2014) The Curse Of Love mi fa impazzire. Ben fatto raga. Sempre di psichedelicone mi sono sentita Sunbeam Sound Machine che sono australiani e psichedelici tipo i Tame Impala ma un po’ meglio e poi, sempre per robe dal sapore un po’ seventies Man It Feels Like Space Again dei Pond. Martedì sera mi sono sentita tutto il set di Clap! Clap! a Boiler Room, dopo di lui suonava Dan Deacon che è matto e ha fatto un album nuovo che mi sono ascoltata qui. Ho sentito il nuovo album di Mumdance & Logos che è una vera vera bomba e ho ascoltato, ma questo ancora non è uscito, quello nuovo di Fort Romeau per Ghostly. Di album italiani ho avuto il piacere di sentire il nuovo dei Platonick Dive, Overflow, che consiglio a tutti di acquistare per promuovere la buona musica italiana, lo stesso vale per il nuovo EP di Nic Sarno, che trovo poetico (Nic sei il nostro Clams Casino!) e per lo spettacolare best-of dell’uomo che vorrei alla direzione artistica del Festival di Sanremo, Pop_X. Dopodiché mi sono immedesimata in Mattia Costioli per cui mi sono sentita tutto il nuovo mixtape di Drake, bello ma Drake mi sta troppo sulle palle quindi ho fatto una foto a un gabinetto per strada intitolata “IF YOU’RE RIDING THIS IT’S TOO LATE” che ha riscosso molta ilarità. Per restare in Canada, Congo Rocco mi ha passato quest’album di Aquarian Foundation , roba di Mood Hut che piace a me a Rocco e a Four Tet gente seria insomma. Nel mentre, un altro mio amico mi ha ricordato dell’esistenza di Nursat Fateh Ali Khan, quindi ho concluso in bellezza la mia settimana riascoltando tutta sta bomba di robe che suonava lui. King . Il mix che consiglio a tutti di ascoltare per dimenticarsi del mondo è questo gioiellino di Prins Emanuel, un affiliato della Fasaan Recordings che è l’etichetta svedese che ultimamente mi sta mandando fuori di testa.

POPULOUS

Premessa: non seguo l'hip-hop italiano dal 1997 e fino a poco tempo fa non sapevo chi fosse Ghemon e non avevo idea di chi fosse Mecna. Poi succede che Corrado arriva a Lecce per un in-store ed io decido di andare a dirgli che il suo disco mi è piaciuto un sacco. Una delle prime cose che gli dico è che ho pianto ascoltando le parole di "Non ci sei più,” che parla di una storia naufragata e ha suscitato in me un'empatia che ho trovato quasi inquietante. Decidiamo di andare a bere una cosa nel centro storico e mentre camminiamo chiacchierando ci ferma un ragazzino che dice: "Mecna, io odio chiedere selfie o autografi, ma ti volevo solo dire che c'è un tuo pezzo che mi commuove ogni volta che l'ascolto. Grazie!". E se ne va. Insomma, Mecna avrà anche intitolato il suo album Laska tributando il freddo, il ghiaccio, il gelo, ma di certo non sono termini facilmente associabili alla sua musica, che viceversa smuove sentimenti e suscita emozioni tutt'altro che algide. Se tutto l'hip-hop italiano avesse lo spessore di dischi come questo (o come Orchidee di Ghemon) potrei seriamente riconsiderare l'idea di indossare i baggy come quando avevo 16 anni e ascoltavo Fastidio di Kaos. Yo!