FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

Soundcloud sta diventando una merda?

Sembra che il portale stia voltando le spalle ai suoi utenti in favore di mega marchette alle major.

I co-fondatori di Soundcloud, Eric Wahlforss (sinistra) e alexander Ljung (destra)

"Abbiamo l'opportunità di cambiare le abitudini della gente e di creare cose mai viste finora" Queste sono le parole di Alexander Ljung ed Eric Wahlforss in un'intervista del 2011. Nel resto dell'intervista, i fondatori di SoundCloud aggiungevano anche che "C'erano così tante cose interessanti sul web da migliorare e dalle quali creare roba nuova, è iniziato tutto così." Tutte queste innovazioni erano indirizzate a un àmbito che ci interessa parecchio: la musica.

Pubblicità

A otto anni dalla nascita di Soundcloud e dai tempi in cui progettava la propria rivoluzione, l'accoppiata di Stoccolma (ora trasferitasi a Berlino) sembra però aver raggiunto un punto critico, in questo senso è abbastanza eloquente un commento sotto al video di quella stessa intervista: "Muovetevi a sistemare anche SoundCloud allora!" Nessuno ancora ha risposto a quel commento.
È un breve ma potente messaggio diretto a Ljung e Wahlfross, i due ragazzi che si sono autoeletti paladini della musica su Internet e si sono dati il nobile scopo di riparare un sistema danneggiato, e che invece ora si trovano impigliati nelle maglie dello stesso sistema malato.

Da qualche settimana un numero crescente di produttori e DJ sta esprimendo il proprio dissenso per SoundCloud, anche perché ultimamente mashup, mixtape, remix di vari utenti vengono rimossi in massa, spesso senza alcun preavviso. La Universal Music Group è stata citata come uno dei principali responsabili di questa procedura assassina grazie alla quale parecchi account sono stati chiusi e molte tracce eliminate. La causa è sempre la classica violazioni di copyright.

Da un articolo di Mixmag pare che gli stessi gestori di SoundCloud riferissero agli utenti e ai producer che la rimozione delle tracce fosse dovuta alla Universal, dato che "SoundCloud non ha alcun controllo su di esse." Quando i produttori chiedevano spiegazioni, la risposta che ricevevano era: "Loro,(Universal) non ci dicono il perché, e non siamo nemmeno al corrente di quale parte della tua traccia infranga i diritti."

Pubblicità

Cosa dicono i producer

Lakim

Il produttore di Lynchburg LAKIM si è espresso sulla questione quando è sparita una delle sue tracce, un remix di "New Slaves" di Kanye West. Da SoundCloud gli avevano inviato un messaggio in cui gli dicevano che due delle sue tracce sarebbero state rimosse e che ne sarebbe bastata un'altra per cancellare del tutto il suo account. Per non rischiare, LAKIM ha così rimosso altri suoi pezzi—compresi alcuni che avevano raggiunto ormai i 770,000 ascolti (e che ora ha trasferito sul suo Bandcamp). Il numero non sorprende, dato che il suo remix di "Lady" di Dwele, fatto insieme al collega Sango, ha già raggiunto i 220.000 ascolti.

Parlando poi di questo fatto, LAKIM ha spiegato che le sue preoccupazioni non riguardano in particolare le sue tracce, ma qualcosa di più grosso: "mi sembra assurdo che SoundCloud stia trascurando la stessa comunità che gli ha permesso di ottenere il successo che ha ora," mi ha detto. "Pare che ora stiano chiudendo questi accordi con le major solo per salvarsi la faccia e coprirsi il culo da pesantissime cause legali". Ha continuato poi dicendo che il problema non è limitato a SoundCloud, ma esteso a diverse etichette che "hanno sempre avuto paura di adattarsi, e io penso che considerino i remix nel modo sbagliato." I produttori raggiungono chiaramente un mediocre successo grazie a questi remix, come dice LAKIM, ma "aumenta moltissimo anche la visibilità degli artisti che noi remixiamo".

Pubblicità

"Noi, remixando un pezzo, non facciamo altro che rendere più appetibile, più figa, una traccia che fa capo a un genere commerciale mainstream, avvicinandola ad un ascoltatore a cui la musica che va in radio non interessa," dice LAKIM. Il "noi" in questo caso è la grande setta dei produttori, in senso lato, ma è anche un gruppo di artisti che per LAKIM sono fratelli: Soulection, un collettivo che è anche un'etichetta che tratta principalmente musica strumentale. Il più ben noto affiliato di Soulection è Kaytranada, i cui remix hanno fatto il grande salto, passando dalla versione bootleg a quella ufficiale (per Disclosure, AlunaGeorge, ecc.)—e la fama di questo collettivo e dei suoi remix è cresciuta, indovinate, proprio attraverso SoundCloud. Bingo. Il Dj e produttore house Kaskade è un altro dei tanti artisti ad essersela presa con SoundCloud—si è incazzato dopo aver ricevuto accuse di pirateria da parte della Sony ed è stato uno dei primi musicisti un po' più grossi a incazzarsi pubblicamente. Tutto è iniziato quando hanno rimosso il suo remix di "Summer" di Calvin Harris ed è proseguito con 30 messaggi in cui lo avvisavano che gli avrebbero cancellato il profilo.
Al di là delle minacce alla sua pagina SoundCloud—felicemente sopravvissuta, e che al momento conta quasi 800.000 seguaci—Kaskade ha sostenuto in un eloquente post di Tumblr che le etichette (nel suo caso, la Sony) stanno facendo un mucchio di cazzate. Ha poi commentato il fatto dicendo che un bootleg liberamente scaricabile e condivisibile può in realtà dimostrarsi un gran potenziale di fatturato per le etichette discografiche: "SoundCloud è fatto in modo tale che gli utenti si affezionano a un artista e si vanno a cercare altro materiale. Magari lo comprano. Magari ne parlano sui loro social network. Magari vanno a un suo concerto. O forse divenanto semplicemente fan e ne parlano a un amico, e così via." Se nell'ultimo decennio avete avuto modo di approfondire questioni di diritto d'autore e musica, sono molto alte le probabilità che abbiate affrontato questi diversi punti. Solo che non è compito di qualcuno come Kaskade né di altri producer o DJ tirar fuori le idee per un futuro redditizio delle etichette. Questo dovrebbe essere il lavoro delle etichette stesse, che invece a quanto pare assumono le persone sbagliate o non ascoltano quelle giuste. O, peggio ancora, non stanno imparando niente da modelli di business simili già in atto.

Pubblicità

Il lato Business della questione

Bloomberg ha riportato il 10 luglio che SoundCloud è in procinto di firmare accordi con le tre etichette più importanti del globo: Universal Music Group, Sony Music Entertainment e Warner Music Group. L'offerta fornirebbe a SoundCloud le licenze necessarie per continuare a riprodurre le tracce di queste etichette ed evitare potenziali controversie legali, mentre le label otterrebbero una partecipazione del 3,5 per cento in SoundCloud e una fetta delle entrate future.

Più avanti nell'articolo si rivela chiaramente il più grande problema di SoundCloud, ovvero il fatto di non aver ancora sviluppato un buon metodo di business.
È tutto vero. Oltre a eventuali entrate economiche mai rese pubbliche, il carburante principale di SoundCloud è il servizio di abbonamento. è possibile iscriversi gratuitamente, ma si hanno solo due ore di audio disponinbile; con l'account Pro (3€al mese o €29 anno) si hanno quattro ore di audio, infine con l'Unlimited (€9 al mese o €99 anno) è possibile caricare tutta la musica che vuoi.
Tuttavia, non è ancora molto chiaro il profitto che SoundCloud può trarre da questi servizi in abbonamento, ma numerosi siti commerciali segnalano che l'azienda è ormai valutata a più di 500 milioni—valutazione che si basa sulle sue potenzialità, non sulle entrate. Vale la pena notare che questi colloqui tra SoundCloud, le major e gli avvocati sono iniziati—da quanto ne sappiamo—solo a Marzo.

Pubblicità

Quindi cosa potrebbe fare ora SoundCloud?

Guardate a YouTube, che potrebbe essere definito il SoundCloud 1.0 quando si tratta di capire come trovare il giusto stratagemma per inculare le major. C'è una marea di video su YouTube, fatti da fan che utilizzano tracce originali e sotto copyright, ma non vengono mai bannati perché ovviamente portano un guadagno enorme. Sul serio. In un'intervista sul Toronto Star, lo stesso Francis Keeling (che sta a capo del business digitale della Universal Music Group), ha rivelato che i video fatti dai fan "generano effettivamente più soldi per le case discografiche che i videoclip ufficiali". Sì, la vostra prima reazione sarà stata tipo "Ma che cazz.." invece è proprio così, perché ormai la gente non si prende nemmeno il tempo di guardare un video ufficiale di 4 minuti. Un giornalista di Gigaom sostiene che SoundCloud seguirà probabilmente le orme di YouTube nel trovare un modo di sostentarsi evitando i problemi di copyright. Nell'articolo scrive che "Con un approccio alla monetizzazione di contenuti in stile YouTube, le etichette si farebbero comunque dei soldi ogni volta che il mix di un DJ "da cameretta" trova un nuovo ascoltatore. Ma, se anche SoundCloud prenderà questa strada, vuol dire che dobbiamo prepararci a sentire pubblicità prima di poter ascoltare ogni mix? Il punto è che questi avvisi di rimozione di profili e di tracce su SoundCloud non spuntanto dal nulla, infatti se ne era già parlato nel 2011 su un forum di Serato, quando un utente aprì un thread a riguardo: "Ma SoundCloud non è fatto esclusivamente per i Dj?"

Le risposte a quella domanda mostrano bene come già da allora un numero crescente di fedeli di SoundCloud avesse già abbandonato la nave per registrarsi su altri siti competitor come MixCloud per i propri mix o Legitimix, che offre un modello di business intelligente in grado di avantaggiare sia gli artisti che i Dj/produttori, dato che il remix viene venduto a $2,29 dei quali 1$ è suddiviso tra Legitimix e il remixer, mentre il restante $1,29 copre il prezzo della traccia originale su iTunes. Allora perché SoundCloud è nella merda?

Se pensi che SoundCloud abbia avuto tutto questo successo grazie alle grandi etichette discografiche, ti sbagli di grosso. Certo, ne hanno approfittato guadagnandoci qualcosa, ma invece cosa resta ai Dj e ai produttori che fanno vivere il sito caricando tracce, remix e cover? E tutto il resto? Cioè, se le label sono così dementi da voler rimuovere ogni traccia non legittima da Internet, come pensano di comportarsi quando un DJ suonerà i suoi remix illegali dal vivo? Dobbiamo aspettarci che arrivi una sorta di polizia della pirateria, in giro per le strade pronta ad arginare questo graver problema sociale? So che queste sono domande retoriche e abbastanza assurde, ma credo che la cosa ancora più assurda sia tutta questa faccenda. Tornando al video dell'intervista, Alexander Ljung ed Eric Wahlforss sembravano essere due bravi ragazzi mossi dalla voglia di cambiare il mondo del web: "il nostro intento è quello di creare un posto dove le persone possono condividere il proprio sound. Vogliamo che l'audio online abbia la stessa possibilità di diffusione di foto, video e testi." E adesso che ci sono riusciti, come andrà a finire?