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Musica

I riferimenti culturali nella musica italiana che hanno rotto le palle

La provincia, la rivoluzione, Max Pezzali, Berlino, il cinema d'autore. Cambiare temi no?

Ma come fa a cuccarle tutte lui… Credo di voler seguire le sue orme.

Nel 2015 d.C, imbattersi in artisti le cui INFLUENZE, ispirazioni, riferimenti culturali di vario tipo, cadono nella peggiore delle sventure dal punto di vista comunicativo, cioè la prevedibilità, è un’esperienza frustrante e alla lunga anche dolorosa. A volte sembra proprio che sia proibito non sembrare fatti con lo stesso stampino della merda, e che molti si compiacciano di avere gli stessi, scontatissimi, punti di riferimento per le proprie produzioni musicali. Quanto sarebbe bello estirpare tutte quelle tematiche ricorrenti dal lessico e dal cervello dei musicisti italiani, così che la cortina di noia diventi un po’ meno impenetrabile? Magari verrebbero fuori miti/riferimenti molto più interessanti, che ne so, al posto di parlare tutti dello straziante contrasto città/provincia, si potrebbero accattivare le sensibilità di migliaia di persone solo alludendo al dolore delle punture di zanzare sul culo, o amenità simili. Riflettiamoci. Intanto ecco le cose di cui sarebbe meglio non dover ragionare mai più.

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MAX PEZZALI/883

No, non stiamo per portare al patibolo Colapesce e tutto la carovana di casi umani che nel 2012 hanno dato il meglio di loro a questo proposito, ma sicuro una fetta bella grossa e grassa di responsabilità ce l’hanno pure loro. Assumere un atteggiamento ostentatamente nostalgico, mentre ribadite il bene che volete a Max Pezzali porta da qualche parte? Boh però è ovvio che partendo dal presupposto che nessuno tra noi è Metal Carter, non c’è bisogno di tirare fuori il rapporto con il karaoke di “Come Mai” da piccoli, per trasformarsi in individui musicalmente interessanti. Ad esempio, cos’è questa cosa qua sopra? Boh, me l’ha passata Federico Nejrotti di Motherboard e direi che basta e avanza.

LA PROVINCIA

Parlare di Provincia va di moda dai tempi di Lucio Dalla, “Anna e Marco” è l’inno dei ragazzi di provincia che vanno in città per fare baldoria e sognano le luci della città come si sognano le luci della ribalta. È un concetto che, nel caso non avesse espresso abbastanza bene Dalla, ci si è messo anche Max Pezzali, eroe di tutti (ved. sopra), e se non vi bastasse ci sono i Tre Allegri Ragazzi Morti che, sì, stanno pure loro in provincia (assurdo!). Sapete benissimo che la musica, salvo rarissimi casi, nasce nelle province e nei pomeriggi vuoti in cui i ragazzini si sentono soli al mondo e non hanno davvero una mazza da fare e vivono un isolamento emotivo oltre che fisico perché ogni cosa è lontana anni luce da loro. Lo sanno tutti che è così, quindi la prossima volta che vorrete mettervi a scrivere una canzone che parli di provincia e disagio sappiate che non potrete fare meglio di Ruggero dei Timidi.

Alcuni esempi di cose da evitare:

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- L’Officina della Camomilla - “La provincia non è bella da fotografare”

- L’Orso - “Baci dalla Provincia”

- Teatro degli Orrori - “Vivere e morire a Treviso”

CARTONI ANIMATI E CRISTINA D’AVENA

Se la nostra infanzia fosse una persona ci ammazzerebbe di botte. La strattoniamo di continuo e la esibiamo in giro ogni volta che possiamo come nell’Ottocento i tizi con le scimmiette ballerine. In particolare c’è questo feticismo per i cartoni animati, che a quanto pare fanno istantaneamente scatenare fantasie di ogni tipo, qualcuno sosteneva anche di natura sessuale. Nascono quindi aspre competizioni: fa più cacare realizzare che esistono persone desiderose di intervistare seriamente Cristina D’Avena o artisti smaniosi di registrare e pubblicare cover di cartoni animati (non necessariamente di Cristina D’Avena)?

LA RIVOLUZIONE

La parola “Rivoluzione” è probabilmente la più utilizzata dai gruppi indie italiani, nell’accezione vagamente ironica, disillusa e pretestuosa. Ovviamente questo processo parte da Grignani e la sua “Baby Revolution” del 1998, anno in cui la parola rivoluzione non è più stata solo appannaggio delle frange simil-Modena City Ramblers, ma è diventato un motivetto per attorniare la propria musica di concetti e temi politici "da bar" (ved. Ligabue o Vasco Brondi), in cui non c'è vero impegno o vera lotta, non ci sono estremità, ma rimangono solo i lati scenici della rivoluzione.

- Eva Mon Amour - “La tua Rivoluzione”

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- Lo Stato Sociale - “La rivoluzione non passerà in tv” (ma più o meno tutto Lo Stato Sociale).

- La Fame di Camilla - “Rivoluzione”

- L’album dei Tre Allegri Ragazzi Morti La Seconda Rivoluzione

- Appino - “La festa della liberazione”

- Le Luci della centrale Elettrica - "La lotta armata al bar"

RAP VECCHIO

Ciao amici rappusi, vorrei poter contornare questo paragrafetto con un rettangolo rosso, mille freccette che puntano verso il dentro, e una scritta: ANGOLO RAP, così non perdete tempo a leggere tutto il resto. Sangue Misto, Kaos, Colle & co sono gli 883 del rap italiano e ciò non vuol dire che facciano merda, ma che le nuove generazioni di mc e fan si relazionano ad essi con modalità puramente estatiche, reverenziali e contemplative. Tutti sanno che sono i padri fondatori e pensare di poter trascendere dal loro operato è quasi irrispettoso. Ok, metti anche che a conti fatti lo è, non c’è comunque bisogno di mostrarsi incazzati nel ribadirlo e soprattutto NON C’È BISOGNO DI RIBADIRLO SEMPRE. Forse lo fate perché volete che i vostri figli non imparino a dire mamma o papà, ma [" target="_blank">“Non conta i dischi che vendi le tipe che stendi ma solo le mazzate che prendi mo è meglio che scendi”](http://<iframe width=).

I MESI

Il mese più freddo dell’anno qual è? Se sapete la risposta giusta sapete che parlare dei mesi nelle canzoni pure ha rotto il cazzo. Se non forse su “Gennaio” dei Diaframma che fa OVVIAMENTE caso a sé, per il resto il calendario è un calendario e nei mesi a meno che tu non sia un astrologo o non programmi le ferie ti prego di non dedicare più attenzione di quanto si meritino. I mesi fanno cagare.

Se non ci credi ascolta:

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Dente - “28 Agosto”

Lo Stato Sociale - “Festa d’Aprile”

I Camillas - Dicembre

Perturbazione - Agosto

Il Management del Dolore Post-Operatorio - "Il Primo Maggio"

IL CINEMA D’AUTORE

Pussa via, Pierpaolo C!

Fatta esclusione per la reincarnazione e l’erede unico di Pasolini e di Carmelo Bene, la cui produzione musicale è tutta incentrata sul cinema d’autore e sulla cultura celeste, lontana dall’intellettuale e vicina, talmente vicina al popolo da essere popolare solo per ambizione, anche se intimamente sta da un’altra parte. Per il resto, il cantautorato italiano, soprattutto ultimamente, è pieno zeppo di riferimenti a “quel cinema lì”

Amor Fou - “I 400 Colpi”

I Cani - “Wes Anderson”

BERLINO

La più grande ispirazione di sempre, più ancora della droga, perché Berlino va oltre l’esperienza sensoriale. I musicisti che tornano da Berlino hanno talmente implementato il carisma e potenziale creativo, che ogni traccia/canzone nuova ha dei criptici rimandi a cose come i prezzi irrisori delle droghe al Berghain, per esempio.

Nel caso vi venissero in mente altri elementi che vorreste eliminare dalla musica italiana, fatecelo sapere tra un "vi pagano per fare questo?" e l'altro, qua sotto.

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