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Musica

È ora di prendere sul serio Justin Bieber

Justin Bieber è tornato, è adulto, e sta per pubblicare il suo disco più importante.
Ryan Bassil
London, GB

Il comeback di Justin Bieber agli MTV Video Music Awards di quest'anno è culminato in una cascata di emozioni. Dopo aver cantato tutti i suoi ultimi singoli uno dopo l'altro davanti a un pubblico estasiato, il ventunenne si è fermato, le mani sulle ginocchia, ansimando e cercando di trattenere le lacrime. "È stato davvero emozionante", ha raccontato al Tonight Show: "Non mi aspettavo questo supporto. L'ultima volta che sono stato a una premiazione sono stato fischiato."

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Due anni prima, quando l'allora teenager ricevette il primo Milestone Award ai Billboard Music Awards, la MGM Grand Garden Arena di Las Vegas esplose in un boato di disgusto che durò almeno cinquantasette secondi prima che Bieber arrivasse al microfono. Quando iniziò a parlare balbettava, visibilmente scosso dalla reazione del pubblico. "Dal cuore", disse, lasciando una pausa subito riempita dai fischi: "La cosa che conta è la musica. Il lavoro. Sono un'artista e bisognerebbe prendermi sul serio. Di tutte le altre stronzate, non si dovrebbe parlare."

Poco tempo prima, Bieber aveva interrotto la sua relazione durata tre anni con Selena Gomez, e aveva preso molto pubblicamente una pessima china che lo portò a essere arrestato per guida in stato d'ebbrezza, per vandalismo e guida spericolata. In quel periodo aveva anche adottato e successivamente abbandonato una scimmia cappuccino. Bieber oggi parla di quel periodo come del momento in cui frequentava "un gruppo di deficienti" e stava "cercando di capire delle cose". Da un po' si è rimesso in carreggiata, ha chiesto pubblicamente scusa e ora sembra in forma mentalmente, fisicamente e artisticamente. Per cui non ci sorprende che i VMA siano stati emotivamente difficili per lui. Si è trattato di una prova di rilascio personale, un voltare pagina in diretta internazionale con una risposta molto positiva.

Questa performance non è la prima in cui cerca di lasciarsi alle spalle il passato. Negli ultimi due anni ha provato diverse volte a togliersi di dosso la reputazione di prodotto dell'industria pop. Il suo singolo del 2012 "Boyfriend" è il momento in cui è parso andare oltre l'etichetta di roba commerciale da ragazzine e raggiungere il livello successivo della musica pop. Journals, uscito l'anno seguente, vedeva la collaborazione di grandi nomi (R. Kelly, Lil Wayne, Chance the Rapper) e conteneva alcune delle canzoni migliori della sua carriera ("P.Y.T.", "Confident"). Eppure entrambe le uscite furono messe in ombra dal radicato risentimento verso Bieber: quando è uscita "Boyfriend", era appena stato accusato di aver messo incinta una fan, e Journals uscì poche settimane prima che fosse arrestato. In pratica, quel periodo sarà ricordato più per la sua presenza ricorrente su TMZ che per la maturazione nella sua musica.

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"Sapevamo che l'unico modo per farlo funzionare era ritornare alla pura musica", ha spiegato a Billboard il manager di Bieber, Scooter Braun, parlando delle lotte che hanno dovuto affrontare nell'ultimo anno circa. "Basta sensazionalismo: se ti piace la musica bene, grazie, altrimenti non abbiamo altro da dire."

Ce l'hanno fatta. Dopo il discreto lancio di gennaio, la collaborazione di Bieber con Skrillex e Diplo "Where Are Ü Now" è stata ascoltata 236 milioni di volte solo su Spotify. Ma il fatto fondamentale è che per la prima volta la sua musica è stata presa sul serio. Evitando i media mainstream durante l'ultimo anno—a parte l'apparizione per il suo "Roast" su Comedy Central, dove ha dovuto incassare gli attacchi di comici e personaggi dello spettacolo, e una campagna pubblicitaria—Bieber è riuscito più o meno a ricominciare da capo.

(Foto via Wikipedia Commons)

Da quando aveva 15 anni, è la pop star più insultata di sempre. Una delle tante pagine Facebook "I Hate Justin Bieber" raggiunge i 380 mila fan. Per due volte gli utenti di 4Chan hanno creato delle campagne di diffamazione tramite hashtag che incoraggiavano le adolescenti a tagliarsi (#Cut4Bieber) e organizzato una truffa chiamata #Jail4Bieber che lo accusava di aver molestato una tredicenne. Esistono le t-shirt "Keep Calm and Hate Justin Bieber", vasi per le mance con scritto "ogni volta che lasci la mancia, Justin Bieber muore un po'", e una pagina di Tumblr dedicata alle "lesbiche che assomigliano a Justin Bieber". C'è anche un'estensione di Firefox che garantisce l'eliminazione del teen idol da ogni pagina web.

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I Billboard Music Awards non sono stati l'unica volta che Bieber è stato fischiato in pubblico. Nel 2011, quando aveva soltanto diciassette anni, il suo volto è apparso sul megaschermo durante una partita dei New York Knicks, il Madison Square Garden è stato investito da una tempesta di urla e fischi. Quando andò a una partita degli LA Clippers con sua madre per la festa della mamma del 2011, fu insultato dall'intero stadio. Anche nel 2014 si vide contestato a un evento della New York Fashion Week.

Il passaggio da bambino a teenager a giovane adulto è universalmente problematico e la maggior parte della gente sbaglia qualcosa. Parlando dei suoi problemi negli anni scorsi, Bieber ha scherzosamente interpellato il pubblico di Jimmy Fallon: "Mi state dicendo che voi non avete avuto momenti così?" Certo che sì. La differenza, però, è che oltre al cocktail di ormoni dovuto all'adolescenza, Bieber era anche la popstar più famosa e odiata del mondo. "Baby" è il secondo video più visto di YouTube e quello con più "non mi piace". Per cui non ci sorprende che, due anni prima, facesse fatica a trovare una strada. E a volte, almeno prima che cominciasse a pisciare nei secchi del mocio e ad abbandonare scimmiette, l'odio che veniva scagliato verso di lui è parso ingiustificato.

Da bambino, Bieber si esibiva per strada. Suonava la chitarra o la batteria e cantava e la gente metteva delle monete nella sua custodia. A un certo punto ha fatto abbastanza soldi in questo modo da portare sua madre, che lo ha cresciuto da sola con uno stipendio da impiegata di basso rango, dal Canada a Disney World in Florida. Guardando un video a caso di Justin Bieber prima che fosse famoso, il suo talento è evidente.

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Nonostante possedesse un'inclinazione naturale per la musica, Bieber divenne l'emblema del declino della musica. In radio passano solo merda? Colpa di Bieber. Il pop costruito a tavolino prolifera? Colpa di Bieber. Visto che era più giovane e più famoso di tutti, Bieber—che, tutto considerato, è diventato famoso in modo abbastanza naturale (scoperto su YouTube dal suo manager Scooter Braun)—fu subito visto come privo di talento e immeritevole della propria fama.

Sembra ora la prima volta che Bieber si trova emancipato dal peso del suo passato, dopo aver chiesto pubblicamente scusa e aver passato un po' di tempo fuori dai riflettori. Al New York Times ha detto che "Where Are Ü Now" gli ha aperto gli occhi "verso un pubblico tutto nuovo, una piattaforma tutta nuova", e si vede. Questo mese ha partecipato a una traccia con Travis Scott e Young Thug intitolata "Maria, I'm Drunk" mettendo in ombra entrambi. Il suo ultimo pezzo "What Do You Mean"—sequel di "Where Are Ü Now"—ha stabilito il record di stream in una settimana su Spotify e, secondo Billboard, "gli ha aperto le porte del successo da adulto". La traccia condensa le varie sonorità con cui ha sperimentato durante la sua carriera—R&B, teen pop, EDM—creando qualcosa di incisivo e personale.

Se "Baby" mostrava Bieber nella sua fase N*Sync e "Boyfriend" mostrava la sua fase Justified, il suo prossimo disco potrebbe essere il suo FutureSex/LoveSounds: un giro di boa nella sua carriera che dà l'idea di essere quello che tutti hanno sempre atteso. È Drake prima di "Hold On, We're Going Home"; Taylor Swift prima di 1989; Kanye prima di My Beautiful Dark Twisted Fantasy. Bieber si trova al punto in cui la negatività si trasforma in successo di critica e pubblico.

Nei due anni passati dai Billboard Music Awards, da quando ha chiesto di essere "preso sul serio come artista", si è armato della musica che gli permette di fare questa richiesta. A Jimmy Kimmel, Bieber ha detto: "Ho lavorato duramente a quest'album. Ho lavorato duramente per diventare l'uomo che voglio essere".

Per cui non c'è da stupirsi che si sia commosso ai VMA. Passare attraverso un periodo di oscurità e depressione e uscire dall'altra parte è catartico. Ma uscirne con tanta forza è grandioso.