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Musica

La groupie più famosa del mondo ha 70 anni e sta meglio di te

Pamela Des Barres è brillante, forte, vitale e non ha rimpianti. Siamo andati da lei a farci raccontare una vita di eccessi, lotte e successi.

Pamela Des Barres ha limonato con Jim Morrison mentre erano entrambi fatti di Trimar, si vedeva regolarmente con Keith Moon per scambiarsi i vestiti e ha avuto storie con Jimmy Page e Mick Jagger. È la Groupie più famosa di sempre, e oggi è il suo sessantasettesimo compleanno. Avendo vissuto i suoi anni da teenager a Los Angeles negli anni Sessanta, Pamela si ritrovò a frequentare i club del Sunset Strip in cui Jim Morrison, i Rolling Stones, i Flying Burrito Brothers e Frank Zappa cercavano la loro futura gloria. Era una freak dei Beatles, ossessionata da Paul McCartney; almeno finché non conobbe un ragazzo di nome Victor Hayden, che le presentò suo cugino Captain Beefheart. Grazie a loro, iniziò a votarsi completamente alla musica, aprendosi la strada per il palco del Whisky-a-Go-Go a colpi di seduzione, cucendo camice da cowboy per i suoi adorati frontmen e cantando in un gruppo di sole ragazze, le GTOs (Girls Outrageously Together). Ormai era entrata nell'elite del groupismo, con un posto garantito sul jet privato degli Zeppelin ed essendo riuscita a dare a Mick Jagger un parere determinante sull'appena terminato Beggars Banquet.

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Foto di Henry Diltz.

A quattro acclamate autobiografie, un figlio e un divorzio di distanza da quegli anni, Des Barres è ora una scrittrice, giornalista e insegnante di scrittura creativa. Il suo primo libro I'm with the Band: Confessions of a Groupie era una controversa storia di sessualità femminile, amore, potere e rock. Dopo anni a cercare inutilmente un agente letterario e un pesante rifiuto da parte di Random House (secondo cui I'm With The Band non sarebbe "mai stato un libro"), diventò famosa come autrice quando il suo libro entrò nella classifica dei best seller del New York Times e ci rimase per tre mesi secchi. L'anno scorso ha anche lanciato una linea di abbigliamento chiamata Groupie Couture e si reca spesso in giro per il mondo a tenere workshop di scrittura.

Quando la sono andata a trovare per farmi dire com'è la vita di una ex-groupie che si avvicina alla terza età, mi sono trovata esattamente nella casa che mi ero immaginata: tappeti color malva, un divano dorato e un sacco di cimeli dei suoi idoli, da un ritratto a olio di Walt Whitman a uno di Elvis. Quando apre la porta per salutarmi ha indosso un ampio vestito color verde acqua con decorazioni paisley e un ciondolo con il volto di Bob Dylan, e ha i capelli tinti di un colore bruno brillante. È scalza e porta uno smalto verde metallico sulle unghie. È tuttora ossessionata dalla musica, scimmiata per i testi delle canzoni e aspetta che arrivi un nuovo Elvis a cambiare il mondo.

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Noisey: Come pensi sia cambiata l'idea che la gente ha delle groupie?
Pamela Des Barres: Moltissimo.Un tempo venivo considerata un'anti-femminista: una troia sottomessa agli uomini. Negli anni ho visto il dibattito cambiare molto lentamente, ma senza starmene nascosta o in disparte. Ho continuato a insegnare, scrivere ed esprimere le mie idee sulla vita. Non sono una puttanella che ha sbancato con un libro per poi sparire nel nulla, ora, finalmente, mi vedono come la femminista che sono: una donna che ha fatto esattamente quello che voleva nella vita.

Foto di Henry Diltz.

Avevi mai immaginato che saresti diventata scrittrice?
Ho una laurea in letteratura inglese, e ho sempre scritto e conservato i miei diari. Quando stavo vivendo le cose di cui ho scritto sapevo già di stare facendo parte della storia, c'erano tantissimi momenti che avrei voluto far durare in eterno, come l'essere salita sul palco con Hendrix o lo stare seduta sull'ampli di Jimmy Page, e sapevo che la gente un giorno avrebbe voluto che gli raccontassi queste storie. Quando mio figlio compì quattro anni, decisi di iniziare a scrivere, ma prima seguii un corso alla Every Woman's Village, l'unico posto nella Valley dove poter seguire corsi serali di un certo livello. Scrissi anzitutto il capitolo di I'm With The Band sui Rolling Stones, come compito, perché erano storie che mi giravano in testa da moltissimo. Chi avrebbe potuto credere al fatto che da giovane ero passata dal dipingere fantasie sull'aspetto delle palle di Mick Jagger al sapere esattamente come fossero fatte, pochi anni dopo?

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Hai ancora quei diari?
Certo. Dovrebbero stare in un museo. Il mio consigliere spirituale un tempo mi disse che avrei perso tutta la mia fama ma ora sto notando che ho guadagnato molto rispetto. Quando uscì il mio primo libro mi presi addosso un sacco di merda: era appena spuntato fuori l'AIDS e tutti mi chiamavano puttana, una roba da non credere. Andavo a dei talk show e la gente mi prendeva di petto: "Come hai potuto scrivere roba del genere sulle rock star!" Larry King fu carino con me. Geraldo Rivera un po' meno, ma soprattutto il suo pubblico era assolutamente incazzato con me, soprattutto le donne.

Pensi di avere influenzato le donne di oggi?
Ai tempi creammo il look che ora si chiama "festival", è per questo che ho creato la mia linea Groupie Couture. Voglio che le ragazze si vestano come noi all'epoca: femminili, sgargianti, oltraggiose… Volevamo esprimerci e attirare l'attenzione, dare la sveglia alla gente.

La tua band band—le GTOs—è stata pionieristica, la prima girl band con energia e carattere. Frank Zappa vi fece da producer senza però fare da burattinaio tipo Phil Spector con le Ronettes.
Mi piacerebbe che alle GTOs fossero davvero riconosciuti questi meriti. Molti che mi conoscono non sanno niente delle GTOs, pensano fossi solo una groupie. Penso saremmo potute andare lontano se molte delle altre ragazze non fossero state delle tossiche al tempo, soprattutto perché Frank era contrarissimo alle droghe. Un paio, Sparky e Lucy, mollarono perché pensavano stessimo diventando troppo commerciali, il che è ridicolo, considerato che eravamo quanto più anti-commerciali possibile. Facevamo interviste e accettavamo coperture sulla stampa, ma finiva lì. In realtà eravamo delle performer molto prima della performance art. GTOs era una scelta di vita.

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C'era molta competitività e gelosia nel mondo groupie?
Inizialmente no. Nelle GTOs stavamo attente a non prenderci cotte per gli stessi tipi, e di solito funzionava. Avevamo gusti diversi, ma cambiò tutto negli anni Settanta, quando nella scena arrivarono tipe come Lori Mattix e Sable Star, che erano molto giovani, sui tredici o quattordici anni. Come si fa a competere con una roba del genere? Sable era proprio una stronzetta, ha detto in giro cose terribilmente crudeli sul mio conto, perché quando si affacciò sulla scena io avevo ventiquattro anni e per lei ero già "passata".

Foto di Henry Diltz.

Ma a nessuno importava questa differenza d'età? Il fatto che fosse pedofilia pura?
No. Erano tempi diversi, non importava a nessuno. Ora, come sai, molta gente famosa in Inghilterra sta finendo sotto processo per avere fatto sesso con groupie minorenni. Cioè, se oggi facessero il processo a Bowie o a qualcuno degli Zeppelin… Be', non so, era diverso. Le ragazze volevano essere lì, non erano gli uomini che andavano a caccia. Ovviamente i genitori non avevano idea, non potevano saperlo subito. Magari poi le ragazze finivano sulla copertina di Star con Jimmy Page, ma al momento della pubblicazione la loro tresca era già finita da mesi. La mia età era comunque un problema, perché non potevo competere con queste ragazze che a malapena avevano il ciclo. Si mettevano in mezzo con molta convinzione e, soprattutto, molta crudeltà. Non molto Lori, perché faceva semplicemente quello che le diceva Sable. Aveva tredici anni mentre Sable ne aveva quattordici, erano roba nuova con cui le rockstar potevno giocare per non annoiarsi. Si annoiavano di brutto, non ne hai idea. Mi ricordo una volta in cui ero in una stanza di hotel con Mitch Mitchell e lui iniziò a spaccare i mobili e incollarne i pezzi al soffitto. Per cui le groupie erano…

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…un passatempo?
Sento ancora queste ragazze. Stanno bene. Sono ancora amica di Lori, è sposata con un designer della Hyatt. Sta bene. Il suo passato non l'ha rovinata né ha compromesso il suo futuro, però ha un sacco di problemi online: la gente non le crede, dicono "Ma figurati se Bowie avrebbe mai toccato una tredicenne". Eh no, certo…

E le altre ragazze che fine hanno fatto?
Sable si era sistemata a Reno, sposata e con figli. È morta dieci anni fa, e una volta uscita dalla scena musicale non ne volle più sapere. Lori era diversa, è contenta del suo passato, mentre non credo Sable lo fosse. Come ti ho detto, erano competitive e crudeli, e io non volevo averci a che fare.

Pensi di intimorire la gente oggi?
Un po', specialmente dove vivo ora. I miei ultimi veri amori avevano vent'anni meno di me, erano entrambi musicisti, e ci siamo conosciuti grazie alla musica. Ora non voglio più avere a che fare con gente troppo giovane, vorrei conoscere qualcuno più vicino alla mia età. Non voglio comunque considerarmi un'anziana, a parte quando questo mi fa avere degli sconti. Certo, quando dico la mia età non ci crede nessuno, devo ancora sempre provare di essere abbastanza vecchia. Mick Jagger e quelli come lui hanno però hanno dimostrato che l'età non vuol dire niente. I rocker che fanno più soldi sono tutti settantenni: Eagles, Stones, Paul McCartney… Stanno mostrando al mondo, e alla mia generazione, che non sei mai vecchio finché non sei morto. Io semplicemente non mi voglio fermare mai. È questa l'attitudine rock'n'roll, non fermarsi mai.

E non c'è differenza in questo tra uomini e donne?
Non più. Possiamo scegliere di prenderci cura di noi stesse in molti modi diversi. Posso rimanere vitale quanto Mick Jagger, anche se sarà percepito diversamente. La differenza è che un uomo che invecchia attira meno attenzione.

Questo articolo era originariamente apparso su Broadly, il nuovo vertical di VICE dedicato all'universo femminile.

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