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Musica

Vietato scopare ai festival

Fatevene una ragione.

Foto: Incase | Flickr | CC By 2.0

Forse sarebbe meglio che questo articolone lo scrivessi sotto pseudonimo, perché probabilmente l'immagine che verrà fuori di me dopo queste considerazioni sarà quella di uno sfigato maleodorante che ha visto una donna solo spiando dalla finestra con il binocolo. Insomma, il tipico maschio da festival. Invece sarò scaltro e non solo firmerò questo pezzo col mio nome, ma inizierò addirittura con un aneddoto autobiografico. C'erano questa ragazza, chiamiamola Natalie, un tendone e una sigaretta. La sigaretta era il frutto di una gara di rollaggio che avevo appena disputato (e perso miseramente) presso uno stand promozionale di tabacco. Dato che non fumo non avevo decisamente alcuna possibilità di vincere, ma conservavo fieramente la mia prima (e finora ultima) sigaretta rollata in vita mia come fosse un trofeo. La scena si svolgeva al Rock am Ring, e dopo questa gag mi sono diretto, con la mia opera d'arte in mano, verso il palco che ai tempi si chiamava in un modo orrendo: AlternaTent. E lì seduta chi ci trovo? Natalie. Zainetto, capelli scuri, canotta. La leggera scottatura che si era presa la rendeva ancora più brillante e vivida ai miei occhi. Conseguenza: colpo di fulmine. Ho deciso in quel momento che quella giovane dea sarebbe stato l'unico essere umano degno di ricevere la mia sigaretta sacra. Con il mio numero di telefono scritto sopra. Non so nemmeno come sono riuscito a scarabocchiare il mio numero su quella specie di carciofo che, via via, era sempre meno riconoscibile come sigaretta. E nemmeno so come sono riuscito a raccogliere il coraggio necessario per andare da Natalie, consegnargliela e dirle qualcosa di sensato. Ricordo solo l'infinita simpatia con cui mi guardò e l'infinito silenzio che mi riservò. Me ne sono andato con le pive nel sacco e ho capito che rimorchiare ai festival è una cosa impossibile, nemmeno con lo stratagemma della sigaretta, tra i più romantici della mia vita. Non c'è spazio per l'interazione umana in un ambiente così brutale e primitivo. Assolutamente no. Ogni festival a cui sono andato successivamente ha poi confermato la mia impressione: i festival sono creati apposta per la conservazione del seme. Ci sono un sacco di giovani, un sacco di droghe, un sacco di nudità, ma niente sesso. Ho quindi ragionato sulle ragioni per cui la situazione è questa:

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1 Non ci sono donne
Foto: Flickr | CC BY-NC 2.0 | cgo2

Si vede anche a prima vista: mediamente ogni festival ha una percentuale di uomini molto superiore a quella femminile. Questo succede prevalentemente in festival rock, hard rock e metal, mentre c'è un po' più di varietà a quelli con reggae, hip-hop ed electro, forse perché sono un po' più umani. Conta, per capire questo dato, ragionare anche sui servizi che i festival forniscono. Per esempio i bagni dei festival metal sono molto spesso latrine inagibili in cui è preferibile mille volte stare in piedi piuttosto che accucciati, ma anche in casi più rosei la proporzione maschi:femmine è al massimo 60:40.

Se poi pensi che la maggior parte delle signorine presenti hanno comunque occhi solo per Nicolas Jaar, le probabilità di attirare la loro attenzione cala drasticamente, soprattutto perché l'avventore medio di un festival, dopo poche ore, assume le sembianze di un cavernicolo. È abbastanza ovvio che le ragazze preferiscano pomiciare con un albero piuttosto che con uno di questi esseri paludosi e pieni di birra.


Un'altra prova: nemmeno le band possono essere fiduciose di avere un rapporto sessuale in questo ambiente inquietante. "Non ho mai fatto sesso a un festival. Almeno non sul posto," mi ha confidato Matthew Murphy, cantante dei The Wombats, in un'intervista. Stessa cosa vale per Hugo White, il chitarrista dei Maccabees. Per lui addirittura il sesso in tour è da mettere in discussione: "La cosa di scopare in tour è una leggenda metropolitana. Deve verificarsi la congiunzione astrale per cui becchi un paio di groupie poco sane di mente." Per non parlare delle condizioni meteorologiche e fisiche cui i festival ti sottopongono: "Uno dei palchi al T in the Park del 2012 era inagibile perché tutto intorno era pieno di fango. Quindi lo spazio sotto il tendone, in cui dovevano suonare, si è trasformato nel luogo perfetto per la camporella. Nel fango. Non stupisce che poi la gente ha iniziato a fotografare quella situazione e a postare le foto su Twitter."

2. Non c'è alcuna intimità.

Foto: Flickr | Mollenberg | CC By 2.0

Questo porta al secondo ammazza-sesso dei festival: non esiste la privacy. Anche se (cosa che abbiamo detto essere statisticamente difficile) si trova una donna disposta ad avere rapporti sessuali con te, non si sa bene dove mettersi. Si potrebbe andare in tenda, luogo ameno in cui dovrete interagire con sacchi a pelo maleodoranti, bottiglie vuote e calzini sporchi della notte prima. Ma anche il fatto che ogni vostro minimo rumore possa risuonare liberamente nell'intero campeggio è un lieve deterrente. Anche se il campeggio si trovasse nei pressi di un palco in cui suonano band a volumi altissimi, si tratterà sicuramente di robe tipo Rammstein o Prodigy, sinfonie che tendenzialmente uccidono la libido.

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Quindi dovreste cercare un posto un po' più immerso nella natura, magari con un minimo di illuminazione, così magari potrete controllare che la vostra alcova non sia proprio in prossimità di una pozza di vomito e piscio, che è un rischio molto frequente negli anfratti dei festival.

Anche nel fortunato caso in cui siate andati lì in coppia, il sesso è impensabile. O almeno è molto difficile, come scrive Oliver Uschmann nella sua divertente guida alla sopravvivenza da festival. Oliver ci ha raccontato di quel fenomeno che lui chiama la "One Night Stand con il proprio partner," che dovrebbe funzionare in questo modo: "il campeggio è l'unico posto in cui le coppie possono sperare di avere una possibilità per amarsi come si deve, ovvero fare sesso animalesco e disinibito. Ma questo è vero solo se si riesce a intercettare quel brevissimo momento in cui il tuo partner è abbastanza ubriaco da essere disinibito, ma non troppo ubriaco ovvero in condizioni cadaveriche, per cui un rapporto sarebbe qualcosa al limite della necrofilia."

3. Livello erotismo = zero.

Foto: Flickr | CC BY-NC 2.0 | Thomas Hawk

Certo, i festival sono pur sempre luoghi in cui la passione ha le sue limitazioni, ci sono persone che subiscono un po' di più queste limitazioni, ma per tutti gli altri è abbastanza chiaro che l'atmosfera è sempre quella un po' Woodstock di sfrenato sesso animale, poi se uno ha un po' di soldi per prendere una camera d'albergo o un lato vagamente esibizionista siamo a cavallo. Nonostante questo, c'è anche una grossa componente anti-erotica. Ammettiamolo: alcune ragazze con la panzetta da birra, ragazzi che si credono Tarzan il re della giungla, tipi del genere sono meno eccitanti delle canzoni di Robin Thicke.

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Oltretutto, stando 24 ore su 24 in un clima forzatamente promiscuo è ovvio che prima o poi ci si trova davanti a quello che tira fuori il picio davanti a tutti per fare pipì di fronte al palco principale, a individui cinghialeschi ricoperti di fango o a gentaglia che non si lava i denti da tre o quattro giorni. Un festival, visto dal punto di vista meno romantico, può facilmente trasformarsi in una fogna a cielo aperto. Aggiungiamoci che, di tanto in tanto, i più fortunati riescono a beccare quelle rarissime forme di vita ancora in grado di indossare una t-shirt dei Nickelback e il gioco è fatto… Erotismo messo a tacere per sempre.

4. Anche se fai sesso, le conseguenze sono estreme.

Foto: Aljoscha Redenius

Nonostante tutte queste motivazioni per non fare mai sesso a un festival, c'è gente che in qualche modo ci riesce. Oliver Uschmann scrive nel suo libro che circa un quarto degli avventori dei festival fa sesso addirittura due volte al giorno. Questo dato viene da sondaggi pseudo-ufficiali del 2013 in cui un quarto degli intervistati ha affermato di aver fatto sesso ai festival con persone conosciute in loco. Ora, chiunque abbia mai sentito parlare di desiderabilità sociale delle risposte ai sondaggi sarà, come me, un po' scettico su questo dato.

Il fatto che la maggior parte delle persone che partecipano ai festival abbia relazioni assidue con sostanze, anziché con esseri umani, fa temere ancora di più per la verità del suddetto dato. C'è però un lato oscuro della questione: in media ai grossi festival, quelli con circa 120.000 persone tipo il Rock am Ring, avvengono almeno due casi di stupro. Andreas Koch, che si occupa di sicurezza ai festival, ci conferma che la maggior parte delle volte i drink modificati hanno un ruolo abbastanza centrale in questi casi, e ci tiene a ribadire di stare sempre molto attenti al proprio bicchiere.

Anche i responsabili della Croce Rossa con cui abbiamo parlato ci rivelano che esistono alcuni dati preoccupanti: l'anno scorso al Melt! Festival, dopo il primo giorno, hanno ricevuto almeno cinquanta (!) richieste di pillola del giorno dopo, mentre sembra che i preservativi distribuiti ai banchetti di prevenzione vengano il più delle volte dimenticati nei portafogli o utilizzati per costruire simpatici gavettoni.

Quindi se siete tra i pochissimi che riescono a superare tutti gli ostacoli che la natura vi mette davanti quando andate ad un festival, tentate di stare un attimo con la testa sulle spalle, perché nella migliore delle ipotesi rischiate di generare una nuova generazione di piccoli esseri umani che, dato il quadro astrale sotto cui sono concepiti, potranno diventare la redazione di Noisey del futuro.

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