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Musica

Napoli di Paura

Abbiamo percorso con Francesco Paura la strada da Nola a Piazza San Domenico Maggiore, il punto di riferimento della scena hip-hop campana negli anni Novanta.
Mattia Costioli
Milan, IT

Ghetto Talk è la rubrica che vi porta a fare un giro per le strade dei vostri musicisti preferiti.

Dal 1995 al 2004 Francesco Paura ha fatto parte dei 13 Bastardi, uno dei collettivi dell'underground napoletano più influenti e importanti della Golden Age italiana, eppure la sua storia, che poi si è sviluppata e intrecciata con quelle di Clementino e Tayone, fino a regalarci quel concerto di bassi che è Darkswing, è cominciata molto prima, sul treno che da Nola porta in città.

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Paura è cresciuto a Nola, dove vive ancora oggi, a Nord-Est del Vesuvio, e passava le ore in Circumvesuviana per arrivare a Napoli: "È un treno che porta dalle mie zone al centro di Napoli, dove in qualche misura già da ragazzini c'era un po' di hip-hop, anche se eravamo ancora pochissimi. Mi dovevo fare un'ora di viaggio, nonostante fossero solo 30 chilometri di distanza, perché il treno ferma in ogni singolo paesino".

Paura dopo i suoi 30 chilometri scendeva a Piazza Garibaldi, verso Piazza San Domenico Maggiore, che è storicamente la piazza più importante per la scena rap campana: "Noi dei vecchi tempi lo ricordiamo come il periodo del bidone, perché al centro della pizza sistemavamo uno di quei grossi bidoni neri al contrario, per appoggiarci sopra il ghetto blaster. Avevamo un po' di cassette con dei beat e quelle sono state le prime jam di freestyle che io riesca a ricordare".

Tutte le foto di Davide Totaro.

In quel periodo fare rap a Napoli era una cosa da alieni, quindi gli altri frequentatori della piazza, che già da prima era un bel ritrovo di fattoni, li guardavano un po' straniti e un po' incuriositi. "La musica che ascoltavamo erano i classici della Golden Age, Run DMC, De La Soul, ma a volte anche roba west coast, ad esempio Cenzou era uno fissato con Snoop Dogg e gli NWA, tutta la scena losangelina e californiana".

Il viaggio che ha voluto percorrere per raccontare la sua Napoli è proprio quello che lo portava dalla stazione dei treni a Piazza San Domenico Maggiore, dove è nata e cresciuta la sua passione per la musica black. "La stazione di Piazza Garibaldi potrebbe essere il posto in cui è stato inventato il gioco delle tre carte, oppure dove è nata la truffa del mattone, è un posto super folkloristico dove davvero si respira il vivere di tutti i giorni della città, dove si esplicita al massimo quel concetto di tirare avanti che purtroppo è molto legato allo spirito della città . È un posto emblematico, per quanto mi riguarda".

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Attaccato a Piazza Garibaldi c'è il quartiere del Vasto, dove tanti anni fa si svolgeva il mercato ortofrutticolo, mentre oggi è un quartiere dormitorio dei lavoratori immigrati dal Senegal e dalla Cina. Nel quartiere si trova l'Antico Forno delle Sfogliatelle Calde, che è in attività da oltre ottant'anni. "È la migliore sfogliatella di Napoli, il che la rende anche la migliore del mondo".

In questo quartiere multietnico si aggirano personaggi stravaganti e situazioni al limite, che si mescolano nella convivenza di un quartiere dormitorio e di una zona fortemente turistica. Chi viene da fuori e scende alla stazione sa di dover fare tappa obbligata in Vico Ferrovia, ma al tempo stesso la zona negli anni ha cambiato molte delle sue funzioni, lasciando un ponte un po' malfermo tra passato e futuro. "Noi che veniamo dalla provincia abbiamo una sorta di amore reverenziale per questo forno".

Superato Il Vasto, che si affaccia su Piazza Garibaldi, si imbocca Corso Umberto, che i napoletani chiamano O' Rettifilo, una strada costruita lungo una retta di un chilometro e mezzo che durante la Seconda Guerra Mondiale fu sgomberata di ogni superfluo per permettere il passaggio delle truppe tedesche, e che oggi è una delle zone storiche di più recente costruzione di Napoli.

"Qui ci troviamo in Via Dei Tribunali nel Decumano Centrale della città, parallela a Spaccanapoli, una strada che si chiama così perché se la guardi da sopra Castel Sant'Elmo si nota una diagonale che taglia in due la città. È una delle strade più importanti della città, e dove ho fatto la foto si può vedere anche la maschera di Pulcinella, realizzata da un artista napoletano che si chiama Lello Esposito".

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Sempre in Via Dei Tribunali, si trova la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, che sulla facciata e nelle nicchie laterali è decorata con teschi ed ossa.

Paura non sbaglia un nome né una via mentre mi racconta il suo cammino, e se si azzarda a farlo dall'altro capo del telefono si sente la voce di sua moglie che lo corregge, uno dei svantaggi nel vivere insieme a una guida turistica.

Nella foto è insieme a suo fratello, cantante e polistrumentista che, tra i suoi lavori, annovera anche il ritornello e la musica di "Overdrive", uno dei brani che compongono Darkswing. Hanno 19 anni di differenza e per colpa (o merito) di Francesco è cresciuto a pane e musica black, ma come lui ha sempre vissuto a Nola facendo avanti e indietro da Napoli.

"Molte volte ci vuole più tempo ad andare da un lato all'altro della città che a passare da Nola a Napoli, quindi bene o male ho vissuto tutte le epoche della città, da un punto di vista musicale".

"Il DJ che mi passa i dischi si chiama Ciccio Sciò e la foto l'abbiamo scattata da London, un negozio di riferimento per lo streetwear napoletano, il proprietario l'ho conosciuto ormai venticinque anni fa, ed era già un punto di riferimento. Diciamo che è il luogo per eccellenza, perché si passa sia per fare gli instore che per fare quattro chiacchiere sulle nuove uscite discografiche".

Si trova a duecento metri da Piazza San Domenico Maggiore, ma il negozio in cui comprare i dischi a metà dei Novanta era Flying Records, casa della storica etichetta Napoletana, che poi ha chiuso, ed era l'unico negozio a vendere dischi d'importazione dagli Stati Uniti, tant'è vero che molti personaggi della scena napoletana si sono conosciuti tra le sue mura: "C'era una bacheca in cui si mettevano annunci per DJ, produttori e MC, quindi il negozio era un luogo di scambio, dato che non erano ancora diffusi i cellulari, quindi bisognava segnarsi, darsi un appuntamento e conoscersi di persona. Si andava lì, si comprava il disco dei Wu-Tang e si aspettava che qualcuno lo notasse per scoprire chi aveva gusti in comune".

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In realtà i luoghi di incontro non sono cambiati e ancora oggi tra Piazza Del Gesù e Piazza San Domenico Maggiore è un luogo di incontro e scambio per chi fa musica in generale. In Via San Sebastiano, una delle traverse del tratto di Spaccanapoli che collega le due piazze, ci sono solo negozi di musica di strumenti musicali. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, Napoli non ha mai avuto alcuna difficoltà ad integrare l'hip-hop nel suo bagaglio culturale, anzi, la black music è fortemente radicata all'interno delle radici della musica napoletana e tutti avevano a disposizioni gli strumenti per comprendere il rap.

"Basta pensare a Pino Daniele, ma in generale Napoli è sempre stata una città molto aperta verso le contaminazioni dall'esterno, sia per motivi storici, che per motivi culturali. Il rap a Napoli, che sorpattutto all'inizio si è connotato come una forma di protesta, ha avuto un successo incredibile negli anni Novanta, che ha formato una scena molto sentito e molto importante, anche a livello nazionale".

Nel corso degli anni la scena è cambiata, come è cambiata in tutta Italia, ma Paura ha vissutto tutte le fasi dei cambiamenti da un punto di vista privilegiato. "Noi avevamo come punto di ritrovo per le jam Officina 99 e la domenica pomeriggio c'era un contest di rap dove si suonavano strumentali rap per ore ed ore, forse è il luogo più importante dove esibirsi, per quell'epoca storica, ma il luogo a cui sono più legato resta sicuramente la piazza".

Nella foto qua sopra ci sono alcune delle persone che hanno plasmato quella scena negli anni Novanta, sotto l'Obelisco di San Domenico Maggiore, e ve ne dovete mangiare di cassettine per riconoscerli tutti al primo colpo. Sono Sha1, esponente dello storico collettivo La Famiglia, Ekspo, ex membro dei 13 Bastardi, Speaker Cenzou, che ha sempre avuto una carriera da solista, ma ha militato anche nei 99 Posse e Lucariello del Clan Vesuvio, che tra i suoi lavori più importanti annovera la colonna sonora di Gomorra.