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Musica

Lettera aperta a David Guetta

Siamo un po' preoccupati per te, Pierre

Ciao David. No, aspetta… dobbiamo essere onesti fino in fondo, quindi: Ciao PIERRE.

Come va? Tutto Bene? Sinceramente, siamo un tantino preoccupati per te. Sei piuttosto strano, ultimamente. Hai smesso di mettere i nostri tweet tra i preferiti, hai rifiutato di farti intervistare dai nostri colleghi e, cosa ben peggiore, hai smesso di portare gli occhiali da sole al chiuso. Questo non è da te, proprio no.

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Sappiamo che ultimamente le cose con Cathy non vanno bene ma, ora che tra voi due è finita una volta per tutte, possiamo dirtelo: non era la donna giusta per te. Tu hai bisogno di una che accetti con serenità il fatto che sei un roscio, cosa che cerchi di nascondere dal ’92 ma che ora, in un mondo post-Sheeran, puoi iniziare a rivendicare con orgoglio. Dai, non pensare a Cathy, dopotutto sei sempre l’autore di “People Come, People Go”, dovresti essere corazzato contro queste cose, sei “Titanum”, una “Sexy Bitch” che “Wanna Go Crazy”. Sono anni che le tue canzoni ti preparano a questa eventualità, quindi perché affliggersi così?

Insomma, Pierre, quel video lo abbiamo visto tutti, e abbiamo bisogno di spiegarti come ci ha fatto sentire. Probabilmente è in gran parte colpa nostra: quando il nostro idillio sbocciò per la prima volta, tanti anni fa a Ibiza, non ti abbiamo voluto perché eri famoso, no, era vero amore! Forse non te lo abbiamo mai detto abbastanza.

Dopo quel momento, comunque, le cose hanno iniziato ad andare in maniera alquanto bizzarra: quando hanno cercato di intervistarti su monociclo a Tomorrowland, hai confuso un festival a cui hai suonato per dieci anni di fila con uno strip club di Miami. Hai anche dichiarato di avere inventato il “su le mani”, ma a noi risulta che il primo a fare quel gesto fu uno scimpanzé, parecchio tempo fa.

Ma parliamo piuttosto del tuo instagram. Ecco, quella pare proprio una festa mattissima, no? Non siamo esperti di anatomia, ma quello che fa capolino lì ci pare proprio un cazzo. Ok, lo sappiamo, certe volte, quando sono tutti fatti alla grande e presissimi dalla musica, capita che qualcuno tiri fuori il pene, ma era davvero necessario ricompensare quell’uomo portandolo con te a un'altra delle tue date? Vuoi davvero che quell’uccello flaccido ti perseguiti in giro per il globo come uno spettro dei DJ set passati? Tu sei il vecchio marinaio e quel cazzo sarà il tuo albatross, te lo diciamo noi.

Non abbiamo solo intenzione di criticarti, comunque. Vogliamo anche darti una mano a tirarti un po’ su. C’è solo una cosa che puoi fare per ripigliarti, per riconquistare la tua musa, recuperare un barlume di luce negli occhi e qualche segno di attività cerebrale: trasferirti a Los Angeles e darti alla deep house. È venuto il momento, e quell’hi-hat in levare che sentirai potrebbe essere il tappa-tappa della libertà che bussa alla tua porta.

Noi saremo qui ad attenderti.