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Musica

Portate rispetto per la statua di bronzo di Lemmy dei Motörhead

Il cantante degli Hirax ha organizzato la costruzione del monumento, che si trova al Rainbow Bar & Grill di Los Angeles.

La notizia della morte di Lemmy Kilmister, bassista e frontman dei Motörhead, è stata uno shock per chiunque avesse mai apprezzato il suono di una chitarra elettrica nella sua vita. Oltretutto, la sua scomparsa è stata la prima di una serie piuttosto pesante di morti celebri nel giro di qualche mese (Natalie Cole, David Bowie, Glenn Frey, Vanity e Prince, solo per dirnealcuni). Presa male, no? Un pochetto. Ma dato che nel mondo c'è sempre qualcosa di bello, Katon de la Pena—cantante degli Hirax, cioè una delle band thrash metal americane underground degli anni Ottanta che dovreste ascoltare subitissimo—ha regalato al mondo un'incredibile statua in onore di uno dei suoi eroi, ospitata da oggi tra le mura del Rainbow Bar & Grill, il locale di Los Angeles preferito di Lemmy.

"La prima volta che ci incontrammo fu all'inizio degli anni Novanta," dice De Pena. "Si era appena trasferito negli Stati Uniti, io ero al piano di sopra del Rainbow a bere una cosa. Mi girai sullo sgabello su cui ero seduto e me lo trovai di fronte. La mia prima reazione fu di dirgli, 'Ian [il vero nome di Lemmy], che ci fai qua?' Mi rispose, 'Mi sono appena trasferito negli Stati Uniti.' Non ne avevo la minima idea. Ero andato a vederli la prima volta che vennero in America, e sono sempre stato un loro grande fan. Lemmy è sempre stata una persona che ho preso come modello, e volevo fare qualcosa per lui," dice dell'idea dietro alla statua.

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"In qualche modo dobbiamo ripagarlo per tutta la musica che abbiamo rubato da lui," scherza.

Quando De Pena fece sapere la cosa ai gestori del club, la famiglia Maglieri, ebbe subito la loro benedizione.

Da sinistra a destra: il gestore del Rainbow Mikael Maglieri, Mikael Maglieri Jr, Katon de Pena, e l'artista Travis Moore

"Lemmy era un cliente fisso," dice Mikael Maglieri Jr. "E lo è stato da sempre, fin da quando ero piccolo. Veniva, giocava ai suoi videogiochi, fumava sigarette. Mi chiedeva di andare da lui, nel suo appartamento a due passi da qua, a settargli il videoregistratore. Se non era in tour, era da noi. Ogni tanto passava qualche fan a chiedere se fosse lì, e noi gli facevamo sapere se fosse in tour o meno. Se non c'era, tornavano sempre."

De Pena è riuscito a rendere la statua realtà con una campagna di crowdfunding che ha tirato su l'onesta cifra di 22,000 dollari. Maglieri si è invece occupato di trovare l'artista giusto per creare il monumento, sviluppando una collaborazione tra un'azienda locale chiamata "Big Statues" e l'artista del luogo Travis Moore.

Moore, che è laureato in Belle Arti e ha un master in kinesiologia, si è assicurato della correttezza di ogni dettaglio. "Abbiamo dovuto chiedere opinioni ai migliori amici di Lemmy, al suo management e alla sua vedova. Doveva essere identica a lui," dice. "Sono persino andato a parlare con il tizio che gli faceva gli stivali."

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"Se pensi al bar, alla sua storia e ai suoi fan è tutto bellissimo. E sono i fan ad averci messo i soldi, a farlo succedere. Penso che questo dica molto della persona che era Lemmy," dice De Pena. Come dargli torto?

Qua sotto trovate una serie di foto dell'evento di inaugurazione della statua, a cura di Melissa Castro.