FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

La vera storia dietro "MMMBop" degli Hanson

La band che ha dato il colpo di grazia definitivo al grunge ci racconta la storia dietro "MMMBop", il successo pop con più credibilità alternative di sempre.

Cari millennial, lasciate che vi porti indietro nel magico mondo del 1996: un'epoca più semplice di questa e in cui Leonardo DiCaprio camminava come un dio tra i mortali, Jonathan Taylor Thomas era il nostro Gesù e Tiger Beat la Bibbia. Era anche l'anno in cui una band poco conosciuta di nome Hanson registrò il demo originale di "MMMBOP", una canzone che ha requisito le frequenze radiofoniche di tutto il pianeta ed è rimasta nel cuore di milioni di teenager come il rantolo finale della musica grunge. "MMMBop" è stata il male necessario per il cambio di prospettiva del mercato discografico dalla musica alternativa alla musica pop.

Pubblicità

"MMMBop" era l'inno pop più decisivo della fine degli anni Novanta e ha raggiunto la posizione numero 1 nelle classifiche di 27 Paesi, guadagnandosi tre nomination per i Grammy e offrendo alla band che l'aveva compesta un successo strepitoso con 16 milioni di dischi venduti. Anche se gli Hanson sono stati spesso archiviati come una meteora fatta di escrementi la verità è che le radici del loro primo disco, Middle of Nowhere, affondavano nella scena alternative rock della Los Angeles anni Novanta più profondamente di molta altra musica considerata più nobile.

I Dust Brothers, che hanno supervisionato Paul's Boutique dei Beastie Boys e Odelay di Beck, sono stati i produttori di Middle of Nowhere e Tamra Davis, la stessa che ha diretto i video di Beatie Boys (suo marito è Mike D), Lemonheads, Veruca Salt e Sonic Youth ha lavorato al videoclip di "MMMBop". Un tizio sconosciuto di nome David Campbell, che tra i vari ha lavorato anche con Beck (AKA suo figlio…), Green Day, Hole, Alanis Morrissette, ha composto gli arrangiamenti del disco.

Ma prima di tutto questo, gli Hanson erano tre fratelli che si divertivano a fare musica nel garage di casa, in Oklahoma. Quella che vi raccontiamo oggi è la storia di come "MMMBop" è venuta al mondo, raccontata direttamente dai fratelli che l'hanno resa celebre.

Tre ragazzi, un garage e un sogno

Taylor Hanson: Siamo cresciuti in un ambiente legato alla musica a Tulsa, in Oklahoma. Andavamo fuori di testa col rock e l'R&B e alla fine abbiamo deciso di provarci anche noi. All'epoca Zac era molto giovane, quando abbiamo cominciato. Isaac Hanson: Avevi quattro anni, Zac! Zac Hanson: Sono sicuro che non ero così interessato alla musica, a quattro anni. [ride] Taylor: Abbiamo iniziato ufficialmente nel 1992. Eravamo lì belli belli con le nostre giacche di pelle anni Cinquanta e cantavamo cover di Chuck Berry, Little Richard, e Bobby Day. Isaac: Il nostro primo vero concerto è stato a questo festival di paese, quando io avevo undici anni, Taylor ne aveva nove e Zac sei. Taylor: Avevamo già iniziato a costruire la nostra carriera, partendo dal basso, ma avevamo già qualche centinaio di fan iscritti alla nostra mailing list. Con mailing list intendo che leccavamo i francobolli e inviavamo gli inviti per i nostri concerti tramite posta, quella vera. Christopher Sabec [il primo manager degli Hanson]: Ero al SXSW quando li ho scoperti, questi ragazzini si aggiravano tra la folla e chiedevano a tutti hey, possiamo cantare per te? Io ovviamente gli ho detto di sì e mi hanno cantato una versione senza base di "MMMBop". Quando li ho sentiti ho subito capito che c'era del potenziale, così gli ho consigliato di trovarsi un manager. Taylor: Nei cinque anni prima di diventare famosi avevamo inciso un paio di cose. La nostra seconda stampa indipendente si chiamava "MMMBop" e prendeva il nome proprio da quella canzone. La versione originale era diversa di un tono ed è uscita per la prima volta nel 1996, ce la siamo stampata da soli. Sabec: Abbiamo inviato quei demo a 14 label diverse. Taylor: Non ci ha mai cagato nessuno, ma non ci siamo arresi.

Un concerto fallimentare e una svolta inaspettata

Steve Greenberg [A&R di Mercury Records, all'epoca]: Quando ho ricevuto il loro demo credo che già altre 12 etichette li avessero scartati. Ho ascoltato e ho pensato che fosse una canzone della Madonna, ma spesso quando arrivano i demo di band così giovani c'è sempre qualche problema con la loro immagine, per cui sono andato a vederli di persona, nell'aprile del 1996. Li ho visti a Coffeyville, Kansas, dove suonavano in un festival che si chiamava Coffeyville New Beginnings Festival. Non c'era molto pubblico ad assistere. Taylor: Steve Greenberg è venuto a vederci durante quel concerto. Erano anni che provavamo ad attirare addetti ai lavori ai nostri concerti e lui è venuto al più merdoso del nostro programma, all'unico concerto che non avremmo voluto che vedesse, davanti a 20 persone. Greenberg: Il festival non era granché, ma loro hanno spaccato. Sono andato nel backstage per conoscerli e gli ho fatto capire quanto mi piacessero. Gli ho detto che la mia speranza era che Mercury Records li mettesse sotto contratto. Stavo già cercando qualcosa come gli Hanson, prima ancora di trovare gli Hanson. Nel 1996 stavamo uscendo da quel periodo del grunge e il mondo era dominato da questa musica alternativa, un po' dark, ma io ero convinto che i ragazzi americani non fossero tutti così pessimisti come quella corrente culturale voleva far credere.

undefined
Pubblicità

Danny Goldberg [CEO di Mercury Records all'epoca]: Steve Greenberg li ha messi sul mio radar e io ai tempi mi fidavo ciecamente di Steve. Mi ha fatto ascoltare il demo di "MMMBop" e abbiamo preso una decisione nel giro di un minuto. Suonavano bene, erano belli e la canzone era una bomba. Aveva tutto molto senso. Taylor: Sorprendentemente quel concerto a caso si è trasformato in un ingaggio da Mercury. Nel giro di un giorno siamo passati dalle piazze dei paesi alla California, dove ci aspettava la possibilità di registrare un disco, con un budget.

Costruire una credibilità Indie

Steve Greenberg [Executive Producer di Middle of Nowhere]: Ci sono voluti sei mesi per mettere insieme il disco ed era un periodo in cui si cercava una via d'uscita dai suoni dell'alternative rock. Tutto ruotava intorno alla giusta credibilità indie e la gente era molto scettica sul fatto che saremmo stati in grado di fare un disco pop di successo. In quel periodo all'etichetta qualcuno era arrivato con la registrazione di Odelay di Beck e, dopo averlo ascoltato, ho fatto di tutto perché i Dust Brothers producessero anche il lavoro degli Hanson. I ragazzi si sono spostati in California nel giugno del 1996 e hanno montato l'attrezzatura nello studio dei Dust Brothers, che era in una casa a Silver Lake. È stato il loro coinvolgimento come produttori che ci ha permesso di avere una credibilità alternative. Taylor: Uno dei più grossi cambiamenti, a quel punto, è stato dover lavorare con qualcun altro, perché è vero che eravamo solo ragazzini, ma ci eravamo abituati a fare tutto di testa nostra, per cui abbiamo dovuto imparare a lasciar andare, alcune volte. La versione che conoscete tutti di "MMMBop" è venuta fuori dopo una conversazione con i Dust Brothers in cui abbiamo parlato dei Jackson Five. Loro sono cresciuti ascoltando i Jackson Five.

Pubblicità

Isaac: E anche noi siamo cresciuti coi Jackson Five! Taylor: La svolta definitiva è arrivata a quel punto e il pezzo è passato da un mid-tempo melancolico a una canzone upbeat, che richiamava un po' quelle sonorità. Steve Greenberg: I vocal di "MMMBop" sono stati registrati con l'aiuto di un vocal coach di nome Roger Love. Non era un lavoro semplice perché la voce di Taylor cambiava ogni giorno per colpa della pubertà. Nel demo che avevamo ascoltato la prima volta cantava con una voce completamente diversa, ma che ormai non esisteva più. Ci è voluto un po' di tempo ma alla fine siamo riusciti a fargli raggiungere questa nota molto alta, che era ciò di cui avevamo bisogno per chiudere il progetto. Danny Goldberg: Steve e io abbiamo voluto creare una patina di ambiguità attorno a un disco pop e credo che abbiamo messo insieme la squadra giusta. Non è che si sono messi a rifare i Nine Inch Nails o cose troppo hip, ma hanno aggiunto un fattore al suono dei ragazzi che li ha resi più facili da presentare sul mercato e, in generale, ha fatto filare tutto liscio.

La storia del videoclip

Danny Goldberg: Ciò che faceva la differenza all'epoca era MTV, che aveva ancora un'influenza spropositata. Avevo già lavorato con Tamra Davis quando ero il manager dei Sonic Youth e aveva prodotto un video grandioso per loro, così ho suggerito che si occupasse anche del singolo degli Hanson. Tamra Davis [regista di "MMMBop"]: Danny mi ha mandato la traccia ed alcune foto dei ragazzi. Ho guardato Taylor e ho pensato: "Cristo, se avessi tredici anni sarei innamorata persa di questo tipo" e anche la canzone era carina e accattivante, avevo già lavorato ad altre produzioni dei Dust Brothers quindi ho subito voluto conoscere gli Hanson.

Pubblicità

Tamra Davis: L'abbiamo girato in due soli giorni, provando ad essere spontanei. Avevamo un concept, ma la maggior parte delle idee sono arrivate per caso mentre eravamo sul set e sono venute tutte dall'immaginazione dei ragazzi. La scena dei rollerblade ad esempio è del tutto spontanea. Mi hanno detto "Ci piace andare sui roller!" e io li ho guardati con la faccia da snob, perché all'epoca solo gli sfigati andavano sui rollerblade… Ma alla fine mi hanno convinto, e allora abbiamo aggiunto una dose di rollerblade al video. Ho pensato che se li avessi incoraggiati ad essere se stessi sarebbe stato molto meglio, per il risultato finale. In effetti alla fine è andata proprio così: loro si sono divertiti e il video ha funzionato. Taylor: Quando suoniamo nel video siamo nello studio dei Dust Brothers, nel soggiorno della loro casa a Silver Lake. Quel punto è esattamente il punto in cui ci siamo seduti a parlare dei Jackson Five, prima di scrivere la canzone. Isaac: Ed è anche lo stesso in cui l'abbiamo registrata la prima volta! Danny Goldberg: Quando abbiamo finito il video è andato in heavy rotation su MTV. Steve Greenberg: MTV ha aiutato molto nel processo di creazione del mito degli Hanson. Tamra Davis ha girato un ottimo video ed è stata una freccia al nostro arco di credibilità. È stata quella la nostra strategia: mettere dei grandi nomi al servizio di una band che nessuno voleva prendere seriamente. Tamra Davis: Quello che mi ha colpito degli Hanson è stata la vicinanza alla loro famiglia. Nei giorni delle riprese, ad esempio, i genitori (oltre a stare lì con loro) gli hanno chiesto di scrivere un tema su quell'esperienza. Era una parte della loro educazione domestica.

Lo stridóre dell'ottimismo in giro per il mondo

Taylor: Dopo il video abbiamo fatto la nostra prima uscita pubblica per promuovere il disco. Ci sarebbero dovute essere un paio di centinaia di fan… Isaac: …in un negozio di dischi.

undefined

Steve Greenberg: Z100 ha organizzato un evento al Paramus Park Mall in New Jersey e gli Hanson sarebbero andati lì per promuovere il loro disco nel negozio di dischi del centro commerciale. Alla fine l'hanno dovuto chiudere, il centro commerciale, perché si sono presentate più di diecimila ragazze. È stata una cosa folle. Migliaia di ragazze che urlavano e saccheggiavano l'edificio. Ho chiamato Danny Goldber e mi ha chiesto "Cos'è questo stridore che sento in sottofondo?", e io gli ho detto: "Quelle sono le fan". Non poteva crederci. Danny aveva fatto da manager ai Nirvana nel loro periodo di maggior popolarità e non aveva mai visto niente di simile. A quel punto abbiamo capito davvero cosa avevamo tra le mani. Taylor: Mi ricordo quel giorno quando ci siamo seduti nel furgone. Mi ricordo le luci della polizia mentre ci scortava lontano dal centro commerciale. Tra di noi ci dicevamo "Ok, è incredibile, è straordinario…", nessuno pensava davvero a diventare famosi. Isaac: In quel momento eravamo anche gasati perché sapevamo che in quel momento eravamo come Michael Jackson quando era solo un ragazzo nei Jackson Five. Forse, ma solo forse, anche noi avremmo potuto essere come i Jackson Five. Segui Noisey su Twitter e Facebook.