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Musica

Klune - Hope

Ogni tanto ci sono dei pezzi che ci fanno saltare sulla sedia, ad esempio "Hope", il brano d'esordio di un trio tutto italiano.
Mattia Costioli
Milan, IT

Di solito il momento in cui vi raccontiamo le cose che ci hanno fatto saltare suIla sedia è fissato per il venerdì, ma ho potuto ascoltare la traccia che c'è qui sopra soltanto sabato e da allora è in heavy rotation sul canale 8 del mio cervello ed è probabilmente la canzone più bella che ho ascoltato da un (bel) po' di tempo a questa parte.

A passarmi questo gioiellino è stato Alberto Pagnin, di cui dovreste ricordarvi col nome di Bodwan (se non vi ricordate, volate a rimediare) e Klune è un che nasce a gennaio 2014 in un piccolo studio poco fuori Padova. I ragazzi sono in tre, Alberto, appunto, Giulio, che suona la chitarra e Giovanni, che è il padrone della bellissima voce che dovreste già avere nelle orecchie, e se non ce l'avete fareste meglio a premere il tastone arancione.

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I tre sono al lavoro da un po' di tempo, e "Hope" è la prima traccia estratta dall'EP che hanno composto. Questa è la prima volta che Klune viene dato in pasto all'umanità e, oltre ad arrogarmi l'onore di aver messo il primo like alla loro pagina Facebook, sono così su di giri per questo singolo che probabilmente gli sto portando una sfiga colossale. Speriamo di no.

Mentre ero impegnato a fare il fanboy, ho chiesto ad Alberto di raccontarmi qualcosa su Klune e su "Hope":

Tutti e tre abbiamo background musicali piuttosto differenti, ma ci sono alcuni artisti che hanno rappresentato un punto di incontro come James Blake, Chet Faker, Bonobo e molti altri.

Il nostro primo brano si intitola “Hope”. Rientra in quella categoria di brani che nascono un po' per caso e senza troppi problemi (a differenza di altri ahimè).
Un po' per il mio background dalla musica elettronica, quando compongo parto da una base ritmica o da una melodia, successivamente introduco dei synth o degli effetti, e da qui si integra con il resto degli strumenti e si lavora alle strutture (punto che si rivela quasi sempre l'aspetto più complicato). I vari strumenti diventano a loro volta dei colori aggiuntivi. Giulio ha fatto un gran lavoro sulle chitarre, ha creato delle melodie che si incastrano bene tra loro e diventano un tappeto ritmico nel ritornello. Ci siamo concentrati molto sul senso di spazio e abbiamo cercato di renderlo al meglio utilizzando tanti riverberi diversi. Giovanni poi ha scritto il testo del brano e la melodia è uscita in modo davvero spontaneo.

“Hope” rappresenta ciò che ci piace ascoltare. Nessuno di noi tre è musicista a tempo pieno e di questi tempi (soprattutto con la musica) non resta che fare bene ciò che ti piace senza avere troppe aspettative e continuando a darci dentro.