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Musica

Definire Kevin Parker dei Tame Impala "un perfezionista" non ha senso

Abbiamo chiesto al leader dei Tame Impala che ne pensa di tutte queste cagate che si dicono di lui e della sua band.

Foto di Matt Sav

Ci sono due errori comuni nella percezione che pubblico e critica hanno dei Tame Impala e del loro frontman Kevin Parker: il primo è che l'isolamento geografico di Perth abbia contribuito a forgiare il loro stile e il secondo è che Kevin sia "un perfezionista".

Abbiamo contattato Kevin per capire direttamente da lui che ne pensa di queste etichette:

"Quando sono in altre parti del mondo e mi chiedono se la posizione isolata di Perth o dell'intera Australia siano decisive per la musica che faccio, zittisco immediatamente il mio interlocutore perché l'idea stessa che la musica che fai dipenda da luogo in cui vivi mi irrita. Per me la musica arriva dal profondo della mia interiorità," mi spiga.

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Effettivamente, l'iperacclamato terzo LP dei Tame Impala, Currents, ruota molto attorno all'interiorità, è un disco introspettivo e lo stesso Parker l'ha voluto così, dato che ha preso il controllo di ogni singolo elemento, dalla composizione alla registrazione fino al mixing, per la prima volta.

La band ha già testato Currents a festival importanti tra cui lo Splendour in the Grass, il Coachella e il Lollapalooza, e ora hanno annunciato il loro primo tour in Australia, dopo tre anni di assenza da casa.

Noisey: Non ti fa sorridere pensare che ci sono persone nel mondo che ascoltano la tua traccia “Nangs” senza nemmeno avere idea di cosa si tratta?
Kevin Parker: Ha! La prima cosa che mi hanno detto i miei amici è stata "Cazzo, hai descritto alla perfezione il Nang!" ('Nang' è un termine gergale australiano che indica l'effetto del bulbo di monossido di azoto, il termine è onomatopeico e indica l'effetto sonoro percepito sotto effetto di questa sostanza, NdT). E in effetti ora che ci penso c'è questo riverbero che sembra un respiro, fa qualcosa tipo "wooh, wooh, wooh". E io che l'ho messo lì solo perché suonava da Dio. È passato un bel po' dall'ultima volta che ho provato quella roba.

Ho notato che un sacco di critici si stanno accanendo col fatto che sei un perfezionista. Tu pensi che ti si addica come definizione?
Sì mi sono accorto di queste definizioni. Onestamente non mi sono mai considerato un perfezionista. Credo che se lo fossi la mia musica sarebbe completamente diversa. Forse chi mi definisce un perfezionista lo fa perché deve inquadrare il perché io voglia produrre la mia musica in questo modo. "Perché si ostina a fare tutto da solo? Dev'essere un precisino." Per me questa definizione è lontanissima dalla realtà, anche perché credo che se non resta un po' di caos nella tua musica, il tuo sforzo non valga niente. Ha molto più senso un beat registrato male, che va fuori tempo, ma che dà quel giusto groove alla traccia, piuttosto che uno che sta dritto e impeccabile ma gli manca qualcosa. Diciamo che se proprio devi definirmi un perfezionista, dì che sono un perfezionista del mood.