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Musica

La vita di Simoncino

Un reportage fotografico inedito sulla nuova vita del rapper Simoncino, e un'intervista doverosa in cui ci ha spiegato di come l'arresto l'abbia reso una persona decisamente diversa.
Sonia Garcia
Milan, IT

"È un bell'effetto. Avevo davanti questo proiettore con la luce sparata negli occhi… stavo per perdere mezza vista. Dritto in faccia due ore, era pure normale, tutti al buio con la luce in faccia." (Simoncino) Simone Martucci ha ventisei anni e vive in un appartamento a Tivoli con Blade, il suo bull terrier di un anno e mezzo. Qualche anno fa ha esordito la sua carriera rap col nome di Simoncino, diminuitivo autoassegnato per esorcizzare in partenza la sua bassa statura, e girava nella O.D.E.I. crew assieme a Er Gitano (r.i.p.), Pepy (r.i.p.) e Ion. Lo scorso luglio è stato arrestato per impicci vari di droga, e da allora in poi, non lo faccio per dire, ma la sua vita è cambiata davvero. Matteo Vieille è un fotografo di Roma che si è interessato al suo caso e ha realizzato un vero e proprio reportage sulla sua—nuova—quotidianità, fatta di serate, passeggiate notturne con Blade, (ex) fidanzate e amici. Eccolo qua, in esclusiva, assieme a una doverosa intervista a Simone.

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"Ogni cosa che facevo c'era Matteo che mi fotografava. Qui si vede anche il sacco da box, la panca e altri pesi. Però ultimamente non sto più facendo niente."

Noisey: Come hai cominciato a fare rap?
Simone: Tu conosci Er Gitano?

Sì.
È lui che mi ha fatto iniziare a fare rap. Eravamo amici e un giorno mi ha chiesto se volevo cantare con lui. Io ho risposto "Proviamo", anche se in realtà fare musica era l'ultima delle scelte che avrei preso per vivere. Mi vergognavo, se ero davanti a qualcuno o davanti al cane. Per dire, sotto la doccia canticchiavo, ma se in giro c'era qualcuno no.

"Ero andato a far fare un giro al cane, Blade. Ho sempre sognato un bull terrier, ma con i miei in casa era un po' un problema. È bello grosso. Quando sono andato a vivere da solo ho trovato un amico che mi ha consigliato un allevatore qui in zona. Sono andato e c'era lui. Adesso ha un anno e un mese, è piccolino ma è un piccolo carro armato. Quando era più cucciolo ha fatto un sacco di danni, tipo ha lasciato un buco laterale sul divano nuovo. Ha mangiato la stoffa, l'imbottitura e il legno dentro. Devo mettere il copridivano ora, che c'è una voragine… aveva quattro mesi. Adesso vabe', sto attento a non lasciargli cose in giro. È una razza di cani che mangia proprio tutto, e parecchi muoiono di qualsiasi cosa per questo motivo. L'altro giorno mia madre mi ha portato l'osso di prosciutto. Le ho chiesto "Ma questo lui non lo mangia, vero?" e lei convinta di no. Sono uscito per una commissione, e tornato a casa l'ho trovato che se ne stava mangiando una buona metà. Con gli altri cani ancora gioca perché è cucciolo, vediamo fra un altro paio di anni."

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Ah neanche sotto la doccia?
Eh no, mi vergognavo. Quindi niente, Mirko [Er Gitano] mi chiede questa cosa, io gli dico va bene, e lui risponde con quella frase che ho messo nella canzone: "Non ce devi provà, ce devi riuscì." Da là è cominciato tutto.

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"Qui ero con la mia ex ragazza. Guarda che casino ci sta? Non volevo metterla. I giocattoli sono di mia nipote."

Cosa ascoltavi all'epoca?
Io ascolto tutta la musica. Sono cresciuto con i dischi di mio fratello più grande di me di cinque anni, quelli degli Articolo 31. Due anni fa sono andato a fare il programma di Max Pezzali, su Deejay TV, Le strade di Max si chiamava. Sono venuto su e ho conosciuto lui e J Ax, per me è stata una grande esperienza. È stato bello, sono cresciuto con le loro canzoni. Sono persone tranquillissime, con cui puoi parlare benissimo. Non sono per niente snob.

"Be', direi che il senso si capisce. Matteo è un pazzo, ha deciso lui tutto. Pure se dicevo no, lui spingeva, insisteva un sacco. Poi comunque non è una scena così strana, sono cose che capitano sia ai maschi che alle femmine."

E il rap lo seguivi già?
Sì, come tutti quanti. Ascoltavo la roba della gente che abitava nei palazzi vicino ai miei, poi Fabri Fibra, Nesli, Saga, Mr. Cioni… Quando è uscito Mondo Marcio mi è piaciuto pure lui un sacco. Ma mai, mai, avrei mai pensato di cantare. Mirko mi ha detto "Prova a buttare giù qualche rima quando ti viene," e io l'ho fatto. Si era raccomandato che non iniziassi chiudendo le rime con verbi e che scrivessi sempre con una base sotto. Come faceva lui, insomma. Tanti scrivono prima il testo e poi lo arrangiano, lui invece no. Faceva partire la base e cominciava a scrivere cose, e infatti io faccio così come mi ha insegnato lui. Questo è ciò che mi ha insegnato per quanto riguarda lo scrivere.

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"Lei è un'amica. Ogni tanto la vado a trovare. Eravamo in un locale a Roma, all'Euforia mi sembra si chiami, in cui si ballava reggaeton. Matteo poi è bravissimo."

Che rapporto avevi con il vecchio rap romano?
Ascoltavo tutti quanti: Colle Der Fomento, Primo, Cor Veleno. Per un periodo ho ascoltato anche Noyz e il Truceklan, poi quando ho conosciuto Mirko, che ci aveva litigato, ho un po' allentato la presa. Mi ha spiegato un po' di cose e ho smesso di ascoltarli. Pure un po' per rispetto suo. Come se ti parlo male di una persona e poi tu ci fai l'amica stretta. Io e Mirko eravamo come fratelli, quindi dopo un po' ho smesso.

"Eravamo a Termini. Il ragazzo con cui sono è un amico di Matteo, che stava lì con noi. Erano le tre di mattina, stavamo al bar a mangiare qualcosa."—Simone non lo sa, ma quella stessa sera in stazione c'era pure VICE.

Poi è arrivato il successo di Internet…
Sì, soprattutto "Mente Malata", che ha fatto proprio il boom. Era la novità del momento, il video ha spopolato su Internet. All'inizio era tranquilla la cosa, non c'era tanta gente che prendeva in giro. Al massimo miei amici. Poi quando ha cominciato a girare il video sono arrivate le prese in giro etc. Non che la cosa mi abbia fermato, le storie che raccontavo erano vere, poi se la gente mi vuole credere bene, se vuole prendermi in giro solo per il mio aspetto fisico. Se uno mi voleva fare una critica sul fatto che non ero bravo a fare rap e tutto quanto, potevo anche capire. Era la prima canzone, ci stava. Anzi, quando succedeva io ringraziavo la gente, perché erano sinceri e criticavano la musica. Quelle critiche erano degli input per migliorare ancora. Invece gli insulti al mio aspetto fisico mi scivolavano proprio addosso. Ci è voluto un po', perché la prima volta che mi sono ritrovato coperto di insulti mi sono preso un po' male. Non ero abituato, e non pensavo che la gente fosse così stupida. Non mi è interessato e sono andato avanti.

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"Lì ero in uno stripclub. La tipa se ci fai caso ha dei trampoli altissimi, almeno di una quarantina di centimetri. Le ho chiesto 'Come fai a camminare?' e lei, "Sono abituata." Vabe'. Mai viste scarpe così, sono trampoli, non scarpe. Pure quella è carina come foto. Ho degli amici che hanno stripclub e ogni tanto li vado a trovare. È una cosa che mi capita.

E da parte dei tuoi "colleghi" hai notato discriminazione?
Non ho mai avuto problemi con loro. Quando vedo qualcuno che sulla pagina ufficiale insulta foto e post in continuazione, vado a controllare foto e informazioni personali, e li ricontattavo dal profilo privato. "Ma tu sei quello che mi ha scritto sulla bacheca tutti quegli insulti?" e tutti, "No, ma che sei matto? Era un mio amico che mi aveva preso il profilo…" Quante volte è successo. La vera domanda era quale fosse il problema di quelle persone in quel momento. Non mi conoscono, non sanno niente di me. Altre volte capitava che mi chiamassero con l'anonimo. Io avevo messo un'applicazione sul telefono che registrava il numero, faceva cadere la linea, e mi spediva il numero per mail. Quando la seconda volta mi richiamavano, cominciavano a insultare etc. Io rispondevo "Guarda che ti vengo a cercare a casa eh," e loro ridevano. Finiva la chiamata e subito dopo li richiamavo su quel numero e mi divertivo troppo. Alcuni non rispondevano. Altri negavano… faceva un sacco ridere.

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"Bella quella. Eravamo a Villalba, vicino a dove abito io. È il posto dove ho girato 'Voci dal cemento'."

Fico cazzo, anche io vorrei una roba simile sul telefono. Anche se in effetti nessuno mi chiama con l'anonimo…
Non mi ricordo come si chiamava, però mi sono divertito parecchio. Ora ne arrivano molte molte di meno. Una volta è capitato che era una persona che conoscevo. Sapevo che erano loro, ma questi hanno finto tutto il tempo. "Non ho chiamato io, hai sbagliato numero". Ora che ci penso non c'è mai stato nessuno che mi abbia detto "Sì, sono stato io, vediamoci."

"Io e la mia ragazza. Io ero al telefono con un altro ragazzo con cui facevo i video prima, e adesso fa le grafiche per il CD. È tutto pronto, mancano solo gli artwork suoi. Due settimane e dovrebbe uscire. È tanto, tanto tempo che aspetto questo momento. Facendo tutto da autoprodotto è una bella soddisfazione.

Beh, perché si sono tutti cacati in mano… e adesso cosa stai facendo? Hai avuto un po' di cazzi qualche anno fa.
Sì, dopo l'arresto sono cambiate molte cose. È stato un po' pesante, ma ho pensato che ognuno fa le cose e ne paga le conseguenze. Avevo sbagliato ed era giusto pagassi. Purtroppo dai tredici anni in poi, cioè da quando ho cominciato a uscire di casa, ho fatto sempre danni in giro. Adesso ho messo veramente la testa a posto perché ho capito che non ne vale la pena. Aiutavo tutti i miei amici, nessuno escluso. Quando mi hanno arrestato nessuno si è rigirato, a nessuno è fregato. Una volta mi serviva una cassetta d'acqua e i miei non c'erano. Ho telefonato a qualche amico, di quelli fidati, che comunque fino alla sera prima dell'arresto ci mangiavo insieme e tutto quanto. Magari era giovedì e mi richiamava per dirmi che non poteva e che sarebbe ripassato domenica, pur abitando qua vicino. Io me ne dovevo stare quattro giorni senza acqua, e in vita mia l'avevo sempre aiutato. Ho capito che era questa la gente nel momento del bisogno. Sono rimasti solo tre o quattro amici veri. Da lì ho capito che alla fine devo pensare a me, non agli altri. Una mia amica mi ha telefonato l'altro giorno e mi ha chiesto un passaggio a casa, dato che passavano pochi autobus. Le ho detto di prendere un taxi, e lei "Eh no, pensavo potessi…", "Pensavi male." Se fosse successo prima invece, da stronzo, sicuro che sarei andato fino là a darle il passaggio, capisci? Non ne vale più la pena adesso. Alla fine ho ventisei anni, non quindici, devo pensare a un futuro mio.

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"Sono due mie amiche, stavamo all'Alibi. È scavato in una grotta questo locale, è molto bello."

Ah io ho due amici massimo credo. Capisco bene quello che vuoi dire. Passiamo alle foto però, che stavo riguardando adesso. Com'è stato lavorare con Matteo?
Le prime sono di gennaio, quando mi ha contattato Matteo. Mi ha detto che voleva fare questa cosa e ho acconsentito. Abbiamo cominciato a fare le prime foto, è stata un'esperienza carina. Con lui sono rimasto in contatto, ci divertiamo molto anche assieme.

"Sempre all'Alibi, in mezzo a un corridoio."

Vi conoscevate già?
No no. Avevamo un paio di conoscenze in comune, e mi ha spiegato che avrebbe voluto fare un racconto fotografico su di me. È venuto a casa, mi ha spiegato tutto quanto, e abbiamo cominciato il progetto.

Capito. Quindi il tema era raccontare la tua storia e la tua vita quotidiana?
Sì, inizialmente sì. Matteo stava con me e faceva foto a qualsiasi cosa facessi. Anche aprire il frigo. Una volta stavo spazzando e gli ho detto, "Se mi fai una foto adesso ti uccido." Comunque la mia vita è cambiata in un modo pazzesco da dopo l'arresto. Prima stavo sempre in giro con gli amici, ora me ne sto più tranquillo, non mi piace stare in mezzo alla gente. Al massimo porto giù il cane. Il mio progetto è prendere una casa in campagna, un po' isolata e prendere una femmina a Blade. Anche l'avvocato me l'ha detto: non criticare, non ti immischiare in risse, non fare casini. Quando puoi evitare evita. E così faccio. Vado molto meno a ballare, perché mi sono reso conto che ogni volta che andavo dovevo litigare con qualcuno, c'è sempre gente ignorante e stupida. Non conviene a nessuno, perché io mi piglierei la denuncia e dovrei andare all'appello… ora non succede più. Prima ci andavo un sacco di volte a settimana, lunedì, martedì, venerdì, sabato… ora no.

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"Era l'unica di cui non capivo il senso, l'ho capito dopo. Rappresentava la quotidianità, quindi era giusto vedere che mangio pure. Ho due frighi, uno in cucina, uno nella camera degli ospiti. Questo è il secondo. È abbastanza pieno come vedi, da mangiare non manca."

"Io sul terrazzo di casa mia che mi alleno. Non mi ricordo se era marzo o qualcosa del genere. Si stava già meglio."

"Questa mi piace molto, specialmente il riflesso. Gli ho fatto i complimenti a Matteo. A quella del frigo no, mentre a questa sì."

"Si vedono i capelli di merda nell'ultima? No? Meglio. Mi ero tolto il cappello e non ero riuscito ad alzarli. In questa foto ero a cinquanta metri da casa mia. Un posto abusivo, pieno di calcinacci, pietre e parecchio verde. Non si vede bene lì, ma intorno ai ponti ci sono grandi prati."

"Pure quella dove sono nella stazione di Tivoli, al buio. Il senso è un po' quello di trasmettere malinconia, perché è anche una metafora della mia vita attuale. Dopo l'arresto sono rimasto da solo. Però ho detto meglio così, c'è gente che si accorge di come sono fatte davvero le persone a cinquant'anni. Anche qui avevo il sole puntato contro, il tema ricorrente è l'essere accecati…"

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