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Musica

Cosa ho imparato dall'intervista di Massimo Coppola a Jovanotti

"Noi siamo la classe dirigente"

Ci ho messo un po' di giorni a elaborare l'accaduto. Il lutto per il giornalismo musicale italiano l'avevo già superato da tempo e non pensavo che sarebbe successo qualcosa che mi avrebbe demotivato ulteriormente, lasciandomi con un pacchetto di lacrime in mano e la sensazione di essere completamente inerme di fronte alla necessaria tragedia dell'esistenza. Poi ho pensato che avrei potuto utilizzare il catartico mezzo della scrittura come nella migliore tradizione dei laboratori di psicoterapia applicata.

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Quindi mi sono rimessa a guardarla. Non è stato facile inizialmente, perché il primo istinto era quello di distogliere lo sguardo, pensare ad altro, mettere la mano sugli occhi come per gli horror e pensare "non esiste davvero, è solo la mia immaginazione, è suggestione, non è reale". Invece ho deciso di affrontarla. Ho deciso di vincere le mie paure e sfidarle a viso aperto, ce la farò, mi sono cantata in testa il motivetto di "forte forte forte" io ce la farò. Ho schiacciato di nuovo play, con l'intenzione di mettere nero su bianco tutto quello che c'è di profondamente sbagliato e aberrante nell'intervista di Coppola a Jovanotti, aka la "nuova classe dirigente italiana".

"io ho fatto lo scientifico!" "Anch'io!"

Inizio con la rabbia perché gli uffici di RS sono molto più belli di quelli di VICE. Davvero, qui praticamente dobbiamo tenere su il cemento armato delle pareti a fatica utilizzando a turno un membro della redazione, e quando piove un altro si sacrifica per mettere i secchi sotto i buchi nel tetto, mentre di là c'è l'opulenza. La sensazione di trovarmi nel posto sbagliato è sempre più opprimente, finché finalmente non noto che anche loro hanno gli sgabuzzini e che è proprio in uno di questi sgabuzzini, sporco, pieno di fanghiglia e di polvere, di schifezze dimenticate da direttori precedentemente licenziati e di divani forse riciclati da MTV, che si rifugia la coppia di amici, per iniziare la chiacchierata.

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VANS, piedi sul divano, calzini bizzarri, barba incolta, non ce ne frega un cazzo di sembrare giovanili perché LO SIAMO. OK? LO SIAMO. SIAMO GIOVANILI E SIAMO ANTICONVENZIONALI. D'accordo, ragazzi, non c'è bisogno di insistere, si vede, siete giovanili. È così.

Si parla infatti di anni del liceo, forse qui qualcuno è un po' nostalgico. "Tu al liceo eri uno sfigato o un figo?" Chiede Max a Lory. Eh? Te la sei fatta la figa o no? Parliamo di figa? Ti sei fatto la figa? Figa. Figa. Figa. Figa. L'intervista non poteva iniziare in maniera più onesta. Tutti vogliamo sapere della figa allora. Se ti fai una figa allora sei un figo, se ti fai la non figa allora sei uno sfigo. Ecco il famoso "effetto domino" che ti insegnano quando frequenti la facoltà di Lettere e Filosofiga.

"Mi facevo le seghe e pensavo alla musica" è la risposta che Lory trova appropriata per una domanda che altrimenti lo avrebbe sicuramente messo subito in cattiva luce qualsiasi risposta avesse dato.

L'onestà prosegue poco più avanti quando Lory ammette che a scuola era "molto preso dalle cazzate" e un puntuale Max gli fa notare "Be' ancora oggi… ci abbiamo costruito UNA VITA SULLE CAZZATE". Potrei forse fermare qui il video perché dalle seghe reali della gioventù mi sembra siamo passati alle seghe morali dell'età adulta, di quando uno si rende conto di essere il re del suo impero di cazzate e addirittura di essere pagato gran soldi per cazzare con le cazzate (le figate le tralasciamo per ora, questo era il capitolo delle cazzate). Potrei fermarmi qui davvero e fermare così questa umiliazione innanzitutto di non essere al livello imperiale di cazzate di questi due maschi alfa della cultura italiana, ma voglio continuare a farmi del male, io non voglio rimuovere il problema come faceva il giovane Jova, io voglio sbatterci la testa.

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Bla bla bla canne bla bla bla radio "Tu sei un po' Renzo Arbore adesso che ci penso" e il mio istinto all'autoconservazione mi dice che faccio meglio a fingere davvero che questa parte di intervista non esista. E poi parte forse l'unico spunto interessante di questa prima parte di intervista, in cui si poteva approfondire il perché Cecchetto avesse vietato tassativamente a Lorenzo di prendere la chitarra, e della differenza tra il "Disc Jockey" e il cantautore, anche nella percezione del pubblico, che poi è il punto da cui è partita, in maniera geniale direi, la carriera di Jovanotti tra una mandria di soliti italiani con la chitarra. E invece no perché Coppola deve dire la sua interrompendo qualsiasi flusso di pensiero. "Occhio di bue. Buio. Chitarra. È lì che capisci che uno ce la sta facendo." Ma quando mai Jovanotti è stato occhio di bue buio chitarra. Quando cazzo mai. Quando? Forse nel periodo in cui si faceva le seghe perché non gliene fregava un cazzo della figa. Scusate ma la fine di questa prima parte di intervista era un po' povera di sproloqui, quindi ho deciso di compensare qui.

"Siamo la classe dirigente" LOL

La seconda parte dell'intervistona inizia con Coppola che vuole assolutamente dire la sua al Jova: "HAI ROTTO IL CAZZO CON SABATO", che sarebbe anche l'unico pensiero intelligente che esprime, se non fosse una figura retorica che potremmo chiamare paraculismo che porta a un'altra figura retorica che si chiama leccaculismo, figura che si protrae fino al momento in cui uno potrebbe far valere finalmente la propria intelligenza di fronte al qualunquismo di Jovanotti che la serve su un piatto d'argento "Ho letto un libro di Carrère in cui diceva che l'intelligenza è pensare due cose opposte contemporaneamente" NO! CAZZO NO! QUESTA NON È INTELLIGENZA! QUESTO È QUALUNQUISMO! La tolleranza e il panqualsiasicosaismo non sono la stessa cosa, e uno che ha la possibilità di essere ascoltato da così tante persone, vuoi perché è un musicista o vuoi perché è il direttore di una rivista, non può permettersi di essere così "profondamente spensierato" come direbbe Gramellini. Si continua con "Cioè è tutto così ora, no? Che ti piace quello che non ti piace". Il pensiero eracliteo di Jovanotti si scontra con lo scoglio categorico di Kant Coppola: "Io ho eliminato la categoria del mi piace / non mi piace. Per me è interessante o non interessante." Ora qualcuno che ha più lauree di me e non sia uno dei due che parlano in questa intervista mi può spiegare CHE CAZZO SI STANNO DICENDO.

E qui arriva la parte più importante, quella in cui Jovanotti stringe le mani a Coppola "Sei il direttore di Rolling Stone… questo vuol dire che..:" e l'altro "SIAMO LA CLASSE DIRIGENTE. WE GOT THE POWER".

E qui Coppola vuole essere mandato a fanculo e indovina chi lo manda a fanculo?

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