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Musica

I due volti di Caneda

Un po' di... Considerazioni sul nuovo mixtape di Caneda, la cui produzione lirica continua a oscillare tra due estremi opposti.
Mattia Costioli
Milan, IT

Di solito, per farsi un'idea di quello che un rapper rappresenta o propaganda, per capire il suo suono e in qualche misura stabilire se corrisponde a una necessità che sentiamo, ci basiamo sui suoi pezzi più noti. Questo non significa che si debba necessariamente giudicare un rapper dalla copertina, ma soltanto che non è dopo aver spulciato i B della sua produzione che decidiamo di scartare Moreno (tanto per fare un esempio comprensibile) dal novero degli esseri umani che avranno la possibilità di occupare parte dei megabyte disponibili nei nostri telefoni, computer o altri aggeggi in cui si conserva la musica.

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A volte questo giudizio si riduce ad essere troppo sommario e quindi ci perdiamo per strada alcuni pezzi che potrebbero corrisponderci molto bene, ma nella maggior parte dei casi è necessario fare una cesura per evitare di doversi sucare una quantità di musica mostruosa lontana dai nostri canoni di gradimento.

Con Caneda questo giochino non funziona, mai. Immagino che ci sia una certa quantità di persone che conosce il rapper milanese solo per la sua strofa nel pezzo di Guè "Il Ragazzo D'Oro" o per quella in "Cioccolata" di Maruego, magari alcuni negli ultimi giorni hanno deciso di concedersi un po' di guilty pleasure con "UNPODI" e pensano che Caneda sia quella cosa lì.

Se un ascoltatore si basasse su quella parte della discografia di Caneda, quella che ha collezionato numeri e ascolti importanti, e si facesse cullare da qualche pregiudizio potrebbe pensare di avere davanti una roba ignorante, qualcosa a metà tra una specie di Rick Ross e uno Shade con qualche anno in più. Il che non implica (e nemmeno lo esclude) che Shade sia una robetta insapore fatta per attirare un pubblico di ragazzini senza alcun interesse ad andare oltre un mezzo video / mezzo freestyle / mezzo vlog su Facebook, ma semplicemente che la direzione discografica scelta è quella.

Caneda esce da questi canoni e, un po' come ha sempre fatto, anche in questo Mozart Nella Giungle Mixtape fa un po' a cazzi suoi. Nonostante il disco esca in free download per per Honiro Label (il cui roster al momento comprende Briga, Low Low, Mostro e altri rapper il cui pubblico di riferimento non sono sicuramente i trentenni) non si riesce bene a inquadrare a chi sia indirizzato questo lavoro, un po' come è sempre stato per Caneda.

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Prima membro della Dogo Gang, poi vittima designata di una serie di storie spiacevoli che hanno coinvolto Marracash e il fu Odei Clan di Roma, l'unica costante della carriera di Cano è sempre stata fare a cazzi suoi, in una dinamica artistica che potrebbe essere ben rappresentata dal super-cattivo Due Facce, uno dei nemici di Batman.

Giusto per capire in quale momento della sua carriera esce questo mixtape, si può provare a riassumere gli ultimi cinque anni della sua carriera, che hanno subito una svolta dopo la sua uscita dalla Dogo Gang, conseguente alla storia a cui abbiamo accennato poco più sopra (se siete in vena di gossip, approfondite pure, ma non qui). Negli anni successivi si dedica a un po' di progetti e suggestioni personali, mixtape e sperimentazioni su basi insolite, come si può ascoltare in alcuni brani di Ancora3cmdiossigeno (2012), Sinatra (2013) e Neda si sveglia a mezzanotte. Nel 2014 firma per la Newtopia di Fedez e J-Ax, con il secondo che non si fa problemi a definirlo un poeta, e probabilmente insieme a Dargen è uno dei compositori retoricamente più complessi che la storia del rap italiano abbia prodotto. Coperto da Shablo alle produzioni e Zangirolami (che, guarda caso, collabora con Dargen da anni) a mix e master nel 2014 pubblica La Dolce Vita, ancora una volta nella forma di mixtape.

Un altro salto e si arriva più o meno ai giorni nostri, in cui Caneda non compare più nella seziona roster del portale di Newtopia e un mixtape in più da aggiungere alla lista, Mozart Nella Giungla appunto, che è tutto tranne che un concept album e che è difficilmente indagabile fin dal momento in cui si apre lo .zip per infilarlo in iTunes o qualsiasi altro software capace di leggere file MP3. Per prima cosa mancano tutti i tag come titolo, artista o album, che non è così grave, ma che in qualche modo può rientrare in quello schema di dualismi a cui ho fatto riferimento prima, qualcosa del tipo Questa è la musica, pigliatela.

Musicalmente manca un filo conduttore e si passa da ballate hip-hop a episodi di suoni latineggianti (come in "Lau"), che probabilmente riprendono quella volontà di sperimentare su basi fuori dagli schemi, a volte forse troppo fuori dagli schemi (come "Il Ladro Di Cuori") e i temi del mixtape sembrerebbero qualcosa di vagamente sentimentale, che viene poi spiazzato via dai seicente un po' di figa nella proto-hit "UNPODI".

Caneda, come già capitato nel corso della sua carriera resta indecifrabile, se lo chiedete a un suo fan vi dirà che è un genio, che dietro un pezzo che ripete un po' di figa per cinque minuti c'è una critica radicale e sofisticata, e magari è pure così, ma se lo chiedete a qualcuno che non lo sopporta vi dirà semplicemente che è il rapper più ignorante della scena. Quale sia la verità non ci è (ancora, e chissà se capiterà mai) dato di saperlo, quello che è certo è che questo mixtape, come altri della recente produzione di Caneda, non è indispensabile e in qualche senso manca di una soluzione di continuità tra le varie tracce, ma allo stesso tempo sarebbe un gravissimo errore non dargli la possibilità di un ascolto.

Mozart Nella Giungla Mixtape è disponibile in free download su Honiro.it