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Musica

I concerti che vi consigliamo di non perdervi al Primavera Sound 2016

Avete preso il biglietto per senso di avventura ma non sapete chi andare a vedere? Fidatevi di noi.

Foto di Giulia Soldavini.

Fortunatamente, quest'anno (quasi) nessuno della redazione di Noisey sarà al Primavera Sound, festival che piace un sacco agli italiani, ma che per altri ha segnato il passaggio definitivo da "che figata ci sono un sacco di concerti!" a "che palle, c'è troppa roba" fino a "meglio che me ne sto a casa". D'altra parte ci mettiamo nei panni di chi ancora decide di immolare la propria incolumità fisica al Golem dei festival, che quest'anno è particolarmente ricco di headliner giganteschi. Oltre agli headliner, però, c'è di più ed è per questo motivo che abbiamo deciso di dispensare alcune dritte su chi andare a sentirsi durante questa macro-edizione del Primavera. In realtà l'abbiamo deciso dopo che qualche amico ci ha chiesto consigli, forse intimorito dalla vastità del cazzo che ce ne frega della scelta, che comporta sempre sacrifici e sovrapposizioni che farebbero bestemmiare anche il Dalai Lama. Così, un po' per gioco un po' per un'utilità sociale che forse ci vediamo solo noi (e per noi intendiamo Giacomo e Virginia della redazione) abbiamo provato a immaginare come sarebbero i nostri incastri se fossimo al festival—premesso che abbiamo gusti in fatto di musica e sostanze abbastanza differenti. Chiaramente i nostri sono solo consigli, non abbiamo la pretesa di influenzare realmente le vostre scelte, ma se siete in dubbio sul percorso da intraprendere forse potreste provare a darci retta. Siete comunque liberi di insultarci se vi raccomandiamo cose che poi vi fanno cagare.

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Noisey Italia

GIOVEDÌ 2 GIUGNO

Il giovedì è abbastanza facile: se proprio non te ne frega un cazzo di visitare la Sagrada Familia puoi presentarti al Parc del Forum già dalle 13, in tempo per un’ora di DJ set introduttivo di Floating Points—io probabilmente ci andrei per curiosità, salvo rompermi le palle dopo dieci minuti e andare a mangiare tailandese sovrapprezzo nella zona ristoro. Il problema di questi festival è che i concerti alla luce del sole sono quasi sempre tristissimi: mi spiace molto per Alessandro Cortini, Mueran Humanos e Lee Ranaldo. Peaches invece se la caverà. Poi c’è tempo per passare a trovare Vince Staples o farsi un giro in attesa dei Protomartyr. John Carpenter secondo me è meglio ascoltarlo a casa. I Mbongwana Star saranno sicuramente una bomba, che ti piaccia o meno il genere. Ma è inutile mentire a noi stessi: andremo a vedere i Thee Oh Sees all’1:50, complici i due o tre cocktail caldi che avremo ingerito. A questo punto sono le tre di notte, puoi decidere se essere saggio o andare a vedere Powell e Helena Hauff e rovinarti il venerdì. GS

Io mi salterei Cortini che suona alle 4, è fisicamente provante iniziare la giornata così, peccato che l’abbiano messa a quell’ora, sembrano gli orari del Mi Ami. Poi mi sembra che per tutto il pomeriggio del giovedì ci sia il solito impasto di cose un po’ lo-fi, cantautori con le chitarrine e roba local, che se sei uno che va a fare il pic nic e si ferma lì per venti ore ci sta, altrimenti direi che è evitabile, soprattutto conoscendo la sofferenza implicata da ogni spostamento all'interno dell'area di questo festival. Quindi se scegliete di stare lì dalle zero, state in un palco, tipo quello dove stanno i Car Seat Headrest, che poi c’è Empress Of, che è un po’ una Fka Twigs che non se la mena. Personalmente me ne fotterei di Kamasi Washington e di Peaches e del povero Lee Ranaldo, per carità bravissime persone ma CHE PALLE. Niente palle invece per gli Air, che vanno visti, pure se mi han detto che son mezzi mosci (ma và?), ma gli Air sono gli Air, che vuoi farci. Vanno visti almeno per un pochetto, poi si può tranquillamente passare ai Suuns, e per forza a Vince Staples, che si sovrappone ai live di Explosions in The Sky (ma per sentirli basta accendere un qualsiasi reality show nei momenti di commozione) e parzialmente a quello di Floating Points, anche se è ok barcamenarsi fra lui e Vince. Non ho capito che è la roba dove suona Broken English Club, ma mi sembra un po’ una scesazza alle 00.00 – se devo far parlare il mio lato misantropo direi di evitare come la morte i Tame Impala e virare su Carpenter, onesto. Salterei la quota etnica e mi sposterei direttamente dai The Oh Sees, per poi transumare definitivamente nella parte discotecara con Powell e Helena Hauff. VWR

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VENERDÌ 3 GIUGNO

Diciamo che non hai resistito al richiamo della cassa sintetica e sei tornato all’ostello stamattina. Poco male, Richard Dawson inizia alle 17:30 ed è perfetto per i postumi. Manda affanculo Bradford Cox e il DJ set dei Black Lips (tanto non si presenteranno) e va’ a trovare i Cabaret Voltaire. Se ti dovessero piacere meno del previsto dall’altra parte c’è Neil Michael Hagerty & the Howling Hex. A quel punto è il momento delle Savages ma chi se ne frega, giusto? Se si va, si va solo per parlarne male. Dei Dinosaur Jr. non se ne può più, meno male che alla stessa ora c’è Sophie per un’ora di accelerazionismo prima del post punk pop artistoide dei Royal Headache. A questo punto non ce ne siamo nemmeno accorti ma abbiamo perso i Radiohead, che è una cosa molto positiva. Il resto della nottata lo puoi passare a cercare la cosa meno mediocre. GS

Anche qui sembrano aver fatto un timetable un po’ assurdo con roba tipo Lubomyr Melnyk super presto (anche se iniziare la giornata all’auditorium è molto ok). Oh, poi a me piacciono un casino sia i White Fence che i Dungen, probabilmente se fossi lì li visiterei entrambi. Scopro ora che c’è un tipo che si chiama Dj Supermrkt, ecco, non penso che meriti alcuna attenzione pomeridiana. Anche se una capatina dal buon Neil Michael Hagerty ci starebbe benissimo, credo che opterei per vedere Cabaret Voltaire, poi subito dopo la leggendaria Selda, 100% lei, anche se non so come sia dal vivo, e poi Freddie Gibbs. Dopodiché ci sono i Radiohead, ma li lascerei perdere onestamente, sempre per la questione misantropia e perché saranno su un palco gigantesco e li vedresti minuscoli in fondo. Quindi opterei per Jay Rock tutta la vita, che dopo Freddie Gibbs ci sta da dio. A mezzanotte al palco “mondo” c’è Matilde Davoli che merita, poi vabbè Animal Collective, ma anche loro che palle! Quindi devierei sulla combo un po’ cervellotica Holly Herndon e Evian Christ, che stempererei subito dopo con i bravi Sheer Mag che sono mega divertenti. La sera la chiuderei con DJ Koze che va benissimo per finire tutta la droga. VWR

SABATO 4 GIUGNO

Bob Mould alle 12 e alle 17? Ok, uno dei due si può fare. Il problema è che alle 17:40 iniziano i Boredoms ed è importante esserci. Subito dopo metti il naso in zona The Chills e provati la glicemia; se risultasse troppo alta, puoi andare a prendere un po’ di fresco dalla glaciale U.S. Girls. Ok, Brian Wilson che suona Pet Sounds non si può ignorare, ma senza dubbio si può abbandonare dopo mezz’oretta per raggiungere in tempo i Current 93. Deerhunter e Drive Like Jehu mi irritano e allo stesso tempo affascinano ugualmente, in modi diversi, e alla stessa ora. Venom e Action Bronson da vedere rigorosamente in sequenza per ridere a crepapelle per tre ore di fila. Tra Parquet Courts e Unsane solo una band finirà per spaccare teste come fossero cocomeri, e quindi la scelta è facile. A quel punto forse avrei già fatto indigestione di chitarre e abbandonerei Ty Segall in favore di I-F, ma dipende da fattori quali umore, droga e comodità. GS

Sono mega fan di Trevor Jackson e dei lavori di On-U, quindi direi che per il sabato si potrebbe fare un’eccezione e iniziare presto dal palco danzereccio, anche se alla stessa ora ('tacci vostri, Primavera) hanno messo l’immensa Baby Dee all’auditorium, che è praticamente come ammazzare il povero Trevor perché Baby Dee va vista subito, senza se e senza ma. Poco dopo ci sono i Boredoms che vabbè, che ve lo dico a fare, e poi per bilanciare questo pienone di emozioni vanno bene un po’ di Wild Nothing, che sono tipo la musica che metto alla domenica mattina mentre faccio le pulizie ma hanno pure il loro valore, indipendentemente dall’igiene. Chiaramente imperdibile anche Dam Funk, a mio parere, così come il buon Brian Wilson che canta buon compleanno a Pet Sounds: non mancabile. Siccome il signore non è benevolo nemmeno in questo caso, il suo set si sovrappone a quello di Current 93, e conoscendo il Primavera saranno pure a due palchi distantissimi dato che l’auditorio è circa all’emisfero opposto rispetto al palco principale. Comunque se fate i bravi riuscite a vedervi mezz’ora di Current che non è nemmeno male, anche perché forse di più di così in un contesto da festival vi affossa un po’ l’anima. Subito dopo inizia Pusha T e che non lo vuoi vedere? Con una mossa felina potreste cogliere un po’ di PJ Harvey, uno dei pochi set per cui immolerei la mia anima al “palco grosso” in ora di punta, ma NON e ripeto NON le farei seguire i Sigur Ros altrimenti vi decomponete in pochi minuti; passerei piuttosto all’amico Action Bronson che è sempre un piacere. Gli spagnoli sotto effetto di Molly a quest’ora ameranno andare dai Chairlift, ma onestamente Action Bronson è meglio. Se non ne avete a basta di pesantezza, merita una visitina anche Julia Holter (anche se nel frattempo ci sarebbe pure qualcosa di più movimentato, tra Parquet Courts e Ty Segall). Concluderei in bellezza la serata con due set assurdi, il crust-hop degli Ho99o9 e le manate sulle tastiere di Islam Chipsy & Eek, che sono tipo le pacche di Cannavacciuolo ma in versione musica. Alla fine di tutto è d’obbligo per ogni buon avventore del Primavera concedere a Dj Coco di dare una direzione casuale tra il nostalgico e il kitsch alla conclusione del Festival, perché regala momenti di umanità davvero altissima. VWR