La fissa per i synth analogici, quando è estrema, è una bestia piuttosto strana. Spesso assume le forme della posa più pura, random, del menarsela secondo lo status symbol aprioristico del proprio contesto di riferimento mentre, in realtà, a contarli bene, sono molto pochi quelli tra i non del tutto emersi ad avere scelto di costituire la propria strumentazione in questa maniera perché motivati da una ricerca attenta sulla propria creatività. In fondo, si tratta di capire cosa ci si può guadagnare in godimento nello spippolare con un certo tipo di hardware e rapportarsi solo con un certo tipo di "pasta sonora", dal momento che ampliare la palette cromatica dentro un set solo-analog può essere complesso.Qualcuno ci riesce senza problemi, anche a partire da macchine apparentemente limitate, seguendo l'esempio di cyborg come TM404 e altri nati con gli oscillatori al posto del cuore. Il duo milanese F-Ring (i producer separatemente noti come Bhonz e Fana) si inserisce proprio in questa scia: binari analogici di retaggio classicissimo—electro-techno vecchia scuola Detroit con puntatine nella primissima bleep inglese—ma con abbastanza comunicazione tra mente, corpo e mezzo tecnologico da saperne sfruttare tutte le limitazioni e le sfumature tonali più sottili a proprio favore. Theory Of Everything non contiene campioni né suoni da software e non è passato per stadi di post-prod, ma si tratta di quattro tracce estremamente ballabili che restano sempre un po' narrative, legate a flussi di (in)coscienza molto interessanti. Esce il 18 Giugno su quella MagmatiQ di cui, se state attenti, avete già sentito parlare da queste parti e il 20 sarà presentato dai suoi autori durante lo showcase della nave madre al Leoncavallo.
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