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Musica

Le sottoculture musicali esistono solo nei siti di stock photo

Gli archivi di immagini di repertorio ci dicono moltissimo sui giovani d'oggi e la musica.

Ecco qui i Punk.

Da un po' di tempo le sottoculture musicali sono completamente distaccate dalla realtà: non hanno più corrispondenza diretta con le mode giovanili, non hanno più reali nicchie umane che vi si riconoscano, un rapper può essere un rapper anche se si veste come un damerino e alcuni musicisti jazz sono più punk dei punk con le borchie. L'unico baluardo di riconoscimento stilistico che ci rimane sono gli stock di foto, ovvero le miniere da cui i grafici—che alla fine sono coloro che determinano cosa percepiremo in siti, banner, pubblicità e così via—traggono spunti per tradurre la realtà in configurazioni html. Per iniziare a entrare nel mondo degli stock di foto / video, rendetevi conto che se cercate "drugs" può venirvi fuori una cosa del genere.

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In questo esperimento sociologico un po' nostalgico, ho quindi tentato di capire come vengano rappresentati i generi musicali secondo queste meravigliose librerie, ed ecco il risultato.

PUNK

La prima foto di un punk è Platinette che suona un barrè male (finora tutto punk), sul fondo si intravvede un graffito e una lampada che non ha bisogno di paralume (fuck the system), la chitarra senza marca mostra che al punk non frega nulla delle etichette, nemmeno discografiche, soprattutto perché i veri punk non sono belli, come giustamente dimostra l'immagine.

Mi ricordo perfettamente di aver inviato una cartolina con questa immagine a mia nonna, da Londra (mia nonna, buonanima, non amava le digressioni di look) scrivendole "io e la cumpa a Camden Town". Questo rendeva ilare sia me che la nonna, entrambe consce del fatto che l'immagine non rispecchiasse la realtà (con nonna ho sempre nascosto i tatuaggi / non ho mai saputo gestire così bene le tinte). Mi fa piacere, a distanza di anni, sapere che i punk in questione sono fan ante litteram della nostra rubrica ITALIAN FOLGORATI curata dal caro Demented. La vita di un punk, secondo l'immagine, è promiscua, anche se il gusto ineccepibile dei punk è ciò che li salva da un meticciato della specie, infatti, come si nota, prediligono accoppiarsi con esemplari della stessa tonalità.

Questo non è punk, questo è RAF. Anzi, ROUGH.

Infine, i fornitori di Stock foto ci tengono a farci notare che se uno è punk non deve per forza rinunciare ai selfie, l'importante è che, quado conscio di essere fotografato, sia pronto a dimostrare che comunque la tecnologia gli fa schifo. Bleeeeh tecnologia. Puuuuah telefonino. Prrrrrr fotocamera.

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Veniamo ora ai termini chiave con cui potete giungere alla fotografia di un punk. I miei preferiti sono impiastro, teppistello, brigata, consociare, garzone, dietrofront, sberleffo, elemosinare, brunetta, ogivale.

GOTH

I goth sono la sottocultura che è meglio resistita all'usura del tempo, tanto che tutte le derive sporty-goth della moda di oggi, tipo le collezioni di Kanye West o di altri zarri dark si ispirano palesemente a questo sciame di persone il cui desiderio di differenziazione estetica era superato solo dal desiderio di annientamento.

Un desiderio di annientamento ben espresso dalle foto d'archivio, i cui modelli hanno uno sguardo che comunica solo: distruggerò ogni colore, ogni sentimento, mi perderò nello spleen decadente di questo mio collarino e il nero mangerà ogni mia emozione.

La maschera della Morte Rossa ed altri racconti di Edgar Allan Poe sono evidentemente un riferimento culturale caro ad ogni goth, come ben rappresentato da questa immagine che vorrei voi grafici usaste più spesso.

Ciao, sono Adam Kadmon.

Cruccioso, inurbano, assassino, screanzato, provocation.

L'articolo continua sotto.

INDIE / HIPSTER

Purtroppo per voi e per i siti di stock photo, il termine indie e il termine hipster sono concetti indissolubili, quindi per non tradire la natura della mia ricerca ho voluto mantenere coese queste due categorie.

Osservate bene questa immagine un po' boniveriana un po' devendrabanhartiana, un ragazzo indie in tuta che ha guidato la sua cadillac fino ai piedi del Gran Canyon per farsi una suonatina con la chitarra acustica. Osservatela bene, perché è l'ultima volta che vedrete un hipster senza il suo smartphone, dato che per il resto…

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Abilità 1: guardare le notifiche con la vista periferica.

Abilità 2: Essere il sosia di Dargen D'amico e avere un lungo stick. Autoscatto fisso.

Chi cazzo è Terry Richardson

A che cazzo ci serve lo skate quando surfiamo da dio sul web.

La gente, colui, colleganza, guido, squinternato.

RAPPER

I rapper sono esattamente come ve li immaginate.

One

Two

Three

Five

Fresch, randello, berretta, pam, patapum, pum, salacca, luppolo dell'anca.

JAZZ / BLUES

In pratica qui ci sono solo musicisti afroamericani di mezza età, chi suona il piano, chi la tromba.

Gioggia on ma main.

Oggi il nonno ti insegna a trombare.

Balengo, europide, paturnie.

METALLARI

I metallari sono scuri, capelloni, dark, sporchi. Tutto come nella realtà.

Andiamo al festival.

Che bello il festival.

Finito festival.

Solo, gravoso, pelame, livrea.

RAVER

I gabber non esistono, esistono solo i raver che perlopiù portano occhialini e maschere antigas, probabilmente secondo questi siti le droghe vengono assunte per via di effluvi.

Chi cazzo è Bloody Beetroots adesso eh?

Nemmeno io voglio respirare.

Ma l'immagine più realistica dei raver è la seguente:

Questo è sicuramente l'after.

Virginia è rimasta sotto alla cultura: @virginia_W_