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Musica

La commovente storia della collezione di dischi ritrovata

Se avete perduto fiducia nell'umanità, leggete qui.

Una volta, mentre ero fuori a cena con gli amici, mi capitò di perdere una catena d'oro da diciotto carati che mia madre mi aveva regalato per il mio diciottesimo compleanno, cosa che prese male sia me che lei. Solo che non l'aveco persa: l'avevo venduta per settanta dollari, perché la rata sui miei prestiti studenteschi era in scadenza, ma volevo comunque uscire, fare serata, e magari papparmi un panino lungo mezzo metro. Cercai comunque di sforzarmi a un mood dispiaciuto, in quel modo sarebbe stato più semplice mentire a mia madre.

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Se questa storia vi ha depressi, eccone una che invece vi commuoverà: ebbe inizio quando un ragazzo scozzese di nome Aidan O'Rourke scoprì uno scatolone contenente duecentocinquanta splendidi e immacolati quarantacinque giri (quello nella foto), di fianco al bidone del riciclaggio sotto casa sua a Edimburgo. Un ritrovamento prezioso del genere gli ha fornito il genere di aneddoto che farebbe bagnare qualsiasi editor di cronaca locale.

Dal canto mio, dopo avere letto un riassunto della faccenda sul twitter di Aidan, ho chiesto direttamente a lui di averne una versione intera.

Ok, Aidan, dall'inizio: è successo tutto a luglio, no?
Sì. Qualcuno mi infilò sotto la porta di casa un biglietto che diveva “Aidan, c'è uno scatolone da viaggio con dentro duecento singoli. Ti prego, prendili tu, li ho salvati da un cassonetto. Firmato: Tom”

Chi è Tom?
Un mio vicino di casa pensionato che vive al piano interrato. Li aveva visti accanto al suo bidone del riciclaggio. Aprii la valigia e fu come trovare un tesoro, era pieno di singoli degli anni Cinquanta e dei primi Sessanta in condizioni immacolate, soprattutto roba R&B e soul. Pensai subito che dovevano appartenere a un collezionista o DJ che era stato derubato.

Ti capita spesso di trovare roba per strada, dove vivi tu? È una via trafficata?
È una scorciatoia della Royal Mile di Edinburgo, andando verso il Cowgate. Casa mia dà su un piccolo cortile aperto, e c'è molta gente che passa di lì.

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Capisco. Per cui hai preso in custodia la scatola?
Guarda, io sono un musicista, e ho molti amici musicisti che nel corso degli anni hanno perso degli strumenti o a cui sono stati rubati. So quanto possa essere devastante, per cui ho sparso la voce tra tutti quelli che conosco nel giro degli appassionati di vinile, tra cui il mio tour manager e l'ingegnere con cui lavoro in studio. Si sono messi in contatto con molti altri collezionisti e DJ, e hanno dato loro il mio numero. Sono anche andato in vari negozi per scimmiati, tra cui uno che sta nel mercato ortofrutticolo del mio quartiere. Ho detto a tutti di chiamarmi se sapevano di qualcosa.

E hai saputo qualcosa?
Assolutamente niente. I miei amici mi diedero un tempo di sei mesi, che sarebbero stati sufficienti per dire di avere fatto tutto il possibile e, a quel punto, tenerli tutti e farci quello che mi pareva. A dire il vero, mi ci stavo quasi abituando. Organizzavo dei piccoli incontri in cui li ascoltavamo tutti insieme, ed erano davvero serate piacevoli. Era una collezione stupenda, ordinata in una maniera molto bella, non alfabetica: più li ascoltavamo, più ci rendevamo conto che erano archiviati per mood. Era opera di un vero geek, le atmosfere di ciascun disco creavano sfumature di senso con quelli messi prima e dopo. Ecco, di base abbiamo passato mesi a farci un sacco seghe mentali su quei dischi.

Uno dei brani della collezione.

Ti ci sei affezionato?
Di brutto. I miei amici mi esortavano a venderli su eBay una volta passati i sei mesi, perché parecchi erano autografati, e molti erano prime edizioni. Mi ero quasi arreso, avevo iniziato a fare le foto. Ma poi non ho potuto.

Forse proprio perché sei un musicista?
Mi sa di sì. Ne comprendevo il valore.

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E quindi, perché un anno dopo siamo qui a parlarne?
Be' venerdì scorso stavo tornando a casa a piedi. Ero appena stato a vedere gli Unthanks, con uno dei loro dischi sotto braccio, erano circa le 3:30 e mi sono trovato a parlare con un tizio di nome Andy che faceva la mia stessa strada. Non ricordo come avevamo iniziato a chiacchierare, ma ha notato il disco e mi ha chiesto cos'era, dicendomi che anche lui collezionava e faceva il DJ

Uh, e poi è successo quello che immagino sia successo?
A quel punto ha tirato fuori la storia di una valigia di vinili che aveva semplicemente appoggiato per strada mentre tornava a casa da una serata in cui aveva fatto il DJ, per poi andarsene senza rendersi conto di averla lasciata lì. Se ne era accorto solo il mattino dopo, ma anche ripercorrendo più volte tutta la strada non aveva trovato niente. Mi sono sentito congelare, e ho pensato: “O cazzo… O cazzo!” Per cui gli ho detto “Andy, guarda che l'ho trovata io la valigia.”

Immagino che sulle prime abbia pensato che lo stavi prendendo per il culo…
Sì, mi disse: “Dai, non fare il coglione! È la cosa peggiore che mi sia mai capitata.” Gli dissi che poteva fidarsi, che ce li avevo in salotto, i suoi dischi. Per cui è venuto a casa mia, ed era sbigottito, li prese in mano e iniziò a baciarli, poi mi ha abbracciato fortissimo! Mi ha detto che era stato depresso per mesi. Ci siamo bevuti una birra, poi lui si è seduto dandomi le spalle e mi ha chiesto di farglieli sentire tutti: per ogni disco che ho messo su mi ha detto artista, producer, lato A e lato B.

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Andy, ricongiunto ai suoi dischi.

Cavolo! Vi sentite più?
Mi ha scritto il giorno dopo che non era ancora riuscito ad andare a dormire. Era stato sveglio tutta la notte ad ascoltarli. Mi ha anche offerto una ricompensa, che ho rifiutato. Mi basta la faccia che ha fatto. Quei dischi erano il cuore della sua collezione, ha migliaia di dischi a casa ma quelli erano i più importanti.

Che storia…
È assurdo, perché non l'avevo nemmeno mai visto da quelle parti prima di quella notte. Pensa se fossi rimasto a farmi un'altra birra, o se non avessi avuto quel disco sottobraccio. Tra l'altro, pare viva molto vicino a me.

Io ho saputo del fatto perché ne hai parlato su Twitter. Ora ha più di duemila like e retweets.
È un po' una follia. Credo che alla gente sia piaciuta la storia perché è a lieto fine. Se ha migliorato l'idea dell'universo di qualcuno, allora è servito tutto a qualcosa

Per caso Andy farà un set con quei dischi a breve?
Li suona sabato! Io ovviamente andrò, sono ospite d'onore. È al Taxi Club, in Broughton Road.

Magari accompagnalo a casa e assicurati che stavolta ci arrivi con tutti i dischi in mano

Aidan è un musicista folk, se vi sta simpatico e volete sentire cosasuona, cliccate qui: aidanorourke.net