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Musica

The Sopranos: Anatomia di una diva dell'opera

Cosa deve fare una cantante lirica per diventare una vera diva? Anzitutto rendersi insopportabile.

L’obiettivo definitivo di questo articolo è farvi presente di quali insensatezze sia capace una donna dotata di un certo talento musicale, specialmente se è un po’ figa. Mi ha molto divertito scoprire che dal 1700 in poi le stravaganze delle star della musica non sono cambiate poi di molto, anzi ruotano eternamente attorno alle stesse necessità e tematiche, che adesso elencherò per il vostro diletto.

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RIVALITÀ

Una volta arrivata all’apice della propria carriera artistica una star della musica, ha bisogno di un’antagonista . La prima coppia di nemiche giurate della musica classica che vi presento sono Francesca Cuzzoni e Faustina Bordoni, attenti che mordono. Bisogna dire che nel diciottesimo secolo essere cantanti d’opera e donne significava essersi fatte largo a gomitate tra la folla dei castrati a cui solitamente venivano assegnati i ruoli femminili: non c’è da stupirsi che la competizione fosse avvelentata e che si raggiungessero livelli di malvagità inauditi. Quel poeromo di Händel ebbe il suo bel da fare, cercando di comporre arie ad hoc per le loro voci in modo che l’applauso potesse essere ripartito ugualmente fra le due. L'apice del trash si raggiunse durante una rappresentazione dell'Astianatte di Bononcini nel 1727: all'apparizione dell'una o dell'altra in palcoscenico il pubblico urlava, fischiava, gridava "con ululati e miagolii e altre grandi volgarità", finché ambedue le cantanti cominciarono a gridare l'una contro l'altra, per poi arrivare al vero e proprio scontro fisico strappandosi i capelli e graffiandosi a vicenda, mentre contemporaneamente le due fazioni di fans si scontravano nella platea. Fu necessario l'intervento di tutta la compagnia di canto per separare i due usignoli incazzati.

Un’altra celebre coppia di rivali fu Maria Callas/Renata Tibaldi. Purtroppo questo antagonismo aveva luogo nel Novecento, un secolo da sbadigli in confronto al glorioso Settecento, quindi le manifestazioni di odio tra le due furono assai deludenti in confronto: non vennero mai alle mani, si trattò soltanto di una battaglia mediatica, e soprattutto una grande pubblicità non pagata. E se posso permettermi di infierire, anche lo scambio di frecciatine tra le due fu veramente poco eccitante: la Callas era la regina dell’aforisma scadente “Paragonare me alla Tebaldi è come paragonare lo Champagne al Cognac, anzi alla Coca Cola”, e la Tebaldi che al massimo se ne usciva con roba insapore tipo “I capricci della Callas non tolgono a me più di quanto non tolgono a lei stessa”.

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La cosa interessante è che in entrambi i casi le dive erano allo stesso livello, ma con stili di canto totalmente diversi: sia la Cuzzoni che la Tibaldi erano le cosiddette voci d’angelo, perfette nei momenti languidi, elegiaci e patetici, mentre la Bordoni e la Callas emergevano nelle colorature più indiavolate e acrobatiche. La competizione non aveva senso quindi, ma lascio che siate voi a giudicare.

VICENDE AMOROSE COMPLESSE O NECESSITÀ DI UN MARITO VIOLENTO

Una diva dovrebbe avere una vita sentimentale il più varia e affollata possibile, o in alternativa legarsi definitivamente a qualche personaggio appartenente al mondo dello spettacolo, dal temperamento focoso e facile agli scatti d’ira. Adelina Patti fu un personaggio simpatico (avidissima, pare che chiedesse cifre da capogiro per esibirsi, e che avesse un pappagallo che aveva istruito a strillare CASH! CASH!) e un eccellente esempio di questa prima categoria: sposata tre volte, il primo fu un marchese che tradì, ben ricambiata s’intende, e da cui divorzio trovandosi costretta a spendere una fortuna. Poi ebbe una tresca e si sposò con il tenore francese Ernesto Nicolini, dando notevole scandalo a una rappresentazione nel 1886 di Romeo e Juliette in cui recitavano insieme e si scambiarono ben 29 baci durante la scena del balcone, provocando lo svenimento delle signore perbene e l’indignazione dei signori. Quando il tenore stirò la Patti si diede da fare per sposarsi di nuovo, e stavolta con un barone svedese 27 anni più giovane di lei. Vissero felici e contenti in un adorabile castello in Galles che sembra frutto della fantasia malata di Tim Burton, dove lei continuava a esibirsi privatamente nel piccolo teatro del palazzo. In quel periodo, ormai sessantenne, incise la propria voce: abbiate pietà per una povera vecchina in questa registrazione di pessima qualità. La coppia più bella della musica classica però rimane quella Angela Gheorghiu/Roberto Alagna, paragonabile soltanto a Rhianna - Chris Brown. Mettete insieme una cantante d’opera rumena anche detta Draculette per via del suo spaventoso carattere (che lei chiama schiettezza e attribuisce al fatto di essere cresciuta sotto il regime autoritario di Ceausescu) e un tenore francese di origini siciliane: il risultato algebrico è violenza domestica. Dopo aver interpretato tutte le coppie operistiche, aver rilasciato interviste sulla loro burrascosa relazione e sulle loro selvagge riappacificazioni, è stato annunciato il divorzio che ha gettato nello sconforto gli amanti dell’opera più sentimentali. Pare che competizione e gelosia fossero arrivate a dei livelli inaccettabili, e lui le avesse mollato anche un paio di schiaffi. Prima di impietosirvi troppo, ricordate che Angela non è proprio una zolletta di zucchero: nel 2007 è riuscita a farsi licenziare dalla Lyric Opera of Chicago per atteggiamenti poco professionali, dopo essersi fatta una reputazione a forza di tirare secchiate d’acqua addosso ai suonatori ambulanti di Covent Garden e fare scenate per parrucche che non voleva indossare.

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STRANE ABITUDINI ALIMENTARI

Uno dei superpoteri delle celebrità è da sempre quello di dimagrire e ingrassare drammaticamente, e anche le star dell’opera non fanno eccezione. Per esempio, Maria Callas iniziò la sua carriera con il tipico fisico a comodino da cantante d’opera, ma nel 1954 la Divina dimagrì di 30 chili nel giro di pochi mesi, assumendo la figura longilinea e l’aria sofferente con cui amiamo ricordarla. Alcuni sostengono che avesse ingerito volontariamente una tenia (verme solitario), altri che si fosse sottoposta a pericolose cure ormonali che la resero magra ma psichicamente instabile: entrambe mi sembrano strategie decisamente più credibili della dieta macrobiotica ed esercizio fisico con cui Kelly Osbourne sostiene di aver perso 30 chili.

CAPRICCI

Arriviamo al principale ingrediente del divismo: i capricci. Nel mondo dell’opera sono celebri le bizze di Kathleen Battle tanto che alla fine delle produzioni che la vedevano protagonista tutta la troupe indossava una simpatica maglietta con scritto “I survived the Battle”. Anche lei, come la Callas, è stata licenziata dalla Metropolitan Opera House e quando il suo agente, invitando il direttore a riconsiderare il licenziamento, gli ha ricordato che il suo predecessore aveva già fatto la cazzata di far fuori la Divina, questo ha risposto amaramente che “La Battle non è la Callas”. A quanto pare la Battle si rifiuta di comunicare con tecnici e chaffeurs, cosa che ha dato luogo a situazioni assai comiche: come quando da Los Angeles chiamò il suo manager a New York per chiedergli di avvertire l’autista della limousine dove si trovava in quel momento di abbassare l’aria condizionata, troppo difficile chiederlo direttamente. Particolarmente paranoica, non vuole che nessuno la guardi e le parli capriccio che condivide con Madonna e Kathy Perry e che la porta quasi al livello di Mariah Carey, la quale ha nel suo entoutrage un "tecnico" pagato per testare per primo ogni scala che lei dovrà salire o scendere, probabilmente per evitare incidenti viste le attuali dimensioni del suo culo.

A concludere vi presento il personaggio dell’opera che raccoglie tutte le sopracitate caratteristiche della diva, la Tosca di Puccini, il vero ruolo da drama queen a cui ogni soprano aspira, interpretato con enorme successo dalla Callas e Sarah Bernhardt. La Tosca è un’attrice, primadonna, continuamente in vena di esibirsi ed atteggiarsi: donna intensissima e non particolarmente intelligente, riesce a fare un casino tale durante l’opera da provocare direttamente o indirettamente la morte della maggior parte dei personaggi, tra cui anche la sua, un epico suicidio gettandosi giù dalle mura di Castel Sant’Angelo. Mi chiedo se prima di buttarsi abbia avuto il tempo di far testare il dirupo al suo tecnico per suicidio e automutilazioni per provare se l’altezza era adeguata. Now that’s a diva.