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Musica

Chicoria recensisce il nuovo album de I Cani

Torna Chicoria con la recensione di "Aurora", il nuovo album de I Cani e gli è piaciuto così tanto che vorrebbe rapparci sopra.

Chico Of The Pops è la nuova rubrica pop di Noisey curata dall'esimio Chicoria, nostro fido collaboratore nonché rapper e scrittore. In buona sostanza gli abbiamo chiesto di recensire i dischi pop più scottanti del momento, dove per pop si intende qualsiasi cosa sia di recente uscita e succulenta a livello di visibilità mediatica. Chico è già il top, noi gli abbiamo solo permesso di essere anche Of The Pops.

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C’è un detto in antico romano doc, la lingua che potrebbe parlare un fruttarolo testaccino invecchiato 60 anni co’ la pioggia e cor sole tra casse de frutta ai mercati generali (più doc de così non esiste), che recita: “manco a li cani”. Serve a esprimere il dissenso per qualche cosa, ad esempio del cibo che non ti è piaciuto e che non daresti in pasto “manco a li cani” proprio. Ringraziando Dio e gli autori non è il caso di questo disco!

Prima di partire con la recensione alzo le mani e vi voglio subito confessare che io ero totalmente ignorante del genere e mi sono dovuto prima documentare su chi sono questi cani, di che razza sono, se hanno il pedigree e la loro altezza al garrese. Quindi è scattata l’indagine, innanzitutto ho visto fra i miei contatti sui social network chi avesse il following sulla pagina artista de I Cani e qui vedendo i profili degli utenti, mi sono subito dovuto confrontare con: scarpe basse tipo superga, jeans attillati dal malleolo scoperto fin sotto il polpaccio, insomma il classico risvoltino per capirci, barbe lunghe e look ricercato. Quindi sotto giuramento e davanti La Corte e Vostra Signoria Illustrissima, posso identificare come utilizzatore medio del disco un hipster e questo genere, l’avvocato mi corregga se sbaglio, si chiama Indie rock – synth pop.

È inutile far scattare il razzismo a priori, signori miei ammettiamolo, al di là dei preconcetti, il mood dell’album e le tematiche trattate ti colpiscono, a meno che tu non sia un rettiliano. Specie perché sono cresciuto negli anni Ottanta l’immaginario utilizzato, fra mondo del web e scenari spaziali (al di là che il tema sia il solito Amore o un Pianto esistenzialista), è riuscito a mantenere sempre costante la mia attenzione senza mai diventare banale.

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Nella prima traccia “Questo nostro grande amore” mi è piaciuta molto l’idea di confrontare l’amore a un bene monetizzabile e a quanto frutterebbe sui social, nel marketing e nel mondo finanziario. Questa cosa mi ha fatto pensare a quanto siamo soddisfatti da un amore che ci completa rispetto a tutte le futilità che hanno un gran prezzo e noi possiamo essere padroni dell’amore che rende felici gratis. È ‘na gran cosa. Oltretutto la canzone è contenuta nel film Sempre meglio che lavorare dei The Pills uscito in questi giorni nei cinema. Andatelo a vedere che sono amici e pure dei bravi ragazzi, alla Martin Scorsese.

Niccolò ho letto che vuoi rimanere anonimo infatti ti proteggi l’identità usando un sacchetto di carta e questa cosa la rispetto assai, come i video low budget fatti bene che seguono lo stesso approccio . Hai la mia stima pure qua. Poi quando ho sentito la seconda traccia “Non finirà” ho pensato che celare l’identità te torna utile quando gli ispettori della Siae te vengono a cercà cor mandato de cattura e i fucili spianati perché sentono er campionamento da “Another one bites the dust” dei Queen che sta nella canzone. Col sacchetto c’hai più possibilità di sfuggire alla cattura e andà latitante. Geniale. Ho già capito il tuo schema fratello.

In “Baby soldato” viene espressa tutta la voglia che hanno queste ragazze di provincia di arrivare in una metropoli e togliersi di dosso la vita pallosa che avevano prima. La voglia di farcela, di svoltare e di vivere la vita veloce che pero ‘né perdona né fa sconti. Tutto ciò è espresso nel ritornello in un milanese che è il top anche detto da noi che siamo dei poveri romani caro Niccolò: “Non è niente, sono solo scoppiata, ZIO!!”

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A Niccolò, pure io l’ho utilizzato l’espediente che c’avevo freddo pè fa rimanè più de ‘na tipa a casa mia, te però sei stato più furbo, c’hai fatto una canzone “Il posto più freddo”, bell’idea! Guarda, l’unica cosa che te sconsiglio è che se je dici de rimanè, poi s’accollano e lì poi è un casino. Te lo scordi che esci la sera a fa’ er matto in piazza e poi quando “la droga è scesa” come canti tu, allora chiami e vai da questa. Dopo du’ tre volte che j’hai fatto sti numeri quella te risponne così: “Niccolò, sei ‘no stronzo, non te ne frega nulla di me, mi chiami solo per scopare quando stai fatto”.
Ah ‘n altra cosa Nic, quando c’hai i brividi che te vengono su da le gambe al petto, nun è l’amore, è l’inizio de una crisi d’astinenza da eroina.

In tutto l’album lo strumento che eccelle è l’utlilizzo massiccio dei synth, che sono curati in maniera maniacale.
Nella traccia “Photodhisattva” che è un’introspezione sul nostro viaggio umano, tutti siamo uguali e proveniamo tutti dallo stesso brodo primordiale, dovremmo accettarci per quello che siamo e che non c’è problema anche se “qualcuno ha la ficaaaaa”, ber trick sta cosa de qualcuno ha la fica, tocca dillo che sei un ber drago a scrive, è un ber po Truce Klan.
Siamo arrivati ad “Aurora”, la title track del CD, qui Niccolò ce dà du’ dritte pè come vivese e mantenesse una relazione, il tutto risulta molto poetico e mai scontato così come la traccia seguente che dovrebbe essere il classico pianto greco che uno c’ha quando rivede una sua ex e se rende conto che ce sta più sotto der sommergibile de Caccia a ottobre rosso.
6000 leghe de pippe mentali sotto i mari.

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“Calabi Yau” è uno dei pezzi che mi è piaciuto di più, è introspettivo e il suono del mare rende ancor di più l’atmosfera, spacca come rientra l’ultimo ritornello.

La traccia seguente “Ultimo mondo” è una strumentale. Niccolò non ci rappa, bè secco è una bomba! Mannamela che ce rappo io è ‘na mina! Sembra un pezzo di Meek Mill. Aò se leggi ‘st’ articolo, famme usà sta base, famme er favore.
In “Finirai”, la penultima traccia del disco, Nic ci illustra il suo pensiero sul mondo odierno, la consapevolezza di quello a cui andiamo incontro già solo con la nostra esistenza, dell’inizio e della fine, di cosa abbiamo reso questo mondo e che siamo alla sua fine. La base e le parole fittano come il pane, il burro e gli effetti sulla voce sono la marmellata, il pezzo è pieno e trasuda saggezza. Bella prova, hai fatto centro secco.

Ahimè, il tempo è passato e siamo arrivati a “Sparire” che è la closing track, in questa traccia Nic sa che dovrà smorzare i toni per far si che scendano i titoli di coda del film, infatti spariscono i synth e la melodia si fa più easy e conciliante, così è, perché tutti c’avemo lo stesso destino e forse sarebbe il caso che uno si arrenda a st’idea, così vive più in pace, innanzitutto co’ se stesso.

Chico quando non è il re del Pop fa il rapper. Seguilo su Facebook, Twitter e Instagram. Aurora è già disponibile su iTunes e in tanti altri posti.