FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

Chicoria recensisce il nuovo album di Alessandra Amoroso

Abbiamo chiesto a Chicoria di recensire i dischi pop più caldi del momento. Il primo di questa lunga serie è "Vivere a Colori" di Alessandra Amoroso.

Chico Of The Pops è la nuova rubrica pop di Noisey curata dall'esimio Chicoria, nostro fido collaboratore nonché rapper e scrittore. In buona sostanza gli abbiamo chiesto di recensire i dischi pop più scottanti del momento, dove per pop si intende qualsiasi cosa sia di recente uscita e succulenta a livello di visibilità mediatica. Chico è già il top, noi gli abbiamo solo permesso di essere anche Of The Pops.

Pubblicità

Ciao a tutti, m’è toccata la recensione del nuovo disco di Alessandra Amoroso, voi direte: “Che culo!” Io ve dico: “Pè niente”, dato che l’album si chiama Vivere a colori e io vivo piuttosto in bianco e nero. La domanda spontanea che m’è venuta in mente dopo che ho ascoltato più volte tutto il CD è questa: “Alisandra,” con tono perentorio e da padre che vuole spiegazioni, “ma quanti uomini c’hai nella tua vita?! Stai fully covered! È vero eh???"

Dunque, l’argomento tiranno assoluto e sul top della piramide di codesto cd, come un qualsiasi classico pop che si rispetti è: l’Amore, declinato in ogni sua sfaccettatura. Infatti diciamo che in dodici tracce su quattordici c’è sempre un amore impossibile, un “Ti aspetterò anche se arriva la terza guerra mondiale batteriologica,” un uomo inadatto, un tradimento o un piagnisteo riguardante un rapporto di coppia.

E qui vorrei esternare un mio teorema. Se è vera l’equazione che er gangstarap produce dei rompicoglioni che fanno crimine, qui che ci ritroveremo? Delle ragazzine che cambiano pischello nell’arco di una canzone?! Speramo de no. Da quando ho acceso il mio ghettoblaster con Alisandra dentro, credo che i miei vicini abbiano pensato: “Cristo, questo ormai è andato del tutto.” Volume a palla, cannoni fumanti di purple e Alessandra che faceva fuoco ai caricatori della 9 mm dell’Amore.

Traccia numero 4, la title track del CD: “Vivere a colori,” ascoltando il beat notavo un piattino entrante che avrebbe fatto gola anche al Gucci Mane! “Cosa c’è Alisà? Te la senti un po’ di Atlanta che vuoi portare una ventata di Trap nel pop italiano?!” Però poi sempre sullo stesso pezzo si sfocia in una disco music che proprio non ci sta e sempre in “una eterna Roma” eh… vabbe'.

Pubblicità

La traccia seguente, lo dice il titolo: “L’unica cosa da fare” è il classico: Tragedione, un Pianto Greco incredibile dovuto ad una separazione sentimentale.

Poi c’è una canzone “Comunque andare” che mi ricorda “Si, viaggiare” di Battisti. “Alisà.. La prima parte del ritornello, je l’hai un po’ rubato, leggerissimamente dico, però quella è l’intenzione no?! E comunque non è colpa tua Alisà!” Immagino i produttori di musica Pop come dei vecchi pezzi d’antiquariato di Mafia che dicono: “Aò, cavallo vincente nun se cambiaaa!” Ecco perché di solito rubano dai grandi successi, perché sanno che il motivetto che ha funzionato una volta pagherà di nuovo.

Certo, il pezzo di Battisti è assai più profondo, qui il tempo è simile ma le parole sono assai più futili. Alessandra un po’ mi ricorda pure una young Loredana Bertè, un po’ più Happy e senza robba. Loredana c’ha la voce un po’ più secca, l’Amoroso più profonda, arriva a prendere toni da lirica e ‘sta cosa se vede pure durante i live, Alessandra c’ha le skills pè sta’ sul palco—io l’ho vista live a Piazza del Popolo tipo 3 anni fa. È l’unica fra un sacco di artisti italiani che ha cantato senza playback e ha spaccato, bisogna riconoscerlo.

Discorso diverso va fatto per “Sul ciglio senza far rumore,” che secondo me è er posto dove trovamo Alisandra quando er pischello suo fa quarche cazzata: Sur ciglio, senza far rumore e co’ ‘na mazza chiodata! mentre aspetta er pischello che è uscito co’ l’amici sua a fa’ er malandrino e Alisandra sa già che tornerà a casa ridotto uno straccio per abuso di cocaina e escort. Lo aspetta lì, covando livore, con una faccia livida e piena di moralità perché sa che dovrà rimetterlo in riga a suon di badilate… Povero cristiano.

Il CD nel complesso è il classico prodotto pop di questi giorni, con dei beat dal mood pop adolescenziale ma che si sposano con sonorità nuove, tipo la traccia conclusiva alla Rihanna. Nell’insieme il lavoro è convincente, la voce di Alessandra spacca, fa er foco, ciò che non mi sconfinferà troppo è riproporre pezzi consolidati di altri artisti come per esempio “Nel tuo disordine,” che è chiaramente ancora ispirata a Battisti, anche se ‘sta cosa però l’ho captata solo al secondo ascolto. Al primo ero troppo occupato a capì che ‘sta strumentale me ricordava vagamente ma più lenta, la sigla di “Lunedi film”, robba anni 80, su Rai Uno.

Chico quando non è il re del Pop fa il rapper. Seguilo su Facebook, Twitter e Instagram.