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Musica

Che fine hanno fatto le one hit wonder italiane dei 2000?

Gli Sugarfree, Valeria Rossi, i Gazosa, Pago e tanti altri amici della musica che sono stati inghiottiti da un buco nero.
gazosa band

Qualche giorno fa mi trovavo in una località di mare italiana, in uno di quei bar in cui entri per un innocuo cappuccino, e ti ritrovi tuo malgrado costretto a fare i conti con la televisione impunemente sintonizzata su canali tipo RTL 102.5 che mandano gli stessi cinque video in heavy rotation per ore e ore (video che adesso conosco a memoria, ma non è il caso di parlarne a trauma ancora fresco).

Tra questi, ad un certo punto, ne passa uno che stona decisamente con gli altri per qualità del girato e degli interpreti—tre uomini sulla quarantina in camicia bianca e pantaloni eleganti che suonano in un campo di grano. Scopro con mio sommo sbigottimento che i protagonisti del video sono gli Sugarfree, con il loro nuovo pezzo "Ti Amo a Milano," che è un peccato non condividere.

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sugarfree

Gli Sugarfree in una vecchia foto promozionale

Gli Sugarfree sono diventati mega famosi grazie alla loro hit "Cleptomania" che ogni zarro d'Italia ha dedicato almeno una volta alla donna amata nel 2005. Dopo quel glorioso episodio la band scompare dalle scene, salvo ritornare con un'altra hit, stavolta meno hit della prima, associata al capolavoro cinematografico di Federico Moccia Scusa Ma ti Chiamo Amore, tratto dal best seller di Federico Moccia Scusa Ma ti Chiamo Amore. Il pezzo degli Sugarfree si intitolava, manco a farlo apposta, "Scusa Ma ti Chiamo Amore". Come vi ho già detto, questa hit non andò bene come la precedente, nonostante l'autorevole endorsement, e gli Sugarfree stettero a cuccia per qualche tempo, per poi tornare, con meno capelli e meno post-adolescenza, col capolavoro di cui sopra.

Rivedere gli Sugarfree dopo uno iato di qualche anno dal loro successone mi ha sorpreso, dal momento che per me questa band faceva parte della categoria one hit wonder, quegli artisti che ne sparano una grossa e poi scompaiono nel nulla cosmico. Il fenomeno, stando ad un articolo uscito qualche tempo fa su Priceconomics intitolato The Death of the One Hit Wonder, è in deperimento, in quanto da qualche anno a questa parte (nell'articolo si trova lo schemino che lo mostra chiaramente) le hit dei grandi della musica spalleggiati dalle major tendono a occupare le vette della classifica per molte più settimane rispetto al passato. L'esempio utilizzato è quello dei pezzi di Katy Perry che rimangono, in media, sulla cresta dell'onda tre volte tanto il tempo che vi restava un grande successo dei Beatles.

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A questo si aggiunga il fatto che le case discografiche fanno sempre meno scouting, scommettono di meno sull'ignoto, preferendo buttarsi su artisti o prodotti che, nella loro (perlopiù limitatissima) visione imprenditoriale, sono sicuri forieri di vendite. Per questo, in tutto il mondo, la scelta delle potenziali hit non si affida più al gusto dei tastemakers, dei discografici e così via—di quelli che, per farla breve, dovrebbero fare proprio quel lavoro. Al posto loro, il lavoro lo fa Shazam, e i cercatori d'oro dell'industria musicale scovano le future hit tracciando i pezzi più shazammati (eh, ho cercato un sinonimo ma facevo prima così) dagli utenti in giro per il mondo. In questo modo, come riporta questo articolo di The Atlantic, è nato il successo di Lorde.

Oltretutto, come chiunque abiti in Italia può capire benissimo, i media musicali in giro per il mondo, in particolare le radio e le TV, per fare ascolti devono fare in modo di trattenere l'ascoltatore/spettatore, di non fargli cambiare canale. Per questo ci ritroviamo con heavy rotation limitate al massimo a una cinquantina di brani al mese. Vi basta accendere un canale a caso dedicato alla musica e vi rederete conto nel giro di poche ore che la playlist finisce e come per magia ricomincia da capo, in una coazione a ripetere che andrebbe punita con gravi sanzioni dal Ministero della Cultura, invece è premiata dalle sovvenzioni delle major che oramai investono più in questa sorta di Trattamento Ludovico Van che in una qualsiasi forma di ricerca o promozione.

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RTL 102.5 è un'emittente radiofonica FM nazionale privata italiana. È stata la prima radio privata italiana ad utilizzare il formato hit radio, un format che prevede, solo ed esclusivamente, la messa in onda di grandi successi, italiani e stranieri (dalla pagina Wikipedia). Chiaramente nessuno si aspetta di trovare qualsivoglia forma di musica non commerciale su emittenti di questo tipo, ma le conseguenze di queste becere scorciatoie dell'intrattenimento pesano anche su chi non ha mai nemmeno preso in considerazione di stare nell'underground: sui musicisti che provano con tutte le loro forze a sfondare, a mettere in buca una hit. Ma la situazione non è sempre stata così grigia e le mura del mainstream non sono sempre state così serrate.

Quando ancora c'erano dei piccoli spiragli nella rete, alcuni fortunati artisti sono riusciti a piazzare una, massimo due, hit in classifica per poi scomparire per sempre o rimanere semplicemente chiusi per tutto il resto della loro esistenza in qualche centro commerciale, nelle feste in piazza dei comuni dimenticati d'Italia o nei programmi pomeridiani di RAI2. Ho pensato di fornire un servizio alla comunità rispondendo alla domanda che nessuno si pone perché ce li siamo dimenticati tutti: che fine hanno fatto i nostri one-hit-wonder dei 2000? Eccoli qui, in rigoroso ordine di apparizione.

DANIELE GROFF

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Uno screenshot dal video di "Daisy" di Daniele Groff, cliccaci sopra per guardarlo

Vi ricorderete di lui per la particolare prospettiva della sua infanzia che molti di noi ancora non hanno compreso a pieno, illustrata dalla strofa "da bambino io giocavo nel finto campo di grano". Poveretto, nemmeno la gioia di avere a che fare con il grano vero, non è che sarà stato allergico? In realtà qui il buon Groff è quasi fuori concorso, dato che la sua mega hit "Daisy" risale al 1998, anno in cui il britpop sembrava dovesse invadere anche la nostra infelice nazione dato che, con lui, erano spuntati come funghetti col taglio Gallagher altri Oasis wannabe, tra cui i Jade, altra one-hit-wonder dalla chiara ispirazione jeffbuckleyana ma che a differenza di Groff sono sempre rimasti un po' underground—forse perché il cantante aspirava ad essere un violino.

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Dopo "Daisy" e il suo unico album un po' venduto, dal titolo pretenziosissimo Variatio 22, in realtà Daniele Groff ha fatto un casino di roba, tra cui un altro singolo fortunato, passato però inosservatissimo, intitolato "Sei Un Miracolo", che probabilmente per via dei suoi chiari riferimenti mistici ha permesso a Daniele Groff di cantare alla corte dell'ex ex Papa Giovanni Paolo II. Ora Daniele Groff ha 43 anni, scala altre cose che non sono le classifiche, assomiglia tantissimo a mio zio Ruggero, e il suo ultimo singolo "Bellissima la Verità" (tra l'altro scritto con gli stessi accordi di "Sei Un Miracolo") non sembra essere andato granché bene, forse perché è cambiato il Papa di riferimento e la protezione "dall'alto" non è più efficace.

CARLOTTA

carlotta frena

A differenza di Daniele Groff, Carlotta è conosciuta unicamente per la sua "Frena", che in molti si saranno pure dimenticati dato che risale al lontano 2000, anno in cui i nostri più avidi lettori sono nati (hey ragazzi come va pronti per il ritorno a scuola?). In realtà la brava Carlotta aveva preso la rincorsa con due singoli precedenti a "Frena": il primo, un assurdo pastiche jungle-cartonianimatesco "Mi chiamo Candy", il secondo un inno coercitivo per il women empowerment, "Baciami Adesso", che le è valso la sua ultima apparizione in contesti mezzi VIP, in occasione del grande concerto Amiche per l'Abruzzo.

GAZOSA

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I Gazosa rockeggiano nel video di "Nessuno mi può giudicare" feat. Tormento, clicca sulla foto per vedere il video su YouTube

I cocchini della Caselli, proprio perché cocchini della Caselli, non è che hanno fatto una sola hit, ne hanno fatte almeno due (la storica "www.mipiacitu" e "Ogni Giorno di Più") ma ho voluto metterli qui soltanto per il gusto di ricordare la loro magica esperienza crossover con Tormento sulla cover di "Nessuno mi può Giudicare". La frontwoman della band, Jessica Morlacchi, ha lasciato il gruppo per tentare la carriera solista. Dato che il nome Jessica Morlacchi non vi dice nulla, potete immaginare come sia andata a finire la sua carriera solista. La ragazza ha partecipato alla prima edizione del talent The Voice of Italy, ma è stata scartata subito, forse perché il karma ha voluto punirla per la sua ubris nel voler lasciare quel gioiello di acne e capelli lunghi che erano i Gazosa.

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Più fortunato il collega "metal" Federico Paciotti, l'unico rimasto sotto l'ala della Caselli, che ora fa l'autore per la Sugar e scrive le hit per Scanu (ma ve l'avevo già rivelato qui). I veri Gazosa non ci sono più, hanno cambiato trentamila formazioni ma per noi rimarranno sempre i primi ad aver sdoganato il mondo di internet nella canzone italiana.

VALERIA ROSSI

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Uno screenshot dal video di "Tre Parole", clicca sulla foto per vederlo su YouTube

Ce la ricordiamo tutti per le sue "Tre Parole" (sorpresa: sono sole, cuore e amore), e in effetti di hit ha fatto solo quella, poi ha tentato varie peripezie nel mondo degli autori musicali, e infine è arrivata a un punto che in nuce era già contenuto nel suo unico successo discografico: ora Valeria, sotto il suo nuovo pseudonimo Mammastar, prova a sfondare nelle orecchie dei più piccoli grazie a questo particolarissimo inno a Peppa Pig.

PAGO

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Assodato che la sua unica vera megahit è "Parlo di Te", Pago poi è rimasto sulla cresta dell'onda (non è vero) grazie alle sue pubbliche relazioni, che l'hanno portato a partecipare al reality show Music Farm, a sposare la showgirl Miriana Trevisan e a vivere di rendita perché è un vero gallo. In realtà secondo una recentissima intervista pare che stia per tornare con un nuovo singolo, anche se solo in Spagna, Gran Canarie e Costa Rica perché qui non ce lo meritiamo.

TRIBÀ

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Uno screengrab dal video di "Mama insegnami a bailar" dei Tribà, cliccaci sopra per guardarlo su YouTube

Tribà era il nome di un progetto di Vito Miccolis, il percussionista-Hulk-Hogan delle terre sabaude. Il singolo che li ha resi famosi, "Mama Insegnami a Bailar," è stato, a quanto dicono, un incidente di percorso. Loro avevano in realtà già un bel giro, centri sociali, Mambassa, Mau Mau e così via, e quasi per scherzo ad un certo punto decidono di buttar fuori sto singolo e BOOM. La hit. In questa intervista a Rockol, Vito spiega di come la gente che andava a vederli dopo aver sentito il loro unico pezzo famoso si stupisse del fatto che in realtà facessero tutt'altro che quel cha-cha-cha un po' Aventura.

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Dopo l'album del 2001 in cui era contenuto il singolone da sfondamento, i Tribà hanno pubblicato un solo altro disco, Camminando, datato 2003. Disco dal titolo un po' manuchaesco, ma pure profetico in quanto con quell'album la band ha camminato fuori dalla scena. Ora Vito continua a suonare e collabora con Ciao Belli, insomma, fa cose, dovrà pur tenerli occupati tutti quei muscolacci.

MOONY

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Uno screengrab dal video di "Dove" di Moony, cliccaci sopra per guardarlo su YouTube

Moony per un certo periodo è stata la nostra Diana Ross, la voce perfetta per il momento in cui si credeva che, dopo il french touch, sarebbe arrivato pure il tocco italiano, grazie a DJ come Cristiano Spiller, con cui la nostra Moony pure aveva collaborato. Dopo aver prestato la voce alla formazione DB Boulevard in cui militava il sempre veneto Tommy Vee, e aver sfornato una hit pure con loro (ve la ricordate, "Point Of View"), Moony si scolla dai DJ e tenta la carriera solista. Lo fa con un singolo molto daftpunkiano, apprezzabilissimo a posteriori e apprezzatissimo nel momento dell'uscita, intitolato "Dove", proprio come il mio deodorante, a cui dedico questo pezzo perché gli sono fedele da anni, infatti IIIIII will be loving you foreeeeever.

Dopo questa mega hit la nostra Moony collabora con altri DJ, ma come immaginerete nessun pezzo con la sua voce spinge più come quelli di cui sopra. La sua ultima apparizione è nel brano del 2009 di Robbie Rivera, "You Got To Make It". Ora io ti faccio un mio personale appello Moony, eri la mia voce preferita della musica discotecara italiana, senza di te quei successi non se li sarebbe sognati nessuno, ricomincia a prestare la tua ugola ai DJ, te lo chiedo come favore personale.

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PAPS'N'SKAR

paps n skar vieni con me

Uno screengrab dal video di "Vieni con me" dei Paps'n'Skar, cliccaci sopra per guardarlo su YouTube

I Paps'n'Skar vincono il premio del nome da DJ più brutto della storia. Quella che sentite qui sopra, insieme all'altrettanto fastidiosa "Mirage (Stasera la Luna)" sono state le loro uniche vere hit da classifica e risalgono al periodo 2004-2005, un momento storico che quelli che dicono che il pop italiano ha iniziato a far schifo da poco dovrebbero rispolverarsi, anche se la formazione era già attiva da tanti anni e chissà che belle perle tirava fuori.

I due rifanno capolino in classifica nel 2009 con la mezza hit "La Dance" (di cui vi consiglio di scandagliare bene il testo), per poi ritornare nel loro limbo di discoteche tamarre e collaborazioni con the finest italian DJs tipo Gabry Ponte o DJ Matrix. Ad ogni modo il fatto che la loro orribile "La Dance" fosse arrivata in classifica è la prova che gli italiani mandano giù la merda proprio volentieri.

GAIA E LUNA

gaia e luna come vasco rossi

Uno screengrab dal video di "Come Vasco Rossi" di Gaia & Luna, cliccaci sopra per guardarlo su YouTube

Fortunatamente tutto quello che c'è da sapere su Gaia e Luna l'ha già scritto il meraviglioso archivio di Orrore a 33giri. Anzi no: le due piccolette sono diventate, a quanto pare, famosissime DJ che girano il mondo (Ibiza) con la loro "fresh EDM". Bene no?

Faccio presente comunque che il padre di Gaia e Luna è lui, Ago Carollo, sulla cui pagina Wikipedia italiana c'è scritto che "dal 2006 è uno dei giudici dei Grammy Awards (gli "Oscar" della musica)", ruolo che già cambia se si vede la sua pagina Wiki in inglese, in cui è riportato che è stato ospite ai Latin Grammy, una volta, con Miguel Bosé. Se volete sapere la verità su di lui, però, vi rimando agli unici articoli in cui si segnala la sua presenza ai Grammy, a cui a quanto pare è stato invitato per mettersi in piccionaia. A voi il giudizio.

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SIMONE

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Simone doveva essere il tentativo di Vasco Rossi di reincarnarsi in qualcosa che fosse meno bello, ma pure meno inaffidabile di Gianluca Grignani. Purtroppo questo esperimento eugenetico al contrario non ha ottenuto gli effetti desiderati e l'unica volta che la testa capelluta di Simone è emersa dal regno delle ombre è stato nel lontano 2007, col pezzo "Niente Da Perdere", che i più fortunati tra voi ricorderanno. Dopodiché la sua discografia diventa eloquente della condizione umana in cui versa il povero Simone, nel difficile periodo di recupero post-hit.

Infatti nel 2010, tre anni dopo il suo boom, se ne esce con un singolo intitolato timidamente "Ho scritto una Canzone", come a dire "hey mondo, io anche se non mi ascolta nessuno continuo a scrivere canzoni, poi boh, vedete voi." Il pezzo ovviamente non riscuote il successo del predecessore, tanto che il titolo del singolo successivo sembra dipingere uno scenario ben più tetro: "Caduta Libera". Poi Simone fa cose qua e là, Nazionale Cantanti, scrive addirittura un pezzo per Paolo Meneguzzi, ma insomma, niente di che. Torna a bomba, o almeno ci prova, con quello che sembra un carico d'ottimismo molto distante dall'aria cupa che tirava nei suoi singoli del 2010/11.

"L'8 dicembre 2015, a distanza di 11 anni dal suo debutto, Simone torna con il nuovo singolo “#Solocosebelle”, che anticipa l'album #Felice”, recita la sua pagina Wikipedia. UN TITOLO CON L'HASHTAG SIMONE? MA FAI SUL SERIO? E poi, "Solo cose Belle"? Chi sei, Francesco Sole? Sembra chiaro a tutti che la mela Simone con tutto sto ottimismo si sia allontanata un po' troppo dall'albero che l'aveva lanciata. Ho altresì scoperto che Simone ha lanciato una specie di contest (da qui si spiega il linguaggio un po' Twitter della sua ultima fatica discografica) a cui tutti possono partecipare. Addirittura pare che abbia lasciato il suo numero ai fan, che dovevano mandargli un messaggino scrivendogli #IOSONOFELICEQUANDO. Se ci siamo capiti, e spero che ci siamo capiti, ecco qui il numero: 3331489251.

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MARIANGELA

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Mariangela ha iniziato a fare musica a tre anni e mezzo, ma in tutto di hit ne ha piazzate una sola, "M'ama o M'amerà", nel 2005. Il che, facendo la media con i suoi 32 anni, significa che ha piazzato 0,03125 hit all'anno. Quella canzone margheritica in particolare è stata fortunata perché se ben ricordate fu uno stacchetto di Striscia La Notizia. In effetti poi Mariangela mica si è arresa, ci ha riprovato eccome, tanto che è finita a Sanremo Giovani nel 2007 con la struggente "Ninna Nanna", che diciamo fu una mezza hit, il che alza la sua media a ben 0,046875 hit per anno. Ora Mariangela fa l'attrice e ha un nuovo progetto musicale di cui, perdonatemi, non ho voglia di informarmi.

PQUADRO

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Finora non ho messo alcun concorrente di Talent Show perché non valgono come one hit wonder, dato che nascono per esserlo. Meno per Meno uguale più. I Pquadro, formatisi ad Amici di Maria, hanno all'attivo una sola hit, la malinconica "Malinconiche Sere", ma la cosa più bella è come sono andati a finire: i due P non sembrano voler mollare il mondo dei talent show, e mentre il fortunato Piero Romitelli ha deciso di diventare autore di molti dei brani di ex vincitori di altri talent (Chiara Galiazzo, Marco Mengoni, Michele Bravi, Dear Jack e chi più ne ha più ne metta), il più sfigato Pietro Napolano ha provato a riemergere dai talent partecipando a The Voice, con il successo che tutti immaginiamo abbia avuto.

DANIELE STEFANI

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Uno screengrab dal video di "Un giorno d'amore" di Daniele Stefani, cliccaci sopra per guardarlo su YouTube

2002: esce "Cry Me a River" di Justin Timberlake. 2002: esce "Un Giorno d'Amore" di Daniele Stefani. Coincidenze? Io non credo. Daniele Stefani, insomma, doveva e poteva essere il Justin Timberlake italiano, il sistema l'aveva formato per esserlo, ma lui ha detto di no, questo sistema non mi avrà, non mi incasellerà in una struttura già decisa, in un ruolo e in un'immagine che non ho scelto io ma la mia fottuta casa discografica, io non ci sto, diceva tra sé e sé Daniele Stefani, determinato a farla finita con lo showbiz. Voleva prendere le distanze da quel mondo che non gli apparteneva, Daniele Stefani, infatti le ultime notizie che abbiamo di lui è che sta tentando lo sfondamento del mercato sudamericano con un album che si intitola ironicamente Siento La Distancia. In bocca al lupo, caro Daniele Stefani, e fuck the system sempre.

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