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Musica

13 cartoni animati rock'n'roll che è meglio non far vedere ai bambini

I cartoni animati piacciono molto ai più piccoli, ma anche a chi è dedito alle droghe psichedeliche. Ecco i film animati più allucinati in circolazione.

Frame da 'Heavy Metal'

Da quando è nato, il rock'n'roll ha fornito al mondo nuove prospettive dinamiche, fluide, un'infinità di possibilità creative con cui cogliere e diffondere idee ed emozioni che fossero troppo grosse, selvagge o bizzarre per rientrare in altri campi della fruizione artistica. Il rock fa storicamente coppia con l'animazione, l'unico genere cinematografico in cui ogni guizzo immaginativo, anche il più strampalato, può (e deve) venire a galla. Ovviamente i Walt Disney Studios hanno saputo, per primi, cogliere la palla al balzo e sfruttare questa accoppiata vincente. Nel 1969, la Disney se ne uscì con quel capolavoro di musical proto-psichedelico che è Fantasia, e lo indirizzò, nemmeno troppo velatamente, agli sballoni come "l'esperienza definitiva", accompagnandolo addirittura con un poster che strizzava l'occhio agli amanti dell'acido lisergico.

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Da allora, altre perle di animazione si sono sviluppate su colonne sonore rock in modo da sigillare quello che, a buon diritto, è presto diventato un genere vero e proprio: il rock'n'roll cartoon. Ovviamente trattasi di cartoni animati vivamente sconsigliati a un pubblico giovanissimo. Se, però, siete genitori malandati e volete che vostro figlio da grande rischi di diventare un redattore di Noisey, potete pure sottoporlo alla visione di queste chicche.

Heavy Metal (1980)

Heavy Metal mescola l'hard rock, personaggi che allacciano rapporti sessuali quasi hardcore e science fiction fumosa, estrema, apocalittica. Una vera e propria tempesta di vizi, volumi altissimi e turbolenze visive. Dati questi presupposti, è ovvio che questo film sia diventato una pietra miliare e una sorta di rito di passaggio per un paio di generazioni di giovani rocchenroll. Riadattato dall'omonimo magazine fantasy, Heavy Metal si incentra su un mood space rock che butta fuori storiacce in più dimensioni. Se questo non bastasse, dovreste tenere in conto che la colonna sonora del film contiene brani di Black Sabbath, Cheap Trick, Blue Öyster Cult, Sammy Haga e un altro bel mazzo di capelloni dei primi anni Ottanta. Insomma, Heavy Metal è un filmone, ora è un vero e proprio culto. Voci di corridoio millantano che un bel po' di registi vorrebbero mettere le mani sulla versione 3.0 del film, si parla di James Cameron, David Fincher, Quentin Tarantino e Guillermo Del Toro. Ma mentre aspettiamo il nuovo Heavy Metal, consigliamo di rivedere più e più volte l'originale perché ne vale davvero la pena.

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Yellow Submarine (1968)

Il filmone superpsichedelicissimo dei Beatles non ha assolutamente nulla a che vedere con le animazioni per bimbi, anche perché è una tra le cose più vicine a un viaggione da acido che sia stata messa su pellicola, infatti nessun individuo portatore sano di salute mentale è mai stato in grado di descriverlo. I Fab Four si imbarcano nel loro sottomarino giallo, dopo essere stati incaricati dal Sgt. Pepper in persona di viaggiare dal Sea of Time, attraverso il Sea of Holes in direzione Pepperland imbattendosi in nemici spaventosissimi. Ad accompagnarli in questo viaggio c'è una creaturina bizzarra di nome Jeremy Hillary Boob. Le avventure qui descritte hanno come soundtrack alcune delle tracce più lisergiche dei Beatles, tra cui, ovviamente, “Lucy in the Sky With Diamonds,” “A Day in the Life,” “Baby, You’re a Rich Man,” e, chiaramente, la traccia che dà il titolo al film. Una volta che lo avrete visto tutto non avrete nemmeno bisogno di prendervi altri acidi—o forse ne vorrete ancora, a seconda della vostra predisposizione alle dipendenze.

Pink Floyd: The Wall (1982)

Le sequenze animate splendide, fantastiche e terrificanti del pittore Gerald Scarfe sono indirizzate dalla sapiente mano del regista Alan Parker, che reinterpreta il concept album datato 1979 dei Pink Floyd, rendendo alle immagini del disco un vocabolario visuale di tutto punto. Bob Geldof interpreta Pink, una rockstar il cui tracollo irreversibile gli apre prospettive psicolabili di regimi fascisti e di un muro austero che aumenta la sua rabbia. Le immagini di Scarfe sono la proiezione del collasso interiore di Pink, a volte lo dipingono in maniera letterale—tipo qando appaiono quei famosi martelli simil-nazi che marciano distruggendo ogni cosa, o nella scena epica "The Trial" in cui ogni orrore precedentemente accennato torna a galla in maniera ancora più grottesca.

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La Grande Truffa del Rock-n-Roll (The Great Rock-n-Roll Swindle 1978)

All'apice del punk, anno 1977, tre diversi film sui Sex Pistols entrarono in pre-produzione: Who Killed Bambi?, dal team di Russ Meyer e Roger Ebert; il semi-mockumentary firmato Julien Temple The Great Rock-n-Roll Swindle; e un cartone animato che non si sa ancora bene che titolo dovesse avere. Per quest'ultimo progetto vennero creati solo cortometraggi-test che, invece di uscire indipendentemente, vennero incorporati nell'unico film che poi entrò davvero in produzione, il terribile e affascinante The Great Rock-n-Roll Swindle. E vedere quei pezzettini di film animato—specialmente quella basata sulla canzone abortista dei Pistols, “Bodies”—ti fa davvero rimpiangere che quel cartone animato non sia mai stato completato.

Tom Waits for No One (1979)

L'animatore John Lamb ha vinto il premio per MIglior corto d'animazione per il suo Tom Waits for No One, una meraviglia di sette minuti che cattura benissimo lo stile di vita del nostro caro Tom Waits. Gli autori del corto (tra cui lo stesso Waits) speravano di riuscire a farlo diventare un lungometraggio, ma non ci furono i mezzi né il tempo di completarlo. In ogni caso, ciò che rimane di Tom Waits for No One è un piccolo gioiello e, in qualche modo è, proprio la sua incompletezza a renderlo più coerente con l'universo grezzo dell'artista cui è ispirato.

Fucoco E Ghiaccio (Fire and Ice, 1983)

Il king dell'animazione per adulti Ralph Bakshi (Fritz the Cat, Wizards) riporta in vita le immagini iconiche del pittore Frank Frazetta, il maestro della pulp-art i cui barbari e le cui divinità hanno adornato alcune delle cover più potenti della storia del metallo (spizzatevi i suoi storici artwork per Molly Hatchet, Nazareth, Dust, Yngwie Malmstein, Wolfmother e altri). Fire And Ice è anche un avventura fantasy di prima qualità, resa possibile dalla innovativa tecnica del rotoscope, inventata da Bakshi. A guardarlo, non si può non rimpiangere il fatto che il regista non sia mai riuscito a ottenere la colonna sonora dei suoi sogni per l'adattamento a cartoni del Signore Degli Anelli del 1978: era quasi riuscito a convincere i Led Zeppelin a comporla, ma lo studio ebbe un mancamento quando videro il cachet richiesto dalla band. Al momento pare che Robert Rodriguez sia al lavoro su un remake, ma sicuramente non realizzerà nulla di comparabile all'originale—nemmeno se la colonna sonora gliela dovessero fare proprio i Led Zeppelin.

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Rock & Rule (1983)

In un universo futuristico popolato di mutanti postnucleari, una rock star malvagia cattura una cantante dalla voce angelica allo scopo di usarla per invocare un demone, al suono di canzoni di Blondie, Cheap Trick, Lou Reed, Iggy Pop, e Earth, Wind, and Fire. Fu l'unica uscita in sala dello studio canadese Nelvana, che ancora rosicava per avere rifiutato di produrre Heavy Metal. È tendenzialmente piuttosto godibile e ha anche un feeling nostalgico, ma non è minimamente assurdo e allucinato come i fil per la TV che Nelvana faceva negli anni Settanta, come A Cosmic Christmas, Rome-0 and Julie-8, e The Devil and Daniel Mouse nonché il segmento animato dello special televisivo di Guerre Stellari (AKA la prima apparizione di Boba Fett).

American Pop (1981)

Sempre Bakshi, fresco di vari successi tra cui Fritz Il Gatto, ne infornò inaspettatamente un altro con American Pop, una stralunata odissea nella storia americana, raccontata attraverso le diverse generazioni di una famiglia di musicisti. Dal Vaudeville alla scena folk degli anni Sessanta fino agli stadi degli Ottanta, American Pop è satollo di hits di gente come, Doors, Jimi Hendrix, Lynyrd Skynyrd e Sex Pistols. Il culmine del rock, per il film, parrebbe ragggiunto da Bob Seger, il che potrà pure sembrare strano ma ha un suo fascino, dopotutto. Seger è stato un vero rocker, dopotutto.

The Body Electric (1985)

Dallo stessso paese che ha dato i natali a Heavy Metal e Rock & Rule e ai Rush, arriva anche The Body Electric. Realizzato per la TV, il film era ispirato proprio alla musica dei Rush con nomi e temi presi dalle canzoni del trio prog. La storia di un gruppo di umani che fanno ritorno alle rovine di una civiltà dominata dai robot è commentata da vari inni libertario-cosmici dei Rush, tra cui “The Body Electric,” “2112,” “Working Man,” “Hemispheres,” “Jacob's Ladder,” “Red Sector A,” “Marathon,” “Cygnus X-1,” “Different Strings,” e “The Fountain of Lamneth.”

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Hey, Good Lookin’ (1982)

Ed ecco ancora Ralph Bakshi. Hey, Good Lookin’ è una storia autobiografica sulla sua infanzia negli anni Cinquanta a Brooklyn, tra zarri impomatati e altri sfigati. Era un po' la moda dell'epoca ma, invece di infarcire il film di hit vintage alla Scorsese o come in American Graffiti, Bakshi commissionò una colonna sonora originale score a Ric Sandler e John Madara. Ne risultò uno strano suono, una specie di rock anni Cinquanta, che alla lunga ebbe molto più successo del dilm. L'album della colonna sonora di Hey Good Lookin’ uscì solo nel 2006, dopo anni in cui si era trovato solo in forma di bootleg.

B.C. Rock (1980)

Il fumettista belga Picha si buttò nel campo dell'animazione per adulti nel 1975 con Tarzoon, una parodia di Tarzan successivamente reintitolata Shame of the Jungle e doppiata da Bill Murray, John Belushi, e Christopher Guest per gli Stati Uniti. Il secondo film di Picha, del 1980, fu una commedia slapstick ambientata nella preistoria e intitolata B.C. Rock, con sempre Murray e Guest alle vocie, e una colonna sonoar assurda, composta Rick Wakeman degli Yes, Clarence Clemmons della E Street Band di Bruce Springsteen, and i dimenticati Steel Breeze, autori dell'unica hit “You Don’t Love Me Anymore.”

Down and Dirty Duck (1974)

Il fumetto underground di Bobby London Dirty Duck fu adattato per il grande schermo dal magnate dei B-movie Roger Corman, che voleva un suo Fritz Il Gatto e relativi soldoni. Purtroppo, Down and Dirty Duck fu un grosso flop, ma resta pur sempre un film splendidamente volgare e divertente con musiche di Flo and Eddie, i provocatori pop anche noti come Turtles e come cantanti dei Mothers of Invention di Frank Zappa. Come se non bastasse, Zappa in persona fa un cameo nel film.

The Point (1971)

The Point è una favola per bambini affascinante, toccante e, ci mancherebbe, musicalmente stupenda. Fu creata dal cantautore Harry Nilsson mentre era in uno stato mentale di assoluta grazia: si era fatto un acido. Costruita come una favola della buonanotte e inizalmente narrata da Dustin Hoffman (anche se, in certe versioni tarde, fu sostituito dall'amico fraterno di Nilsson Ringo Starr), The Point parla di un ragazzo chiamato Oblio che vive in mezzo a un popolo di pallosi folletti con la testa a punta, i quali lo obbligano a portare un cappello a cono finché non se ne va via col suo cane Arrow, a cercare il suo posto nel mondo. Psichedelica, coraggiosa e e figlia del suo tempo, questa favola ti apre la mente ed è piena di splendide canzoni, otlre che di immagini ipnotiche. Piace molto ai bambini, e tutti gli acidomani del mondo la amano egualmente.