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Musica

Tutte le canzoni dei big di Sanremo profetizzate con esattezza scientifica

Vi raccontiamo in anteprima per filo e per segno come saranno le canzoni dei BIG di Sanremo.

Uno dei miei primissimi ricordi è il Clarinetto di Renzo Arbore. Che detta così è abbastanza agghiacciante, ma è anche la realtà. Sono cresciuta con una consapevolezza e una conoscenza quasi familiare della musica in televisione, quindi mi sento autorizzata a ritenermene un'esperta. Dunque, ieri è uscita la lista dei BIG in gara alla prossima edizione di Sanremo, quella condotta da Carlo Conti ed Emma Marrone (spazio per le battute sul colore della pelle qui), e io mi sono permessa di esporvi esattamente le mie previsioni di come saranno le canzoni in gara, a livello di testi e di musica. Eccole qui:

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1) Una finestra tra le stelle – ANNALISA
Allora io confesso la mia ignoranza ma non so bene chi sia questa Annalisa. Se dovessi scommettere, scommetterei per: una uscita da qualche talent show. Ma nemmeno una che ha vinto, una che è arrivata seconda e poi ha fatto Sanremo Giovani. Il pezzo che porta è “Una finestra tra le stelle” mi dà l’idea di c’era una volta una gatta versione 2015, anche se la speranza è che il sottotesto riguardi qualcosa di cosmico come i film che tanto sono piaciuti alle sale iMax dell’anno passato.
Ipotesi di sound: archi, tre note, vocalizzi, acuto, archi.
Ipotesi di testo: “ti sento sulla mia pelle, una finestra tra le stelle, aprimi, comete di anime, io e te, costellazione del cuore”

2) Adesso è qui – MALIKA AYANE
Uh, Malika Ayane di solito non fa molto di più che contorcersi e fare piede perno su una vocale e su parti del proprio corpo a caso mentre tenta di dimostrare che la poesia non è morta e che si può dire qualcosa senza dire assolutamente nulla. Adesso è qui è una versione molto semplificata dell’eterno ritorno di Nietzsche, un attimo di infinito.
Ipotesi di sound: secondo me sarà un po’ etnica, azzardo bonghi, vuvuzele, raganelle, bandierine, battiti di mani, bambini africani.
Ipotesi di testo: “Adesso è qui / La libertà / Questo momento / nuvole ora / domani dentro / ieri / fuori dalla mia / corteccia”

3) Che giorno è – MARCO MASINI
Molto probabilmente quest’anno il signor Masini ci infila qualcosa di politico tipo: crisi, recessione, il giorno del licenziamento, il giorno in cui vedo la busta paga che non è più pingue bensì molto misera o ancora meglio, il giorno in cui arrivano le tasse. Attenzione, perché non escludo una virata trotzkista in cui il giorno del titolo è il giorno in cui ci si riunisce in piazza per dire BASTA! SE NON ORA QUANDO. ADESSO è QUI. Malika Ayane che scende in piazza pure lei, forse meno consapevole, ma con una bellissima sciarpa.
Ipotesi di sound: chitarra elettrica distorta, assolo di chitarra, urlo, giro di tom, secondo assolo, finale parlato.
Ipotesi di testo: “Mario è un operaio / basso il suo salario / suona la sirena / che giorno è / che c’è per cena / c’è l’amarezza di una vita da catena”

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4) Straordinario – CHIARA GALIAZZO
Giovane, ottimista, apre tutte le vocali come la Mina degli esordi, mi piace il titolo, mi piace anche l’indole della dolce Chiara che sembra sempre voler comunicare che parla d’amore, di vita, di decisioni importanti ma non te le fa mai pesare perché alla fine a lei che cazzo gliene frega, basta che c’è la salute e un bel piatto di gnocchi. A me guarda Chiara Galiazzo mi sta proprio simpatica. Vorrei prendesse il posto che le dive come l’aquila di Ligonchio e la tigre di Cremona avrebbero ancora se fosse stata meno pidiellina l’una e meno massona l’altra. Ha mi è venuto in mente il gioco di parole Mina Massoni anziché Mina Mazzini. Questo calembour lascerà il lettore con l’amaro in bocca, al contrario del pezzo di Chiara, con un titolo dal sentore Modugnico, retrò al punto giusto, ma fresco e sorridente come dovrebbe essere una canzone pop. Si vede che faccio il tifo per lei. Vai Chiara, riscattati dagli spot di telefonia.
Ipotesi di sound: Anni Cinquanta - Sessanta, apertura con archi, ritornello orecchiabile e semplice, chiusura dolce, applausi.
Ipotesi di testo: “Straordinario / ma guarda intorno a te / che doni ti hanno fatto / hanno inventato il lago”

5) Sogni Infranti – GIANLUCA GRIGNANI
Il rocker non può che regalarci una ballata nichilista, non intonata, tre accordi di chitarra, un mugugno, non crede più a un cazzo e già che sta sul palco di Sanremo è un caso, voleva stare a casa ma poi bo, non sa nemmeno perché è qui, andate a fanculo.
Ipotesi di sound: come ho detto, tre accordi, e ringraziate che c’è il terzo.
Ipotesi di testo: “Giro in macchina / fari spenti / sogni infranti / parabrezza / la tua carezza / e che ne so / bo / la mia vita / è una partita / una bottiglia / rotta in testa però / io vado avanti / coi miei sogni infranti”

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6) Fatti avanti Amore – NEK
E oh, Nek non ce la fa più, è un ex bello e questa sarà quasi sicuramente una canzone su Tinder e sui siti di incontri online, in cui si invita però l’amore a presentarsi anche sotto forma reale e non più virtuale. Insomma, una ballata meta-paternalistica sulle tecnologie e sulle lontananze dovute alla freddezza delle relazioni telematiche.
Ipotesi di sound: me la immagino purtroppo con un pianoforte e un Nek intimista. Scusate se ho gli incubi.
Ipotesi di testo: “La distanza / la colmeremo con noi / i nostri corpi e noi / non rifiutarti amore / di fare l’amore / di vivere a volto scoperto / e non più dietro a un profilo / guardami in faccia amore / scappa dalla rete che ci imprigiona / fatti avanti / fatti me / fatti amore”

7) Sola – NINA ZILLI
Nina Zilli la butta sul triste e sicuramente questa cosa sarà il tentativo italiano di un “Back to Black”. Non aspettiamoci niente di rallegrante o rassicurante da Nina Zilli, solo desolazione e lacrime, probabilmente ci sarà anche un sax.
Ipotesi di sound: Amy Winehouse triste, ho già ipotizzato la presenza del sax, azzardo anche un’intera sessione fiati e una tromba veramente strappalacrime.
Ipotesi di testo: “In questo angolo d’inferno / accendo mille sigarette / non c’è più un atomo di sole / io mi rinchiudo nel silenzio / se tu volessi rivedermi / ritroveresti la mia ombra / sfumata / pure lei / come il fumo del mio sigaro cubano / sono sola / e non c’è sole / Sola / no no e il sole no / io sola / sole / sola soy”

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8) Il mondo Esplode – DEAR JACK
Oh minchia finalmente una botta di gioventù! Aspettiamoci qualcosa di esplosivo, il mondo esplode, in realtà non ho mai sentito nulla di questi cosi, ho chiesto a Mattia Costioli che musica fanno per farmi un’idea e mi ha risposto “è quel gruppetto tipo boyband, bo, faranno pop” quindi ho dedotto che ne sa quanto me. Ad assonanza vado assolutamente per qualcosa di simile agli One Direction.
Ipotesi di sound: contagiosa allegria, salti, chitarre elettriche, tatuaggi, i Blink 182 praticamente.
Ipotesi di testo: “come in una miccia / bacio la tua faccia / sparo su una roccia / roccia / BOOM il mondo esplode / frammenti di mondo nella tua realtà / BOOM nella testa / non stare fermo / andiamo alla festa / tritolo puro / tiriamo giù questo muro / BOOM”

9) Un attimo importante – ALEX BRITTI
Stiamo notando, vero, che in questa proustiana edizione di Sanremo ci sono almeno tre cantanti ossessionati con il tempo? Dopo “Adesso è qui” di Malika Ayane e “Che giorno è” di Masini, il cerchio sull’istante eterno si chiude e si ritorna, dopo la tesi ayanica e l’antitesi Masinica, che proponeva una concezione del tempo lineare, dal punto di vista umano, troppo umano, di un operaio, mentre Ayane era, come dicevamo, estremamente zoroastriana. Si torna, con il Britti, a concepire il tempo in maniera Nietzschiana, con un’istantanea sub specie aeternitatis intitolata “Un attimo importante”, in cui il Britti coglie l’occasione e coglie l’attimo per carpire il pericoloso concetto che ogni cosa scorre, panta rei come l’acqua della vasca. Notiamo come l’elemento acquatico sia portante nella filosofia del Britti e come la trasparenza e la densità della materia biidrogenale, come l’acqua, così apparentemente innocua, ma altrettanto infingarda, vedi ad esempio le percezioni distorte e i trabocchetti tesi all’occhio umano (il fenomeno del ramo, che immerso in acqua si vede spezzato, paragonato in questo tractatus, appunto, al tempo, lancetta da noi percepita linearmente, ma allo stesso tempo ciclico, cosmico, tutto insieme un istante, un attimo importante, come recitano i versi del Britti).
Ipotesi di sound: Richard Wagner
Ipotesi di testo: "Astro possente! Che sarebbe la tua felicità, se non avessi coloro ai quali risplendi! Per dieci anni sei venuto quassù, alla mia caverna; sazio della tua luce e di questo cammino saresti divenuto, senza di me, la mia aquila, il mio serpente.”

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10) Vita d’Inferno – I SOLITI IDIOTI
Sono molto fiduciosa che questo pezzo sia come Cochi e Renato praticamente, ma meno vernacolare, più rock, forse addirittura con un tentativo di sabotaggio punk, praticamente la funzione che Amadeus aveva nella trasmissione di Carlo Conti, ovvero un catalizzatore di derisione, ex simpatico ora semplicemente con la funzione di peggior esempio di televisione. Ecco, credo che il ruolo dei Soliti Idioti a Sanremo sia quello di far dire di tutti gli altri “Bè, fa cagare, ma non quanto i Soliti Idioti a Sanremo” o “Madonna, questo è proprio fuori luogo, sì ma non quanto i Soliti Idioti a Sanremo” oppure “Non fa ridere” “Sì, ma sai cosa fa ancora meno ridere? I Soliti Idioti a Sanremo”. Con questa funzione di termine di paragone negativo, i Soliti Idioti riescono a riscattarsi solo in quanto capri espiatori.
Ipotesi di sound: forse il Mandelli desidererà infilarci reminiscenze Oasiche, ti prego, ti prego non farlo per la tua personale dignità.
Ipotesi di testo: grasse risate.

11) Oggi ti parlo così – MORENO
Mi dicono che è un rapper e la cosa mi rassicura dato che finora non eravamo incappati nemmeno in un rapper. Mattia Costioli, il mio giovane di riferimento, mi dice che è bravo a rappare, che però è un attimo autocelebrativo e ha deciso di sputtanarsi immediatamente. Oggi ti parlo così mi sembra in effetti già un titolo indisponente, perentorio e draconiano, atteggiamento che, storicamente, sul palco dell’Ariston non ha mai portato nulla di buono, sicuramente non una vittoria, dal momento che sul podio si prediligono elementi narrativi, sofferenti, che raccontino storie d’amore o del nostro Paese, non certo prese di posizione individualiste come quella del giovane ribelle Moreno, che deve ringraziare non so quale Maria di avere una via preferenziale per la categoria Big, quando ho sentito che i Dari—i DARI, ragazzi—stanno arrancando per entrare nei giovani (età media dei Dari: 45 anni).
Moreno dovrà sforzarsi molto per essere un rapper Sanremo più rapper Sanremo di Rocco Hunt, e l’unico modo in cui ci può riuscire è essere più neomelodico di lui, perché a Sanremo, dai tempi di “Senza Giacca e Cravatta” di Nino, la modernizzazione di Merola è una cosa che funziona, è tragedia e commedia, è racconto dell’Italia più vera. Moreno porta la scuola genovese contro quella napoletana, è quindi un Faber o un Criber come direbbero i colleghi di Bastonate, e in quanto Criber non ha alcuna possibilità a Sanremo.
Ipotesi di sound: non Rocco non Hunt, non Napoli
Ipotesi di testo: “Oggi ti parlo così / Guarda qui / sono qui / Moreno / Giovane zarro / di cioccolata / Genova per noi / di gatte / una cucciolata”

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12) Il sole al Mondo – BIANCA ATZEI
CHI CAZZO È BIANCA ATZEI

13) Come una favola – RAF
Personalmente tifo Raf da una vita, per me Raf è il mondo, è un duro, è un cantautore pop solamente in apparenza, mentre nel profondo del suo animo è un intellettuale, è un pensatore, un sofferente. Tuttavia a sto giro non saremo mai ai livelli de “L’Infinito”, o almeno credo, e ho anzi il sospetto che il nostro Raf si stia lentamente biagioantonaccizzando, guarda com’era biagioantonaccizzato il 3 luglio era praticamente la metà della sua virilità e della sua tormentosità. Quasi democristiano, quasi uno che può cantare un pezzo intitolato “Come una favola”. Da “Ti Pretendo” in cui l’animale si faceva strada a “Battito Animale” in cui l’animale batteva, fino ai capolavori del periodo infinitico, ora siamo giunti a “Come una favola”, ma davvero? Raf in bocca tua la parola favola? Vuoi raccontare la tua storia d’amore, ecco, ci siamo, non mi stupirebbe che a questo punto anziché in una favola vedessi la tua lei in un quadro di Van Gogh, la tua lei si chiamasse Iris e il tuo pezzo prendesse pure quella piega italolatinoamericana delle ultime hit di Antonacci. Se la tua è semplicemente una tecnica di boicottaggio del programma perché rivolevi Paolo Bonolis, sappi che ti rispetto, anche se Bonolis è ancora più democristiano di Antonacci. Senti Raf, fai come vuoi, io ho sempre fiducia che dentro di te ci sia ancora quel battito animale, ma se vuoi lasciarti andare, fallo pure, io cerrcherò di sostenerti ugualmente Raf, in nome dell’amore se c’è.
Ipotesi di sound: una chitarra acustica che si fa strada, accenni d’archi, ingresso orchestrale E di chitarra elettrica, sorriso, ammiccamento, assolo e strigliatone di acustica, chiusura sommessa.
Ipotesi di testo: “Io e te / come una favola / Tu cappuccetto io il tuo lupo / Animo cupo / ero una bestia, un animale / tu bella, mi volevi amare / e nella tua carezza / la tenerezza / non sono più io / iris nei tuoi pensieri”

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14) Voce – LARA FABIAN
Lara Fabian ha una voce e un naso che si ispirano a Barbra Straisand. Voce è un titolo esemplare per un pezzo che già si presenta come il pezzo che può e deve essere presentato unicamente sul palco dell’Ariston, perché solo in quella sede ha senso elogiare la voce e la nuda sperimentazione sonora del cantautorato più estremo, altrimenti detto gorgheggio o fantasismo. Lara Fabian fa bene a rappresentare la cantante il cui interesse è solamente il puro canto, il Bel Canto del Bel Paese, un omaggio alle grandi dive del passato come l’indimenticata Maria Callas, che non escludo verrà citata nel testo.
Ipotesi di sound: sicuramente qualcosa di molto orchestrale e quasi lirico, poche percussioni o forse addirittura assenza di sezione ritmica.
Ipotesi di testo: “Voce / il senso del canto / la voce del pianto / il coro del mondo / io sono il mio fiato / il mio cuore cantato”

15) Io sono una Finestra – GRAZIA DI MICHELE E PLATINETTE
Ho idea che per questo pezzo Platinette tiri fuori il lato intellettual-brechtiano della sua natura berlusconiana en travesti e racconti in uno spaccato la vita di un omosessuale destrorso con l’aiuto di Grazia Di Michele, che farà la parte materna, comprensiva, protofemminista, forse si parlerà in questo pezzo di problemi legati all’identità di genere, al bullismo, al femminicidio, consapevolezza, free nipples e altri temi delicati che nel 2015 non si riusciranno a trattare in maniera più intelligente di quanto si siano trattati nel 2014. La finestra di cui si parla ovviamente sono gli occhi, occhi da essere umano, occhi di madre, anime in pena nel mare di un corpo in tempesta. Io sono una finestra sarà la poesia strappalacrime di questo Sanremo, tirate fuori già i fazzolettoni.
Ipotesi di sound: intimista, probabilmente strumenti esotici, melodia delicata da accompagnare a un parlato (Platinette spero non si azzardi a cantare), tamburello, forse addirittura maracas e flauto.
Ipotesi di testo: “io sono una finestra / la mia vita maldestra / mi ricordo la maestra / mi diceva sei diversa / io mi ero persa / nel vento delle emozioni / il libeccio degli ormoni / contrasti di passioni” e così via.

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16) Grande Amore – IL VOLO
Il volo è il nome di un gruppo appartenente alla categoria Big? Vengo a sapere dal mio amico fedele Internet che si tratta di un trio di ragazzini reduci dalla trasmissione Ti Lascio Una Canzone, che è praticamente Bravo Bravissimo ma senza bambini con grosse capacità. Non so se questi vogliono lanciarsi come idoli teen attraverso Sanremo, ma se volessero farlo avrebbero sicuramente calcolato male qualcosa, dato che non si prospetta per loro un pubblico in target, dal momento che l’audience di Carlo Conti è composta da signore dai 60 in su, me, Simona Bastioni e Francesco Farabegoli. A nessuno di noi interessa un trio così.
Grande Amore oltretutto è un titolo abbastanza standard, non certo destinato alla vittoria, mi immagino che a voi verrà riservato uno dei posti in fondo alla classifica. Arrivederci.
Ipotesi di sound: qualcosa di movimentato ma sanremese, qualcosa di RAI.
Ipotesi di testo: un qualsiasi testo sull’amore.

17) Libera – ANNA TATANGELO
Il grande ritorno Tatangeliano, ora madre, ora libera di vivere la sua vita da Milf, ma io scommetto che la canzone “Libera” abbia per riferimento un avvenimento politico. Sono abbastanza convinta che si tratti di Aung San Suu Kyi e la sua Birmania, di diritti umani violati, difesi e nobelizzati, e ora finalmente sanremizzati dalla brava e matura Tatangelo, che non è più una miss ribellina, ma una Madame engagé. Libera di difendere i diritti dell’uomo, libera di parlare di genocidi e grandi temi geopolitici, di palloni cuciti da mani bambine e di donne libere come lei.
Ipotesi di sound: arrabbiato, un climax, un ritornello liberatorio, una parte di bridge corale, da coro tragico greco, un finale col botto. Standing Ovation commossa.
Ipotesi di testo: “Aung San Suu Kyi / Libera / Aung San Suu Kyi / Libera”

18) Buona fortuna Amore - NESLI
Ah, qui abbiamo decisamente un possibile vincitore. Tiziano Ferro tratta oramai la canzone di Nesli come fosse sua, per riflesso Nesli è un AUTORE, non solo un semplice cantante, non solo un semplice fratello. Buona fortuna Amore è la tipica ballata disillusa in cui forse si parla della fine di una relazione in cui però lui, cuore d’oro, non porta rancore e augura quel malinconico Buona Fortuna alla sua ex che è un invito a portare con sé le belle reminiscenze di una relazione finita male non perché lui sia cattivo, non perché lei sia una troia, ma semplicemente per strade che si dividono. Questa visione dolcificata permetterà a Nesli di entrare a due piedi nel mondo del cantautorato e di prendere il posto di Raf come cantautore un po’ duro un po’ filosofo, dato che ora Raf è il nuovo Biagio Antonacci e Biagio Antonacci il nuovo Sean Paul.
Ipotesi di sound: praticamente come la canzone di cui si è appropriato Notizia.
Ipotesi di testo: “Buona fortuna amore / domani sarà migliore / abbi fiducia nel mondo / cammina / non fermarti / il vento del ricordo / spinge il tuo corpo / la tua anima vola / verso una meta lontana / sarai felice amore / domani sarà migliore”

19) Un vento senza Nome – IRENE GRANDI
Irene Grandi non si sa in che regioni del mondo abbia navigato ma ha sicuramente scoperto un nuovo vento, un vento senza nome, che purtroppo l’ha riportata a Sanremo. Devo dire a sua difesa che le ultime apparizioni della Bigs fra i Big di Sanremo sono state davvero dignitose. Se però uno tira la corda e vuol fare troppo il poeta maledetto o il Melville della situazione non può essere davvero preso sul serio. Irene Grandi ha bruciato le sue possibilità utilizzando troppo cervello e poco gusto nel vestire. Non fai più parte dei possibili vincitori di Sanremo, stacce.
Ipotesi di sound: rocker consapevole, cavalcata di chitarra, voce grintosa.
Ipotesi di testo: “Ho urlato il tuo nome / in un vento senza nome / che mi porta via / dalla mia città / che male fa ma volo / in un soffio io / sono in Cile”

20) Siamo Uguali – LORENZO FRAGOLA
Appena nato e già Big, che malformazione. Fragola il vincitore di X Factor ha l’indole Ed Sheeran o come si chiama, quello che piace alle regazzine, quindi mi aspetto che il suo pezzo sarà così e un po’ incentrato sul tema bullismo, ma se qualcuno ha altre opzioni sono disponibile a prenderle in considerazione.
Ipotesi di sound: chitarra, Paolo Nutini, James Blunt, quello che ho detto sopra.
Ipotesi di testo: “non picchiarmi / io sono te / noi siamo uguali / la vita con le ali / siamo amici leali”

Aspetto con ansia di sentire le canzoni per capire da me stessa se sono più profetica o cazzara, anche se profetizzo che sia più realistica la seconda opzione.

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