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Musica

Tutte le migliori collaborazioni di Björk

Björk ha sempre avuto il talento di pescare pesci grossissimi dall'underground musicale e metterli in mostra nei suoi dischi. The Haxan Cloak è solo l'ultimo di una lunghissima serie.

Quella dell'artista mainstream con gli occhi puntati verso l'underground è una tradizione vecchia come il cucco. Tendenzialmente il mainstream si nutre quasi completamente delle energie e della creatività di chi fa musica come gli pare e perchè gli pare, ma lo fa riscaldando la sbobba dopo averla filtrata duecento volte di seguito, aggiungendo litri e litri di acquetta. Leggermente diversi sono quei musicisti che, invece, la musica la capiscono e la rispettano e usano il loro portato pop giusto per aprire nuove strade, sia musicali che di pubblico, ad artisti che stimano, i quali comunque non hanno particolare voglia di sputtanarsi ma sono ben contenti di lavorare con qualcuno che ne sa a pacchi (e magari gli da pure accesso a uno studio della madonna che loro manco si sognavano).

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È un modo di fare che praticamente inaugurò David Bowie negli anni Settanta (e che all'epoca servì letteralemente a salvare la vita a un bel po' di gente), e che qualcuno ha continuato a portare avanti con molta serietà. Poi ci sono i puzzoni come Kanye West, che si finge mecenate e invece è una specie di rapinatore, ma lasciamolo stare. Parliamo invece di Björk: è uscita ieri la notizia che tra i producer/collaboratori del suo prossimo disco—oltre al già annunciato Arca—ci sarà nientemeno che The Haxan Cloak. È un po' una sorpresa, ma manco troppo, per i motivi di cui sopra. A questo punto ci si chiede chi altro rischi di venire annunciato, e in giro si stanno sparando diversi totocollaboratori, un po' per ridere un po' no. Fa piacere comunque che, arrivata praticamente al suo trentottesimo anno di carriera, la signora non si sia per un cazzo fossilizzata. La notizia mi ha fatto venire voglia di ripercorrere tutte le sue collaborazioni con gente del giro "sperimentale", o almeno quelle andate meglio. Tra remix, produzioni e strumentisti, Björk non si è mai risparmiata di tirare in mezzo chi cazzo le pareva e di valorizzarne l'apporto. Allo stesso tempo, ha saputo fare comparsate in dischi altrui con gran classe. Vi piaccia o non vi piaccia la sua musica, bisogna riconoscerle almeno questo merito.

Play Dead (feat. Jah Wobble)

Trattasi di una delle sue prima svarionate con nomi grossi dell'avanguardia. Questa traccia risale ai tempi di Debut ma non fu composta per quell'album, bensì per la colonna sonora del film Young Americans. L'ha scritta e registrata con Björk nientepopodimeno che Jah Wobble, ex-bassista dei PIL e all'epoca praticamente fisso in trio con Holge Kzuckay e Jaki Liebzeit dei CAN. Direi che basta dare un'orecchio alla ciccionissima bassline per riconoscerne il tocco. Ok, nell'album c'è Graham Massey che ha messo mano a praticamente tutte le tracce, ma si tratta di un lavoro più tecnico che altro. Qua ci troviamo invece di fronte alla prima collaborazione "alla pari" con uno che col pop non ci aveva troppo a che fare.

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Army Of Me (feat. Graham Massey)

L'apporto di Massey si fa molto più consistente in Post, soprattutto nella classica "Army Of Me" con la sua botta semi-industriale. Il tocco del capoccia degli 808 State si sente tutto, direi. E fa niente se è una scelta banale.

Sweet Intuition (feat. Black Dog)

Parlando ancora di pionieri della IDM, proprio nella prima edizione in singolo di "Army Of Me" c'è un b-side molto bello: "Sweet Intuition", scritta e prodotta coi Black Dog in epoca immediatamente pre-split, cioè prima che Turner e Handley se ne andassero a formare i Plaid. La voce di Björk si regge su un organo digitale spaesato e synth luccicanti. Il testo è un abbozzo di quello che poi regalerà a Madonna per "Bedtime Story".

Nearly God - Keep Your Mouth Shut (feat. Björk)

Nearly God è Tricky che fa Tricky all'n-esima, dandogli di riverbero, di spigoli e di eroina. Questo pezzo è del '96 e tratto dall'album omonimo. Pare che all'epoca mr. Thawes fosse innamorato perso di Björk e che le abbia pure prese da Goldie proprio per questo motivo. I remix di quest'ultimo mi fano tutti un po' cacare, mentre con Tricky la nostra ha fatto solo bella roba. Suca, Goldie.

Cover Me (Dillinja mix)

Parlando di rimaneggiamenti in versione jungle, questo (contenuto nel remix album ufficiale Telegram) vince su tutto. Vabbé, pare un normalissimo pezzo di Dillinja—con giusto la voce di lei a fare capolino nel break—ma ciò non lo rende meno figo. Dallo stesso disco consiglerei molto caldamente anche il remix di "Possibly Maybe" a mano della buonanima di Mark Bell.

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Plaid - Lilith (feat. Björk)

Riecco gli ex-Black Dog nel '97 che ripetono la collaborazione e ricambiano il favore ospitandola nel loro terzo album.

Pluto (feat. Mark Bell)

Per Björk, il compianto Mr. LFO ha prodotto praticamente tutto Homogenic, co-firmando due tracce. Questa è senza dubbio quella che assomiglia di più a entrambi. Una tritata techno con impeto a reazione nucleare.

Joga (Alec Empire remix)

Per i commenti sullo spreco di neuroni di Alec Empire vi rimando a questo articolo. Quando ancora ce la faceva, Alec si impegnò a trasformare Joga da elegia drammatica in una trivella di paranoia rivoltosa. Non c'entra assolutamente niente con l'originale eppure sembra fare uso di qualcosa che si nascondeva già nelle sue note.

Pagan Poetry (feat. Matmos / Matthew Herbert Handshake Mix)

Ok, i Matmos non sono ufficialmente co-autori di nessuna traccia di Vespertine anche se tecnicamente ci sono sempre. Il loro ruolo è stato—come loro solito—quello di campionare fonti sonore di qualsiasi tipo (soprattutto oggetti casalinghi), trattarli e fornirli a lei per creare dei beat. Il fatto che la traccia più bella del disco sia poi finita nelle mani di un altro geniale producer, uno che lavora più o meno allo stesso modo, è tutto tranne che un caso.

Submarine (feat. Robert Wyatt)

Medùlla, del 2004 potrebbe essere l'album più bello di Björk in assoluto. Come tutti gli altri, contiene un botto di collaborazioni, stavolta praticamente tutte vocali. Se vi state chiedendo perché tra tutte ho scelto Robet Wyatt dovete rivedere la vostra conoscenza della musica del XX Secolo. È una supplica agli elementi, in mezzo un disco che cerca in ogni traccia una speranza dalla natura e dal corpo, contro la capacità umana di generare putrefazione.

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Nattura (feat. Brian Chippendale)

L'uomo meglio conosciuto come Black Pus e come il percuotitore di pelli dei Lightning Bolt aveva già suonato in Volta, che nonostante la produzione di Timbaland riesce ad essere un buon album, a fianco dell'altro selvaggio Zach Hill. Però diciamo che il suo stile non emergeva granché. Invece in questo singolo ecologista del 2008 ci da giù fortissimo, facendosi ben riconoscere. Ok, pare ci sia pure Thom Yorke che fa qualcosa, ma onestamente chissenefrega. Poi c'è pure il suo remix di "Declare Independece" che è una FI-GA-TA.

Death Grips & Björk - Niggas On The Moon

Ed ecco, a quanto pare a Hill lavorare con Björk era piaciuto talmente tanto che ha deciso di fare un intero disco dei Death Grips con lei. Non è la loro cosa migliore ed è stata una delle tante che hanno tirato fuori a sorpresa per farti vedere in maniera irritantissima quanto sono matti che proprio mica ci stanno alle regole del musicbiz, loro. Non è comunque malaccio. Intanto che ve lo riascoltate, continuate a scervellarvi su chi altro comparirà nel prossimo album. Noi stiamo incrociando le dita che, nomi a parte, sia figo almeno quanto i precedenti.

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