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Musica

In Bielorussia hanno obbligato i Red Hot Chili Peppers a far finta di essere i Metallica

Se i Red Hot Chili Peppers ti passano di fronte e sei un pulotto bielorusso non puoi certo non chiedergli di autografarti delle foto dei Metallica.

Domenica 10 luglio 2016 era un giorno come un altro, nella ridente Bielorussia: arresti a caso, rivoluzioni e disagio post-nucleare. La tranquillizzante quiete imposta dal regime di Lukashenko, però, è stata inaspettatamente scossa da un evento inaspettato: il ROCK, nella figura dei Red Hot Chili Peppers, era arrivato alle porte della nazione. Bisognava fare qualcosa per gestire la situazione prima che a qualcuno venisse in mente di scrivere una nuova "Wind of Change". La situazione era critica: serviva un modo per guadagnarci due soldi, e alla svelta. Come sono andate le cose lo ha raccontato Flea: alla band è stato chiesto di entrare in un ufficio doganale e gli è stato chiesto di firmare delle fotografie. Fin qua tutto relativamente sensato; un branco di guardie che ti chiede un po' di autografi per rivenderli poi sugli internets è una merdata, ci mancherebbe, ma a rendere decisamente divertente la cosa è che i nostri hanno dovuto firmare delle foto dei Metallica. "Abbiamo provato a spiegargli che non eravamo i Metallica", ha scritto Flea, "ma hanno insistito perché firmassimo comunque. Erano loro ad avere il potere. E insomma, una volta ho suonato "Fight Fire With Fire" con loro, e adoro i Metallica, ma non sono certo Robert Trujillo".

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Trovate qua sotto il post originale di Flea. Vi consigliamo di farvi un giro su qualsiasi sia l'equivalente sovietico contemporaneo di eBay per cercare di accaparrarvi questi cimeli, il cui valore salirà sicuramente alle stelle nel giro di qualche decennio.

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