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Bella per Primo

Scrivere riguardo la morte di una persona dovrebbe essere probabilmente vietato, specie se quella persona è Primo.

Scrivere riguardo la morte di una persona dovrebbe essere probabilmente vietato, specie se quella persona è Primo. Purtroppo affidare alle parole i propri sentimenti è l’unico modo in cui possiamo liberarci di un peso e con le quali possiamo sperare di raggiungere chi, su un piano pratico, non potremmo raggiungere mai più. Ricordare una persona è l’atto più egoistico che io riesca a immaginare in questo momento, ma è al contempo l’unica forma di omaggio che, per quanto sterile, può consentirci di dimostrare (sfortunatamente solo a posteriori) quanto importante e influente nelle nostre vite è stato un individuo, consentendoci di raffrontare e mischiare ciò che ha dato a ognuno di noi.

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È una stronzata, uno stereotipo e la classica scena che potrebbe essere in un film di Rai 1 sul ragazzo ribelle della periferia di Roma che cammina su una strada deserta circondato di graffiti scalciando il selciato, però, come in ogni stereotipo, c’è una buona dose di verità: ci sono (stati) momenti in cui camminare e avere qualcuno che abbaiasse nelle cuffie hanno aiutato meglio di qualsiasi altra cosa potesse proporre la vita.

Di cantanti da “fotta” ne potrei elencare a milioni, uno dei più recenti a “condividere” con me quest’esperienza è Primo, grazie a quei 3 minuti e trentasei secondi di centre in piena faccia che è “Alberto Tomba”. E non è né per un caso della vita, né perché il destino sa essere beffardo né altro. La notizia della sua malattia circolava da tempo, dai contorni sfocati, per quella sorta di pudicizia di chi sa ma non può dire, ma DEVE dire, perché è un peso troppo grosso da tenere. E per quanto sarei un bugiardo a dire di aver sempre avuto Primo nell’iPod e di aver comprato (o anche solo scaricato) ogni suo progetto, ricordo che quella notizia fu un ceffone in piena faccia. Una delle ragioni principali fu l’egoismo: avevo da poco goduto di una sua perfomance live e, al di là delle circostanze, penso non potrei mai pentirmi di definirla una delle più coinvolgenti alle quali io abbia mai assistito, per un motivo molto semplice: la fotta. Sapere di aver sprecato tutti quegli anni senza averlo mai visto live mi fece sentire un emerito coglione. Da lì a poco ciò che si sapeva fu riversato sui social, con post così carichi di odio e di rancore che amplificarono quel senso di colpa che non ho neanche la forza e la voglia di recuperare, ma che ricordo come bestemmie praticamente urlate che diventavano bestemmie ancora più urlate davanti a muri di persone che reclamavano rispetto, in un uroboro di rabbia e ribrezzo che sembrava impossibile che alcuni non capissero e non tacessero.

Dall’exploit della rabbia contro quel Dio bestemmiato più volte nei pezzi, quel Dio che in qualche modo ci aveva uniti perché “Due e trenta demmerda” entrò nel mio iPod per la barra che andava a fare rima con pazienza infinita, che è quella che probabilmente mi riavvicinò a lui, che si guadagno il mio rispetto più di quanto già non avesse per il semplice fatto di capire, a un certo punto, che nessuno lo avrebbe compreso, che il dolore era suo e di pochi altri, fino al punto in cui è stato il padre a dover scrivere sui social che no, non tutto stava andando per il meglio.

Quando ho provato a scrivere qualche riga per ricordarlo, un insieme di emozioni mi hanno annebbiato la vista. Non so se sia il miglior modo di ricordarlo, a dire il vero non so neanche se io sia davvero troppo degno di ricordarlo, perché appunto, nonostante i ripetuti ascolti dell’adolescenza, ho capito appieno il suo valore solo quando ho avuto paura che quel valore sarebbe stato nostro ancora per troppo poco tempo.

Ci sarebbero milioni di frasi da prendere, appiccicare qui sotto a questa sorta di stream of consciousness che fa il verso allo stesso flusso di ricordi che è la sua bacheca (che è aperta e ci sono un sacco di cose belle dentro). Un sacco di rime azzeccate, stavo per scrivere più delicate, poi mi sono ricordato di parlare di Primo. Così ho messo su un pezzo e nel bel mezzo di un sentito headbanging ho riso come tutt’ora faccio con i pezzi che più mi gasano. Bella Primero, per me rimarrai sempre uno senza gioielli, ma con un cazzo così! ¯\_(ツ)_/¯