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Musica

Il favoloso mondo di Apparat

Ripercorriamo insieme la storia di Sascha Ring, che porterà le sue Soundtracks a #C2C15

Lo conosciamo per il suo approccio emotivo alla techno e per le sue composizioni tra IDM e shoegaze, oltre per alcune colonne sonore vincitrici di premi (leggi: Il Giovane Favoloso, vincitrice del Premio Piccioni al Festival del Cinema di Venezia dello scorso anno), ma prima di vederlo aprire l'edizione 2015 di Club To Club con le sue Soundtracks, il 4 novembre al Teatro Carignano, è bene vedere cosa ha portato Apparat a diventare uno degli artisti più trasversalmente validi dell'elettronica europea.

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Sascha Ring nasce nel 1978 in un paesino del sud-est della Germania. In più di un'intervista si è definito come un "Gabber kid", e per questo, dice, si è avvicinato alla velocità e ai panorami sonori massicci della techno. La Germania dell'Est, nei primi anni Novanta, si vide investita da una grossa ondata di musica elettronica, e iniziò l'epoca d'oro dei rave, da cui Sascha rimase estremamente affascinato.

Dopo la caduta del Muro, Sascha inizia a far musica con l'aiuto di una Roland TR-606 e alcuni pedali, e partecipa attivamente alla crescita febbrile della soundsystem culture, in un momento che ricorderà per l'estrema libertà e per l'entusiasmo con cui dal nulla, in fabbriche abbandonate, nascevano feste immense, sempre l'una diversa dall'altra.

Nel 1997 si trasferisce a Berlino, città che gli offre la possibilità di andare a fondo nell'indagine delle influenze musicali che lo porteranno a trovare un suo stile. Lì la techno non era più semplicemente quella dei rave, ma si muoveva qualcosa nell'underground che lasciava spazio alla sperimentazione e alla ricerca di nuovi modi per intendere la dance culture. Qualche anno più tardi si unisce a Marco Haas, meglio conosciuto come T.Raumschmiere, fondatore della label Shitkatapult, inizialmente di stampo punk. Sascha inizia a gestire l'etichetta con lui, e, nel 2001, esce per Shitkatapult il suo primo LP, Multifunktionsebene.

Apparat aveva finalmente trovato il suo stile, a metà strada tra la durezza dei territori acidi e industriali da cui era nato e la melancolia, l'emotività e le sonorità fluide e dissolte che provenivano dal suo lato sentimentale. Field recording, glitch, errori, elementi "storti" e umani vengono inclusi deliberatamente da Sascha nei propri lavori, e questo inizia a diventare il suo marchio di fabbrica.

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Con il secondo LP Duplex, uscito sempre per Shitkatapult nel 2003, Apparat conferma di essere qualcosa di più di un artista IDM, e si trova in un limbo che non si riesce nemmeno ad afferrare a pieno, data—appunto—la duplicità della sua natura. Iniziano a comparire elementi orchestrali, mescolati a glitch, a beat spezzati e alla voce di Sascha che diventa il principale filo conduttore dei suoi lavori, che iniziano ad essere sempre più universalmente apprezzati, data la loro componente "organica".

Nel frattempo Berlino aveva coltivato una serie di altri artisti, tra cu Ellen Allien, prolifica DJ e fondatrice della label BPitch Control. Con lei Sascha aveva già collaborato nel 2003, curando alcune parti del suo secondo album Berlinette. La carriera dei due sembra procedere di pari passo, pur venendo lui dalle periferie industriali e lei dalla club culture di Londra, città in cui aveva vissuto e in cui aveva conosciuto l'elettronica, per poi tradurla nei club berlinesi Bunker e Tresor e nel suo show su Kiss FM. I due avevano pubblicato il proprio debut nello stesso anno, il 2001, e il secondo album due anni più tardi, e così, nel 2006, decisero di fondere le proprie esperienze e sensibilità nel bellissimo Orchestra Of Bubbles, un rollercoaster emotivo e sonoro in cui si balza dalla techno delicata e "femminile" cara a Ellen Allien a elementi glitch e IDM propri del territorio di Apparat. Con questo lavoro, uscito per BPitch Control, Berlino afferma a piena voce che i suoi artisti sono uniti nella creazione di uno stile definito ma aperto, pronto a tuffarsi in contaminazioni, ma sempre ben saldamente ancorato alle proprie radici.

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L'anno successivo vede per la prima volta Sascha confrontarsi con la rappresentazione strumentale delle sue tracce: lo fa durante la sua performance nel programma radiofonico di John Peel. Le Peel Sessions raccolgono le esibizioni in acustico di alcuni dei più importanti musicisti del mondo, e si tennero dal 1967 al 2004, anno della morte di Peel. Apparat registrò la sua nel maggio di quell'anno e l'impatto dei suoi pezzi in acustico non fu inferiore in nulla alla loro resa puramente elettronica.

L'esperienza infatti si meritò un tribute EP, Silizium, in cui Sascha si avvalse dell'ensemble Complexácord, oltre che di cantanti e musicisti di provenienza tutt'altro che elettronica. L'EP conteneva, tra gli altri, anche il remix di "Komponent" di Telefon Tel Aviv e il video di accompagnamento della stessa traccia, che segnò l'ingresso di Apparat in heavy rotation sulle TV musicali dell'epoca.

È con il suo terzo LP, Walls, che Apparat guadagna definitivamente un posto d'onore tra i musicisti europei. Il disco è stato definito dalla critica "un capolavoro dream-pop". In effetti Sascha, in questo caso, lascia le durezze dell'elettronica industriale con cui si era sempre confrontato, e compone tracce più melodiche, avvicinandosi ora allo shoegaze ora all'approccio astratto all'elettronica di musicisti come Four Tet o Fennesz. La nuova veste musicale di Apparat è influenzata e si riversa, appunto, nell'apparato con cui la si compone e la si porta dal vivo, quindi Sascha decide di formare una band in modo da prendere le distanze anche visivamente dall'elettronica in senso stretto.

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Nel 2009 esce il primo LP omonimo di Apparat coi Modeselektor, ovvero Moderat, progetto inaugurato nel 2003 con un EP, ma decollato realmente quell'anno. Il lavoro dei Moderat viene apprezzato da pubblico e critica, tanto che vengono nominati "Best Live Act" dai lettori di Resident Advisor.

L'anno successivo esce il DJ Kicks di Apparat, che esplora le sonorità che gli sono più vicine, da Telefon Tel Aviv a Burial a Tim Hecker, che chiude la selezione. Ed è proprio Josh dei Telefon Tel Aviv, insieme a Nackt dei Warren Suicide, ad affiancare Sascha per il suo quarto album, The Devil's Walk, uscito per Mute nel 2010. In quest'album Apparat prosegue nella sua ricerca meno sintetica, più strumentale, al suo lavoro, in cui il lato lirico e "shoegaze" rimangono una costante, come dimostra "Black Water", uno dei pezzi più belli dell'album, vicino all'universo sonoro di Slowdive e M83.

Ma è nel 2013 che Sascha finalmente sperimenta la versatilità della sua musica anche nei confronti delle arti performative: con Krieg und Frieden (Music for Theatre), uscito per Mute. Il lavoro era stato commissionato l'anno precedente dal regista teatrale Sebastian Hartmann per la sua messa in scena di Guerra e Pace. L'avvicinamento alla musica per rappresentazioni è per Sascha molto serio: legge per intero l'opera di Tolstoj e compie un viaggio in cui inizia ad abbozzare le prime composizioni. Poi inizia a provare in una fabbrica abbandonata con un ensemble di trenta elementi, come a dire che nemmeno in questo caso Sascha riesce ad allontanarsi del tutto dalle sue origini. Il lavoro doveva esaurirsi con la performance, invece Apparat decide di portarlo in studio e farlo diventare un album, nonostante fosse un album anomalo, data l'origine e la destinazione. Ai componimenti originali per l'opera, aggiunge il singolo "Violent Sky", un marchio di fabbrica in un lavoro altrimenti decisamente diverso dai suoi precedenti, per ovvie ragioni.

Nel settembre del 2014, alla 71' mostra del cinema di Venezia, Apparat riceve un premio per la colonna sonora del film Il Giovane Favoloso, adattamento della vita di Leopardi per la regia di Mario Martone. Con questo premio è divenuto abbastanza chiaro a Sascha che le proprie colonne sonore meritassero un'attenzione particolare, tant'è che quest'anno il tour di Apparat è tutto dedicato alle sue Soundtracks, e sarà avvalorato dai visual curati da Transforma, collettivo artistico che aveva seguito anche il tour del 2013.

Apparat aprirà l'edizione 2015 di Club To Club, con la performance Soundtracks al Conservatorio di Torino, mercoledì 4 Novembre.

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