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Musica

Cosa abbiamo imparato dall'affaire Nobraino

Mentre qualcuno faceva il teatrino, i morti restano morti.

È successa una cosa che riguarda i Nobraino, facebook e i migranti morti nel canale di sicilia. Non serve che ve la riassuma, vero? No, perché mi viene una tristezza indicibile anche solo a mettere in fila i momenti di questo incidente mediatico. Ecco questa cosa qui dei Nobraino su Facebook che è successa pare finalmente avere terminato il suo picco polemico, ovvero quel momento in cui non bisognava assolutamente commentarla per evitare di essere infettati dall'oscuro male dello squallore internettiano.

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Ecco, allora, quello che non ho capito io della faccenda è, più o meno, la natura vera dell'indignazione. A chiunque abbia anche un minimo di cervello dovrebbe essere piuttosto chiaro che i Nobraino non avrebbero mai preso posizioni neo-salviniche, anche solo per la necessità di tenersi il loro pubblico di riferimento, più o meno lo stesso di tutte quelle band che boh sono un po' di sinistra perché il nonno votava PC, tipo il Management Del Dolore Scrotale o Capa Rezza. Una volta riconosciuto che la battuta era una battuta si potrebbe obiettare che sulle tragedie non si scherza, che è squallido mettersi a ridere di centinaia di esseri umani che hanno incontrato la propria fine in una maniera orribile, un avvenimento che ha posto, per di più, ancora una volta l'Europa di fronte alla sua terribile ipocrisia, e ognuno di noi davanti alla colpa della propria indifferenza.

L'impacciata autodifesa della band ha insistito proprio su questo: sono usciti sui giornali dicendo che era una "provocazione" e che, anzi, volevano affermare la propria volontà di non rimanere in silenzio di fronte all'orrore. Nelle loro intenzioni quello doveva essere un pensiero satirico che "svegliasse le coscienze"…. Questa mi sembrava già una frase fatta quando, a dodici anni, la usavo con mia madre per giustificare il fatto che ascoltavo Marilyn Manson. Ecco, allora, proprio chi ha frequentato per un po' di tempo l'idea di "provocazione", sia in maniera grossolana e facile che più articolata e fine, ha avuto dei problemi a riconoscere l'uscita dei Nobraino come tale.

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Chiariamoci, non sto tentando di riaprire il processo alle intenzioni, quanto piuttosto mettere in discussione la loro legittimità a fare della provocazione, basandomi esclusivamente sul fatto che non sono per un cazzo capaci a farla. Mi sto chiedendo da due giorni dov'è esattamente che il fatto avrebbe dovuto pungere le coscienze ipocrite di chi nel proprio quotidiano non fa nulla per abbattere il muro di disparità sociali che ci separa dal sud del mondo, in che modo questa battuta attacca la meschinità di chi non vuole il proprio divano "invaso"? Quello che tantissima gente ha recepito dallo status dei Nobraino non è né più né meno che "haha, sono morte un sacco di persone in mare", non c'è un elemento critico che supporti quello disturbante, ma solo una specie di faciloneria illetterata che fa un po' pena.

Per essere autenticamente provocatori, in realtà quello che occorre fare è fare sentire in colpa chi riceve il tuo messaggio, farlo sentire sporco e incazzato, con una rabbia che superficialmente vorrebbe rivolgere verso chi ha sganciato la bomba e lo ha colpito nei valori, ma che in realtà sta provando per la discrepanza che c'è tra quei valori sbandierati e il proprio interesse più autentico. Lo humor nero va usato in senso provocatorio per svelare il fatto che c'è sempre una distanza incolmabile tra le belle parole di cui moltissimi si riempiono la bocca e loro effettivi desideri, quelli che finiscono per avere un peso maggiore sulla realtà quotidiana di tutti.

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Oppure si può provocare in maniera gratuita. Anche in quel caso, però, bisogna avere le palle di farsi odiare in maniera integrale, di passare dalla parte del torto in maniera completa, senza dare l'impressione di volere risultare "simpatici" a qualcuno. Al contrario, a leggere lo status dei Nobraino uno, prima di indignarsi, aveva l'impressione che questi stessero proprio cercando di ironizzare, di sdrammatizzare, di farsi due ghigne senza volerne subire davvero le conseguenze, col solito distacco che mette al riparo dalle conseguenze delle proprie parole. Guarda un po', è lo stesso distacco ironico che i Nobraino dimostrano nei loro testi da sapientoni, scritti tutti in un linguaggio da smartass che oltre ad autocompiacersi non fa davvero niente. Più che generare rabbia, le loro parole li hanno semplicemente fatti passare per gente poco abile nell'esprimersi, almeno nella testa di chi è dotato di un minimo di raziocinio. Roy Paci, invee, differentemente da uno qualsiasi dei tanti anonimi promoter che gli hanno cancellato le date—le cui motivazioni non ci sono date sapere—ha invocato la scorrettezza politica della band come motivazione per non volerli più ospitare al Primo Maggio di Taranto. L'unica base qui è ancora, semplicemente, "coi morti non si scherza". Questo è un atteggiamento moralista e decisamente patetico, che quasi mi farebbe dare ragione a Farabegoli quando dice che sono tutti Charlie col culo dei francesi, d'altra parte gli Aretuska non chiedevano scusa a nessuno quando facevano finta di essere mafiosi. Viene quindi da chiedersi perché da certe bocche si accettino le battute più sgraziate e da altre no.

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@nobraino Io invece prevedo che dopo queste vergognose parole, non calcherete il palco del #unomaggiotaranto. Noi abbiamo una dignità.

— Roy Paci (@RoyPaci) 19 Aprile 2015

C'è anzitutto il discrimine basato sul pedigree politico, il che fa abbastanza schifo, ma è sicuramente una roba reale. Se hai, quindi, già ben chiarificato da che parte stai, l'alibi della "provocazione" te lo puoi spendere molto più agilmente, anzi non servirà nemmeno pronunicare l'arringa, ce l'avranno già tutti in testa. È un po' lo stesso atteggiamento che tiene ancora qualcuno sugli scudi nei confronti di personaggi che un tempo hanno avuto la casacca in ordine e che li fa diffidare di quelli che le casacche le volevano mettere in discussione. Non Voglio comunque pensare che ci sia solo questa dimensione così superficiale in gioco: diciamo che una fetta di gente col cervello non ci è stata soprattutto ad avallare uno sfottò che veniva da un gruppo che sicuramente non aveva mai dato finora dimostrazione di avere qualcosa di intelligente da dire sul presente, provocatorio o meno. Non solo: non avevano finora mai dato neanche dimostrazione di un coraggio cinico all'altezza del sarcasmo sfoggiato, semmai di essere gente da cui ti saresti tranquillamente potuto aspettare una trovata pubblicitaria di quelle basse e insipide. Così non è? Tanto peggio per loro, sono tutti provocatori col culo dei Disciplinatha. Almeno si sfaterà il mito che chiunque abbia la voce profonda e metta la cravatta per salire sul palco abbia qualcosa da dire.

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Provocazione. Però davvero.

Però occhio: Nestor Fabbri mette davanti il suo lavoro, il suo impegno personale ma, soprattutto, lo spettacolo della band Viaggiare E Migrare, Confini poco Sottili. Non è dato di sapere perché e come un lavoro del genere si inserisca nel percorso di una band che, per gran parte del suo tempo, ammicca con la solita ironia del cazzo a più o meno tutto quello che c'è di ammiccabile al mondo. Mi chiedo perché tutti gli artisti dell'indie-cantautorato-canzonettaro italiano abbiano sempre pronto l'episodio "impegnato" da usare, all'occorrenza, come foglia di fico per dimostrare, di avere la casacca a posto (vedi sopra). Sarebbe davvero troppo chiedere a questi gruppi che il loro impegno fosse olistico, che se davvero ci tengono a lasciare un'impronta forte sulla realtà circostante, potrebbero evitare di costruirsi una carriera all'insegna della mediocrità e dell'ironia. Mi levo il cappello di fronte al lavoro che fa Nestor Fabbri come singolo, ma non davanti a quello artistico della sua band. Invece di relegare la lotta contro lo stato di cose alla dimensione autoreferenziale di un festival di teatro (che, come abbiamo visto tempo fa, per una band italiana fa molto curriculum), sarebbe troppo chiedere loro il coraggio di lasciare che le proprie urgenze espressive (se poi esistono davvero) vanno anche in direzione sociale e politica detti la forma di tutta la loro creatività e del loro percorso? Non parlo, ovviamente, di fare musica "impegnata", semplicemente di evitare di essere l'ennesimo gruppo di indiecantautorato italiano vestito da gruppo indiecantautorato italiano, che fa ironia leggera come i gruppi di indiecantautorato italiano, noncurante del cancro culturale a cui contribuisce.

Tipo così.

Tornando alla "provocazione": al posto di un comunicato di scuse in cui dice che dopottutto un pedigree politico ce l'ha pure lui, un provocatore avrebbe scelto di non dovere dimostrare nulla a nessuno e puntato il dito, accusando la passività di chi si indigna solo su internet o solo quando lo fanno direttore artistico di una manifestazione vagamente politica e vagamente "di sinistra". Invece di andare a piagnucolare sui giornali, un provocatore avrebbe calcato la mano per fare sentire ridicoli gli scandalizzati, specie se la rabbia e la tristezza generate da un orrore di questo calibro sono in lui autentiche. Queste cose, però, richiedono intelligenza, coraggio e capacità di interpretare la realtà con la propria arte. A quanto pare, esigere qualità del genere da un gruppo indie italiano è davvero troppo.

Segui Francesco su Twitter — @FBirsaNON