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Dei ladri a Napoli hanno provato a rapinare una banca, ma era online

È successo ieri, in una filiale informativa di Che Banca colpita da una banda del buco.
Foto dell'operato di un'altra banda del buco, sempre a Napoli.

Tra tutte le ragioni per fallire un colpo in banca, questa è forse la più banale e ingloriosa: dimenticarsi che le banche online non hanno cassaforte o denaro contante. È quanto successo a un gruppo di rapinatori che ieri pomeriggio, a Napoli, ha tentato di svaligiare una filiale informativa di Che Banca!, in pieno centro cittadino.

Sembra la trama perfetta di un film di Monicelli. A differenza de I soliti ignoti però, i ladri che sono arrivati dal sottosuolo nell'istituto in via Vittorio Emanuele si sono ritrovati in un semplice ufficio pieno di scartoffie e documenti. Peraltro ben sorvegliato da telecamere che hanno ripreso la scena, e collegato alla centrale operativa della Questura di Napoli. Dopo la scoperta i ladri, tutti incappucciati, sono scappati dallo stesso tunnel da cui erano arrivati. Poco dopo, sul posto sono intervenute le volanti della polizia.

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Per quanto sembri anacronistico o, appunto, “cinematografico”, il fenomeno delle “bande del buco” in Italia è un evergreen. Il modus operandi è sempre lo stesso: un tunnel nelle fognature, un buco scavato nel muro che delimita il caveau o il negozio da derubare, e poi la fuga nel sottosuolo.

Qualche volta il piano va a buon fine, come nel caso della rapina del 12 agosto 2016 a Milano alla banca popolare di Novara, quando i ladri, per assicurarsi la fuga, hanno cosparso l’ingresso del tunnel con veleno per topi e acido (che elimina anche le tracce biologiche). O come la recente incursione, sempre a Napoli, nella filiale Cariparma di via Benedetto Croce. In questo caso il bottino è stato di 80mila euro.

Il fenomeno riguarda diverse città, da Chiasso a Palermo, ma Napoli, con la sua estesa e intricata rete fognaria e i suoi 100mila tombini, offre un sottosuolo particolarmente adatto alle reti del crimine.


Guarda il nostro documentario sui tunnel del crimine a Napoli:


Come avuto modo di verificare anche su VICE, esplorando le fogne del centro napoletano insieme al nucleo sommozzatori della polizia. Nel 2016, per pattugliare i condotti, erano stati scomodati addirittura due acquascooter della squadra nautica, che hanno sfrecciato per i cunicoli più ampi, aiutando i sommozzatori a creare una mappatura sommaria dei tunnel del crimine.