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Musica

Heatsick - Re-Engineering

Molto più che tastierine giocattolo

Ci sono forme di muscia, serie o meno serie, che acquistano molto più valore per quantità, vale a dire una volta che ti rendi conto di quanto il musicista in questione ci crede, di quanto è disposto a portare in profondità un certo discorso, e, soprattutto, di quanto ha voglia di portare all'estremo un mood o un'idea. Stephen Warwick, è uno di questi: la prima volta che l'ho visto suonare—come Heatsick—la sua techno sgangheratissima per due tastierine, pensavo stesse cazzeggiando. Non che non mi piaccia la roba storta e mongoloide, solo che lui me lo ricordavo nei pesissimi Birds Of Delay e pensavo si stesse semplicemente prendendo una pausa. Invece no, ci sono voluti vari dischi e, soprattutto, la sua performance all'Unsound dello scorso anno, durata tre-ore-tre e basata praticamente tutta sullo stesso pattern ritmico, per convincermi che la sua è una seria esplorazione di un mondo robotico, primitivo e scemo. Davvero.

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Ma non faccio in tempo a convertirmi che il nostro cambia formula. Il brano qua sotto è un estratto dal suo nuovo album: rimanendo meccanico e sarcastico, Stephen ha virato decisamente verso la acid-house, e addirittura ospita una voce che butta lì tematiche post-strutturaliste senza entusiasmo. Il nuovo, apparentemente omonimo, esce a Novembre, ovviamente PAN. Attendiamo in gloria.