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Musica

Legowelt ha remixato i Deathday

Un remix che non somiglia né al papà né alla mamma

Remix, remix, remix. È veramente notevole quanto e in che maniera si stia radicalizzando ultimamente questa pratica: in qualche misura, è diventato un evento che, per importanza, supera di gran lunga l'uscita di materiale originale "liscio", sfiorato solo dalle mani dell'artista o della band che mette la firma più grande, quella fuori dalle parentesi. Per forza di cose: siamo in un momento storico in cui è talmente semplice imparare a memoria le grammatiche di un genere, che l'originalità ha molte più probabilità di nascere per caso, dall'incrocio fortunato di una materiale grezzo ricavato da una certa parte del mondo musicale, e un remixer che abitualmente lavora altre materie. Ultimamente, insomma, mi capita sempre più spesso di trovarmi a scrivere di remix che non hanno niente a che vedere con l'originale, ma non sono io che mi sto rincoglionendo, è che ne escono proprio a vagonate.

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Il caso in esame oggi ha come parti in causa i Deathday, banda darkettona tradizionalista di Los Angeles, e il sor Danny Wolfers che per comodità chiamiamo Legowelt—ma avrà in tutto una quindicina di pseudonimi. Ebbene, i ragazzi americani hanno fatto uscire un EP su una label (Mannequin) che fu italiana e ora è berlinese, e ad aprire (aprire, sì, non chiudere) il disco è un remix dell'olandese di cui sopra. Caos geografico a parte, il dato interessante è che, appunto, il remix non suona né come l'originale né tantomeno come una traccia di Legowelt. All'incrocio tra le due strade spunta una roba geneticamente alterata, che se proprio devo azzardare un paragone sembra più farina del sacco di uno come Shackleton che di questi qua. Ed ecco la parte più assurda: coincidenza vuole che quest'ultimo e il capoccia di Mannequin siano vicini di casa.

Se siete confusi non temete, io ho rinunciato da mo' a capirci qualcosa. Intanto il pezzo è bello e l'EP anche: ascoltatelo, comprate il vinile e lasciate stare la logica, che non abita sicuramente qui.

Aggiornamento: mi dicono che dietro l'angolo abiti Kiran di Blackest Ever Black. Ecco a voi il Melrose Place della musica elettronica, Neukolln.