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Musica

Il nuovo album degli Inutili è un cocktail di droghe

I tre esploratori psichedelici hanno riempito la valigetta di ogni sostanza possibile e viaggiano a tutta velocità verso Las Vegas, Teramo.
Giacomo Stefanini
Milan, IT

In passato ho definito gli Inutili "collettivo psichedelichiatrico", principalmente per due motivi: a) perché sono bravissimo con i giochi di parole; b) perché i loro primi dischi erano più simili a dei reportage senza editing o censura da una sanguinosa guerra di trincea, in cui i componenti della band e le loro menti eccitate dalle droghe si affrontavano a chitarrate, facendosi strada in una nebbia di effetti. Ma da quando sono rimasti in tre e sono stati messi sotto contratto da Aagoo Records, la loro ricerca si è spostata sempre più verso uno stile più conciso, che ingabbiasse i loro deliri heavy-psych in bocconi più digeribili. Il nuovo album Elves, Red Sprites, Blue Jets, uscito venerdì scorso, contiene sei canzoni, dodici nella versione in CD.

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Se si ascoltano solo le sei canzoni incise sul disco vinilico, si nota un'attitudine urgente, nervosa, anche nella fluttuante "On Acid Days", che riproduce alla perfezione il tipico formicolio di quando torni a casa in bicicletta dopo una giornata passata a giocare con le provette in laboratorio. Gli Inutili se la cavano benissimo con i riffoni alla Monoshock o alla The Heads che si sciolgono in deviazioni psichedeliche astratte, ottenute tramite aggeggi elettronici non ben identificati e vecchi trucchetti di produzione risalenti all'epoca dei phaser onnipresenti. Ma non scherzano nemmeno col post-punk che ricorda Wire e Mission Of Burma, come in "Turn Off The Television", che potete ascoltare in fondo alla pagina. Le sei bonus track invece si dimenticano del RUOCK e si muovono in una valle di effetti, ritmi tribali, atmosfere liquide e sognanti. Più una fumata pomeridiana che una bevuta serale. Forse non hanno smesso di essere un collettivo psichedelichiatrico, dopotutto.

Qua sotto puoi ascoltare la canzone che apre l'album, "Red Spider Fever", e un altro estratto della parte vinilica, "Turn Off The Television". Salta sulla scrivania e mostra a tutto l'ufficio le tue doti di air-chitarrista. Ordina il disco in vinile/CD/mp3 dal sito di Aagoo Records.

In passato ho definito gli Inutili "collettivo psichedelichiatrico", principalmente per due motivi: a) perché sono bravissimo con i giochi di parole; b) perché i loro primi dischi erano più simili a dei reportage senza editing o censura da una sanguinosa guerra di trincea, in cui i componenti della band e le loro menti eccitate dalle droghe si affrontavano a chitarrate, facendosi strada in una nebbia di effetti. Ma da quando sono rimasti in tre e sono stati messi sotto contratto da Aagoo Records, la loro ricerca si è spostata sempre più verso uno stile più conciso, che ingabbiasse i loro deliri heavy-psych in bocconi più digeribili. Il nuovo album Elves, Red Sprites, Blue Jets, uscito venerdì scorso, contiene sei canzoni, dodici nella versione in CD.

Se si ascoltano solo le sei canzoni incise sul disco vinilico, si nota un'attitudine urgente, nervosa, anche nella fluttuante "On Acid Days", che riproduce alla perfezione il tipico formicolio di quando torni a casa in bicicletta dopo una giornata passata a giocare con le provette in laboratorio. Gli Inutili se la cavano benissimo con i riffoni alla Monoshock o alla The Heads che si sciolgono in deviazioni psichedeliche astratte, ottenute tramite aggeggi elettronici non ben identificati e vecchi trucchetti di produzione risalenti all'epoca dei phaser onnipresenti. Ma non scherzano nemmeno col post-punk che ricorda Wire e Mission Of Burma, come in "Turn Off The Television", che potete ascoltare in fondo alla pagina. Le sei bonus track invece si dimenticano del RUOCK e si muovono in una valle di effetti, ritmi tribali, atmosfere liquide e sognanti. Più una fumata pomeridiana che una bevuta serale. Forse non hanno smesso di essere un collettivo psichedelichiatrico, dopotutto.

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