Questo articolo è stato pubblicato nel 2019 Profiles Issue di VICE Magazine. Questa edizione guarda al futuro concentrandosi su scrittori, scienziati, musicisti, critici e tante altre personalità ancora poco conosciute ma che scuoteranno il mondo nel 2020. Sono "L'Altro 2020" da tenere d'occhio.Gopal è una fattoria “no-kill”, dove le vacche potranno invecchiare liberamente, i vitelli potranno bere il latte dalla mamma e i cuccioli maschi saranno lasciati liberi di crescere e diventare forti tori o buoi.
Questo sarà reso possibile da un “piano pensione” per le mucche, come lo descrive Pandit, in cui il 10 percento dei guadagni del latte verrà investito nella cura futura del bestiame. Lui scommette che i clienti saranno disposti a pagare un po’ di più per il latte etico Gopal—e gli auguriamo che abbia ragione, perché l’intero progetto dipende da questo.Anche nelle fattorie gestite da contadini bravi e coscienziosi, le vacche che non producono vengono mandate al macello, e lo stesso vale per i vitelli maschi. Quando ci siamo trovati faccia a faccia con questo fatto, abbiamo capito che non avremmo potuto gestire una fattoria.
“Sapevo che in India si pratica l’allevamento etico”, dice Pandit. Molti stati e regioni in India hanno vietato la macellazione delle vacche e le punizioni vanno dalle multe all’incarcerazione. Nel 2009, Pandit e Scott sono andati in India. Ma riuscire a fare una vera esperienza in una fattoria è stato impossibile. A causa del sistema a caste vigente, le persone di classe inferiore si rifiutavano di assumere una coppia più istruita e ricca, ci ha raccontato Pandit. L’anno dopo, però, hanno avuto l’opportunità di prendere in gestione una fattoria no-profit a Jaisalmer, una città nello stato di Rajasthan, nel Nord Ovest, dove Pandit è cresciuto.Pandit ha imparato i segreti dell’allevamento Ayurvedico, come usare l’urina delle vacche per fertilizzare il terreno, il letame per conservare i semi, e l’olio di nīm contro i parassiti
Per chi ha già una visione critica del latte, Pandit vuole offrire un’alternativa migliore. “Uno dei motivi principali per cui lo facciamo è che vorrei questo tipo di allevamento etico adottato anche da altre fattorie”, ha detto Pandit. “In molti si trovano in questa situazione. Tantissimi stanno fallendo. Se i vegani non vogliono bere latte e in così tanti seguono questa linea per motivi etici, perché non assicurare loro del latte etico?”Ma l’etica del mangiare è un groviglio complicato di valori individuali. Quando ho contattato l’Associazione dei Produttori di Latticini del Nordest per comprendere meglio come il modello Gopal si inserisce nell’industria agricola dello stato di New York, la direttrice esecutiva Tonya Van Slyke mi ha risposto: “Gli allevatori di vacche sono già etici”. A differenza della produzione biologica o di quella equo-solidale, non esistono criteri per quella “etica” né una certificazione ufficiale. Questo è un problema per Pandit, che si oppone all’utilizzo di termini come “umano” ed “etico” quando si parla di allevamenti che comunque praticano la macellazione.Da quando Pandit e Scott sono tornati negli Stati Uniti nel 2012, ogni cosa che hanno fatto è stata volta alla preparazione di questo latte. Anche l’azienda di distribuzione Ayurveda che Pandit ha fondato nel 2008 serviva per raccogliere fondi per la fattoria. Nel 2016, hanno comprato il terreno di New Paltz. C’è una casa, un rustico, una serra e un piccolo edificio per l’ufficio Ayurveda.“La cosa più importante che ho imparato frequentando questi allevatori è l’amore per le vacche—trattarle come se facessero parte della famiglia.”
La prossima primavera, Pandit e Scott costruiranno un locale mungitura e uno spazio per pastorizzare e imbottigliare, per rendere il latte pronto per il mercato. A causa dei permessi statali, tutto il latte che hanno prodotto fino a questo punto è stato soltanto per uso personale.Quando sono stata a trovarli in ottobre, la mandria pascolava tranquilla sull’erba folta. L’industria lattiero-casearia americana ha sempre utilizzato quasi esclusivamente vacche di razza Holstein o Jersey, ma Pandit vuole lavorare con razze che rientrano nella lista delle varietà a rischio di Livestock Conservancy, come le Dutch Belted e le Guernsey, per evitare i problemi genetici delle varietà più diffuse. Presto accoglierà tre Milking Devon acquisite da una fattoria del Vermont.Pandit ha ricevuto offerte di donazioni di animali, ma, a causa dei fattori di stress e dei problemi di salute legati all’industria agricola, accetta soltanto vacche nate e cresciute al di fuori degli allevamenti industriali. “Per noi è un grosso problema, perché in un allevamento normale, se c’è un problema con una vacca, la mandano subito al macello—ma noi non lo faremmo mai”, ha spiegato.Lavorare con razze antiche ha i suoi contro. Le Holstein sono le più diffuse per un motivo: producono circa 10 mila litri di latte all’anno, mentre le Guernsey 6000. In più, secondo Pandit, essendo circondato da fattorie Jersey, dove non solo manca la conoscenza di base, ma non ci sono tori disponibili per l’accoppiamento. Le sue vacche devono essere inseminate artificialmente usando lo sperma di mandrie registrate.Pandit ha ricevuto offerte di donazioni di animali, ma, a causa dei fattori di stress e dei problemi di salute legati all’industria agricola, accetta soltanto vacche nate e cresciute al di fuori degli allevamenti industriali
Fecondare le vacche è fondamentale perché le vacche producono latte solo dopo aver dato alla luce un vitello. L’accoppiamento può avvenire in modo naturale, ma è più comune che le vacche vengano inseminate artificialmente, una pratica che alcuni attivisti dei diritti animali trovano inaccettabile. Per quanto la selezione dello sperma permetta ad alcuni allevatori di giocare a fare Dio, la riproduzione naturale produce vitelli femmine e maschi. Visto che in una fattoria da latte non c’è bisogno dei maschi, gli allevatori di solito li vendono per la carne.Pandit si oppone a quella che vede come una mancanza di compassione. Invece di separare i vitelli dalle madri immediatamente, cosa che viene fatta anche per riservare il latte della vacca al mercato, lui li lascia insieme per 15 giorni, dopodiché il vitello fa due poppate al giorno per circa sei mesi.
Pandit si oppone a quella che vede come una mancanza di compassione. Invece di separare i vitelli dalle madri immediatamente, cosa che viene fatta anche per riservare il latte della vacca al mercato, lui li lascia insieme per 15 giorni, dopodiché il vitello fa due poppate al giorno per circa sei mesi. Una delle critiche che dice di aver sentito più spesso dai vegani è che il latte di una vacca è fatto soltanto per i suoi figli.A questo risponde raccontando di quella volta che Bhima ha bevuto tutto il latte che ha voluto, fino a procurarsi la diarrea per averne bevuto troppo. Per Pandit, questa è la prova che la madre produce più latte di quanto ne serva. Dopo aver accontentato il vitello, dice, avanza tutto il latte che serve dagli altri tre capezzoli.Una volta che la fattoria sarà pronta, Pandit avrà 10 vacche che produrranno circa 150 litri di latte al giorno. Sono numeri bassi—da una Holstein si ottengono quasi 34 litri al giorno e un allevamento ne arriva a contenere migliaia—ma Pandit pensa che le vendite riusciranno a coprire i costi. Un gallone (3,8 litri) del suo latte, che venderà in città, costerà circa 17 dollari, e il 10 percento verrà messo da parte per il futuro delle vacche. Non è il tipo di cosa che chiunque può comprare al supermercato.Un gallone (3,8 litri) del suo latte, che venderà in città, costerà circa 17 dollari, e il 10 percento verrà messo da parte per il futuro delle vacche.