Il fotografo giapponese Taku Onoda si è trasferito a New York sul finire degli anni Novanta. Allora il Limelight era ancora aperto, e Wu-Tang Forever era appena uscito. Lo stile fotografico duro e puro di Onoda si unisce perfettamente ai pezzi grezzi e poetici che gli artisti della città producevano al tempo.Quando Onoda mi ha mandato queste foto sono rimasta folgorata, perciò l'ho contattato per sapere come ha cominciato e come è composta la serie che lui chiama Let's Not Think About Tomorrow.
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VICE: Quando hai cominciato a bazzicare la comunità hip hop?
Taku Onoda: Ero fan dell'hip hop da sempre, e a volte facevo il DJ. E poi fotografavo gli eventi a cui andavo e le persone che li frequentavano, e in qualche modo ho conosciuto alcuni del circuito che mi hanno chiesto di fare qualche scatto "professionale".Come sei riuscito a ottenere gli accessi?
Scattavo per magazine americani e inglesi. Alcune delle foto della serie vengono dai miei lavori per le riviste. Poi sono diventato amico di alcuni degli artisti che ho fotografato, sono diventati parte della mia vita.A quali fotografi ti ispiravi allora—sono diversi da quelli a cui ti ispiri adesso?
Allora mi piacevano le foto di Larry Clark e William Klein, mentre oggi preferisco i fotografi concettuali come Paul Graham e Vik Muniz.Qual è stato il concerto più bello che hai visto?
Era il 1999 o il 2000, e Gang Starr e M.O.P. suonavano al Limelight. C'erano 40 gradi lì dentro, ma è stato uno spettacolo indimenticabile.E di cosa ti occupi ora?
Quando non scatto per lavoro mi piace fare foto più astratte. Nel 2014 è uscito il mio libro Nebulous, che è però ancora realistico e diretto—un pugno in pancia.Tutte le foto sono di Taku Onoda. Seguilo su Instagram
Taku Onoda: Ero fan dell'hip hop da sempre, e a volte facevo il DJ. E poi fotografavo gli eventi a cui andavo e le persone che li frequentavano, e in qualche modo ho conosciuto alcuni del circuito che mi hanno chiesto di fare qualche scatto "professionale".Come sei riuscito a ottenere gli accessi?
Scattavo per magazine americani e inglesi. Alcune delle foto della serie vengono dai miei lavori per le riviste. Poi sono diventato amico di alcuni degli artisti che ho fotografato, sono diventati parte della mia vita.A quali fotografi ti ispiravi allora—sono diversi da quelli a cui ti ispiri adesso?
Allora mi piacevano le foto di Larry Clark e William Klein, mentre oggi preferisco i fotografi concettuali come Paul Graham e Vik Muniz.Qual è stato il concerto più bello che hai visto?
Era il 1999 o il 2000, e Gang Starr e M.O.P. suonavano al Limelight. C'erano 40 gradi lì dentro, ma è stato uno spettacolo indimenticabile.E di cosa ti occupi ora?
Quando non scatto per lavoro mi piace fare foto più astratte. Nel 2014 è uscito il mio libro Nebulous, che è però ancora realistico e diretto—un pugno in pancia.Tutte le foto sono di Taku Onoda. Seguilo su Instagram