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Música

Siamo sopravvissute al Primavera Sound

Ma per un pelo.

Quest’anno VICE Italia ha conferito alle sue due peggio straccione migliori redattrici l’accredito per il Primavera Sound, dopodiché ha ritrattato e ricattato le suddette per fare loro scrivere articoli spassosi e cogliere, data la loro nota produttività neuronale, lo Zeitgeist di questo momento di coesione giovanilista europea.

Ovviamente, sentiteci investite di un arduo compito intellettuale abbiamo utilizzato il metodo Stanislavskij per l’investigazione della psiche e, anziché vivere il festival come scrutatori non votanti, abbiamo deciso di rovinarci per entrare nello spirito della questione e, successivamente, mettere per iscritto quanto imparato dall’edizione 2013 del festival. Quella che segue è una serie di consigli, selezionati dal nostro bagaglio esperienziale e da tenere a mente qualora decideste di partecipare alla Sacre du Printemps. Imparate dai nostri errori, che dai propri nessuno impara mai (per quanto riguarda la musica, ne parleremo a breve in un altro post).

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NON PERDERE GLI AEREI

Foto fatta con l'iPhone.

Come tutti sanno, la strada per gli aeroporti è sempre piena di ostacoli, imprevisti e probabilità. Il primo imprevisto è che una a caso di noi ha fatto lo zaino circa mezz’ora prima della partenza dell’aereo, dal momento che la sera prima si era divertita col vino alla festa di VICE. Come se non bastasse, in autostrada (eravamo già sul filo del rasoio) casualmente un camion ha preso fuoco. Fortunatamente è andato tutto bene, anche e soprattutto perché l’aereo stesso era in ritardo. Al ritorno, nonostante avessimo tutte voglia di perderlo, quell’aereo, abbiamo avuto un buon margine di anticipo, non fosse che l’altra di noi è stata fermata appena rimesso piede in patria dalla pula in borghese che le ha controllato i documenti, il contenuto di un anfibio e il vano sotto gli asciugamani.

BOY SCOUT VS. HIPSTER

La temperatura è stata un grande smacco per quelli che hanno sempre creduto che il Primavera fosse un festival in cui sfoggiare un look semi-estivo, elegante e alla moda. Vi sbagliavate cari, un festival è sempre un festival, ovvero un campo di battaglia. E alla battaglia si va preparati almeno con un pile e un k-way.

Personalmente, per sopravvivere al gelo abbiamo dovuto dare fondo alle produzioni Quechua, comprensive di coperta termica e impermeabile, maglie tecniche, pile, felpe, berretti e doppi calzini.

Questa sedimentazione di vestiti tecnici vi renderà, come ha reso noi, le vincitrici del contest “sfigati stratificati” del festival (in seguito a un testa a testa con gli uomini col borsello), ma mentre l’orgoglio hipster vi sfila accanto in bermuda, mocassini e giacchetta di pelle, diretto all’uscita con le labbra viola, voi sfigati stratificati vi godrete la notte intera sfruttando, come tutti i supereroi che si rispettino, l'immenso potere degli indumenti in microfibra. La frase piena di poesia e di entusiasmo, “Siamo a Barcellona, a un festival di musica, con la luna, il mare, e forse Dio,” ha veramente riassunto la verità del momento quando, imbottite di pile e Chai, ci siamo accorte che su di noi giganteggiava non il triangolo con l'occhio della divinità, ma, bianca su fondo blu, la scritta DECATHLON.

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NON FARSI INTENERIRE DA JAMES BLAKE

Avevamo dalla nostra il presentimento che mettersi nel punto più freddo del festival ad ascoltare il cantante più lagnoso del festival non sarebbe stata una gran bella idea.

In effetti la sua delicata strizzata di palle canora ci ha aiutato a eleggere il momento di gran lunga peggiore del festival e, per spirito umanitario, ci ha portato a chiederci: ma che problemi ha questo ragazzo? Forse vuole essere soppresso. Sai James, esistono tante pie persone a cui chiedere aiuto che non siano una massa di caproni infreddoliti. Ci dispiace anche non averti potuto dare la mano che ci stavi magari chiedendo con i tuoi mugugni, ma la nostra mano era al momento anchilosata da meno dieci gradi di gelo. Verso la fine di questa straziante performance, le menti più acute si rendono conto che la presenza di James Blake era strategica per fare sì che il pubblico del Primavera venisse decimato e che i suoi mugugni, come il canto delle Sirene per Ulisse, sono costati la vita di almeno 4000 avventori del festival morti assiderati durante il concerto. Ma a noi non ci freghi James Blake.

FINGERSI GRUPPI FAMOSI PER LIMONARE

Ecco gli Arctic Monkeys. Ora ecco un gioco. Sono le sei del mattino e tre ragazzi si presentano davanti a voi dicendo di essere gli Arctic Monkeys, ovviamente quelli marginali: tutti tranne il cantante. Ecco, voi sapete che faccia hanno gli Arctic Monkeys meno il cantante? Chiaramente, spinte dall’entusiasmo, abbiamo creduto di saperlo quando, in mezzo al rimastume che veniva sospinto fuori dal Forum, ci hanno abbordato tre ben più giovani di noi giovanotti che in quel momento ai nostri occhi erano gli Arctic Monkeys. Certo, alcuni indizi ci facevano dubitare, ma erano solo brevi sprazzi di lucida analisi nella generale euforia dell’essere state prescelte da famosi musici per stamparci grandi baci in faccia, e quando una ragazza ci si è avvicinata impietosita dall’inganno per avvisarci che quelli non erano gli Arctic Monkeys l’abbiamo tacciata di invidia e siamo tornate a questi sedicenni, di cui uno aveva l’herpes più grosso mai visto in faccia a una persona. Ecco, quelli non erano gli Arctic Monkeys, ma grazie per aver fatto carte false per conquistare i nostri cuori.

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Comunque il giorno dopo Virginia è stata privata dell’iPhone con cui avevamo scattato le foto di noi con gli Arctic Monkeys, quindi fino a prova contraria quelli erano gli Arctic Monkeys e noi li abbiamo baciati tutti.

TENTARE DI NON FARSI RUBARE/SMARRIRE IL TELEFONO

Incredibilmente, Barcellona è una città piena di persone che ambiscono al tuo telefono, ma non lo fanno chiedendoti il numero, bensì in maniera molto più diretta.

La cosa buona è che diventa indimostrabile che quelli non erano gli Arctic Monkeys, la cosa meno buona è tutta la sfera delle telecomunicazioni, tua madre che ti crede morta, l’atavico terrore di perderti e avere come unico punto di riferimento te stesso, e infine l'app del Primavera Sound inutilizzata nelle mani di qualcuno che non si merita la tua agenda dei concerti.

RIVALUTARE IL KM 0

Rivalutare gruppi secondari e/o spagnoli, soprattutto in caso di attacchi di agorafobia, non è un male: si potrebbe scoprire che, al posto di stare pigiati come sardine a sentire i Blur da due km di distanza, esiste la possibilità di godersi comodamente il suono 2013 della penisola iberica a Km 0, che è praticamente l’italo disco mescolato al turbo folk. Davvero niente male.

DARE DROGA AI FOTOGRAFI

Foto di Guido Gazzilli.

Vai Guido!

OMAR SOULEYMAN

In quanto unica redattrice musicale di VICE Italia presente al festival, mi sento in dovere di conferire il premio Mia Martini per l'intensità dell'esecuzione al grandissimo scià Omar Souleyman, re assoluto del festival, che ha saputo tener testa a un'indefinita caciara proveniente dal palco dei My Bloody Valentine muovendo quasi solo un avambraccio. Ora, togliendo dall'equazione la sua impressionante somiglianza con mio padre Gianpaolo Ricci, credo che più che la sua esibizione mi abbia entusiasmato la sua presenza in sé, e soprattutto la sua presenza scenica, che potrei definire inesistente. Ecco a voi una registrazione del suo show trovata su internet.

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Spero per voi che possiate assistere a una sua esibizione almeno una volta nella vita.

Virginia

OBBLIGO DI RESISTERE FINO ALL’ALBA

Foto fatta con l'iPhone rimasto.

Come fate non importa, noi vi abbiamo dato i nostri consigli: copritevi, approfittate della musica pacco di James Blake per dormire, ma dovete essere quelli che fanno incazzare la sicurezza perché si incuneano nel nastro di plastica usato per sospingere gli ultimi avanzi di umanità fuori dal parco del Forum. Ogni mezzo è lecito per vincere il cappello di paglia che il tipo della security mette in testa all’ultimo che esce dal Primavera Sound, compresi i mezzi che poi vi faranno smarrire suddetto cappello. Al sorgere del sole avrete voglia di fare le promesse a voi e agli altri e vi abbraccerete e prenderete le decisioni della vita, insomma noi abbiamo smesso di fumare e abbiamo deciso di non tornare mai più in redazione e rimanere a Barcellona.

NON FATEVI INCASTRARE A SCRIVERE UN REPORT

Perché è così che lavorerete nei giorni successivi.

Segui Elena e Virginia su Twitter: @GabbaGabbaHeil e @virginia_W_