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Cosa sta succedendo tra Iran e Arabia Saudita

In Medio Oriente la tensione continua a crescere, animata da uno scontro fra due dei paesi che sono un punto di riferimento per la comunità sciita e quella sunnita.
Photo par Ahmed Alfardan/EPA

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Come riportano diversi media internazionali, anche il Kuwait - insieme ad Emirati Arabi, Bahrein e Sudan - ha richiamato in patria il suo ambasciatore a Teheran. L'Arabia Saudita, come riporta l'agenzia Reuters, ha inoltre ufficialmente sospeso il traffico aereo e bloccato gli scambi commerciali con l'Iran.

Negli ultimi giorni, infatti, i rapporti diplomatici tra Riad e Teheran sono decisamente precipitati. Sabato 2 gennaio l'Arabia Saudita ha giustiziato il religioso Nimr al Nimr, uno dei leader della minoranza sciita in Arabia Saudita durante le proteste antigovernative del 2011, provocando una contestazione nella quale decine di manifestanti hanno attaccato l'ambasciata saudita a Teheran, inneggiando alla morte della famiglia Saud—regnante a Riad.

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In risposta all'uccisione del religioso, l'ayatollah iraniano Alì Khamenei ha giurato che sull'Arabia Saudita presto "calerà la vendetta." Lunedì scorso, il ministro degli Esteri iraniano ha accusato i sauditi di "far crescere scontri e tensioni" in Medio Oriente. "L'Arabia Saudita (…) continua a cercare motivi di scontro per tentare di risolvere i suoi problemi interni esportandoli fuori dai suoi confini," ha spiegato il portavoce Hossein Jaber Ansari.

I rapporti tra Iran e Arabia Saudita non sono mai stati troppo cordiali. Si tratta di due paesi a maggioranza musulmana, ma con differenze sostanziali: l'Iran è la più grande potenza sciita del mondo musulmano, mentre l'Arabia Saudita è guidato da una gerarchia sunnita. Gli attriti tra le due parti arrivano a ripercuotersi anche in alcuni scenari di conflitto nel Medio Oriente, come quello siriano e quello yemenita.

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Le divisioni fra sunniti e sciiti risalgono alla morte di Maometto, nel 632 d.c. Tra l'ottanta e il novanta per cento dei musulmani nel mondo è sunnita, e - storicamente - ritiene che l'eredità religiosa e politica di Maometto sia da attribuire ad Abu Bakr, padre della moglie del profeta. La minoranza sciita, invece, ritiene che la discendenza del profeta fosse da attribuire ad Ali, suo cugino, e riconosce figure religiose come gli ayatollah.

Il Medio Oriente si divide quindi, a livello geopolitico, fra una maggioranza sunnita di cui fanno parte paesi come Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar e una minoranza sciita che annovera l'Iran, il governo alawita siriano (paese la cui popolazione è però a maggioranza sciita), e il movimento libanese Hezbollah.

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La questione politica, dunque, appare preponderante rispetto a quella religiosa, trattandosi di una lotta per l'affermazione della propria influenza sulla regione.

Proprio per questo, lo scontro fra due paesi - e due governi - tanto rappresentativi delle due diverse fazioni ha portato alcuni stati a schierarsi, e a seguire - come Kuwait, Sudan e Bahrein (paese di popolazione a maggioranza sciita ma con governo sunnita) - la decisione dell'Arabia Saudita.

Da sabato, quindi, la regione è scossa dalle conseguenti ripercussioni geopolitiche di questo scontro.

Lunedì 4 gennaio - come riportava l'agenzia di stato BNA - il Bahrein ha infatti annunciato il blocco dei rapporti diplomatici con l'Iran. Guidato da un re sunnita, ma a maggioranza sciita, il governo del paese ha definito "codardo" l'attacco all'ambasciata saudita di Teheran.

Negli ultimi giorni, almeno tre moschee sunnite sarebbero state attaccate in Iraq, e due persone uccise - incluso un imam -, in un apparente ritorsione per l'esecuzione di al Nimr.

Nella giornata di lunedì, a Baghdad e nelle città sciite del sud, sono state indette delle manifestazioni per protestare contro la morte del leader sciita, accogliendo l'invito dell'influente religioso Moqtada al Sadr, noto per le sue posizioni anti-americane.

Un primo gruppo di manifestanti avebbe cercato di passare attraverso il filo spinato della zona fortificata, dove si trova l'ambasciata saudita, ma - stando a quanto riferito da un operatore di Reuters - la polizia li avrebbe respinti.

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Gli Stati Uniti hanno invitato le due parti al confronto, mentre il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato l'Iran per l'assalto all'ambasciata saudita a Teheran. Il responsabile esteri dell'Unione Europea ha aggiunto che in caso di mancato accordo, gli sforzi per trovare una soluzione allo scenario siriano verrebbero del tutto vanificati. La stessa Cina si è detta preoccupata per questa escalation.

La Russia, intanto, si è offerta come mediatore, secondo agenzie di Mosca. "Come amici saremmo pronti a prendere parte, se richiesto, a un ruolo d'intermediazione per trovare un accordo tra le contraddizioni già esistenti e quelle nate di recente tra i due paesi."


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