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Il femminismo islamico non piace a nessuno

Avere contro di sé musulmani integralisti e femministe occidentali non è affatto divertente.

Foto di Lucas Massaro

Zahra Ali è una sociologa francese specializzata in questioni di genere e Medio Oriente. Nel suo libro ripercorre la storia del femminismo islamico, spiegando cos'è la fede in Dio, perché gli islamisti si comportano come dei guastafeste e chi sono i principali oppositori della correntein primis femministe occidentali convinte che il velo sia una pratica alienante e musulmani integralisti che identificano il femminismo come un fenomeno occidentale. L'ho intervistata per capire cosa significa essere una femminista islamica al giorno d'oggi, e perché tutti prima o poi scoprono di avercela con lei.

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VICE: Molti pensano che "femminista" e "musulmana" siano due identità inconciliabili.
Zahra Ali: È sempre la stessa storia. Per la maggior parte delle femministe occidentali, il femminismo è una lotta contro il patriarcato. L'Islam è la religione più patriarcale, quindi "non si può essere femministe se si crede in Allah."

Cos'è il femminismo islamico?
Le femministe islamiche si battono per una nuova interpretazione dei testi sacri. Alla morte del Profeta gli uomini hanno trafugato il senso del Corano, perché avevano bisogno di esercitare il proprio potere sulle donne, di dominarle.

Mi puoi fare l'esempio con un versetto coranico?
Quello più ripreso dagli uomini è il 34 della sura Al-Nisa', che si concentra sul tema della "responsabilità" dell'uomo nei confronti della donna. Il passaggio è stato interpretato come conferma della superiorità maschile.

Nel 2005 è stato organizzato un congresso internazionale del femminismo islamico, ma da allora nei media si parla raramente del movimento.
Il concetto si è evoluto soltanto all'interno della sfera accademica. Il femminismo anglosassone ha subito un rinnovamento, specialmente dal punto di vista dell'autocritica. In Francia funziona diversamente: i francesi hanno un "problema" con la religione. Le loro orecchie sembrano essere più recettive quando si parla di "immigrate insoddisfatte del modello dominante del femminismo occidentale e desiderose di inventarne un altro che vada d'accordo coi loro valori religiosi."

Come definiresti il femminismo islamico?
Ci sono tanti modi di essere femminista. Io sono un'immigrata turca e non ho le stesse priorità di una donna bianca che vive in un quartiere chic di Parigi. Questo non significa che una sia più legittima dell'altra.

Qual è il futuro del movimento?
Bisogna ampliare il discorso includendo riflessioni sui rapporti interculturali e di classe. Per esempio, vogliamo che i Paesi arabi accettino l'idea che una donna possa diventare mufti e che le femministe occidentali ci considerino "vere" femministe. Ma perché ciò avvenga, bisogna che i musulmani smettano di vederci come delle "vendute" all'Occidente, e che le femministe non ci riducano a semplici "alienate" perché decidiamo di portare il velo.