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La storia di Cancaro Man, il bestemmiatore più perseguitato di Internet

Giuseppe Polito è un pensionato 68enne di Padova diventato il fenomeno da baraccone dell'intero internet italiano. E anche se tutti ridono delle sue bestemmie, ora la sua vita è una specie inferno.

via Facebook

In principio sono stati Nonno Fiorucci e Germano Mosconi. Nella seconda metà degli anni Duemila, i montaggi video in cui i due subivano scherzi e reagivano bestemmiando a raffica sono diventati virali prima ancora che nascesse il concetto di "virale"—tanto che all'inizio ci si passava l'un l'altro registrazioni audio di quelle bestemmie tramite il bluetooth del cellulare e i blog di Messenger.

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Tra i due c'erano delle differenze: Nonno Fiorucci era un anziano signore di Perugia particolarmente incline all'ira e costantemente vittima degli scherzi dei nipoti, che lo provocavano per poi riprenderlo con il cellulare.
Quanto a Mosconi invece, la sua vita privata e la sua fama su internet—in parte come celebrità, in parte come fenomeno da baraccone—non sono mai entrate in contatto. Gli unici a portare lo scherzo nella realtà sono stati proprio gli autori dello scherzo stesso—ossia, i tecnici di Telenuovo, la rete per cui Mosconi lavorava. Al di fuori di quei video Mosconi aveva una vita personale in cui paradossalmente era conosciuto per la sua eleganza e la sua pacatezza ma—come ha detto anche un suo collega—in quei montaggi "sembra un uomo che ha passato la vita a imprecare."

Oggi però a stimolare le forme più avanzate di sadismo collettivo a tema bestemmie c'è un'altra persona, la cui vicenda ha avuto conseguenze ben più spiacevoli: sto parlando dell'uomo che negli ultimi tempi è diventato famoso con il soprannome di Cancaro Man.

Per i pochi che non lo conoscessero si tratta di Giuseppe Polito, un pensionato di 68 anni di Padova. Prima di diventare il fenomeno da baraccone dell'intero internet italiano, Polito era un pensionato normalissimo che girava per Padova in bicicletta indossando una pettorina gialla catarifrangente. Deve la sua fama e le conseguenze spiacevoli che essa comporta alle reazioni spropositate che ha quando viene provocato—ossia, alla sequela di bestemmie che tira ogni volta, senza motivo apparente.

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Tutti conosciamo il valore civile e linguistico che la bestemmia può assumere in Veneto e in generale in tutto il nordest, quindi, senza i social, probabilmente Polito sarebbe rimasto una leggenda locale, la classica storia di provincia che passa di bocca in bocca senza che nessuno abbia mai visto il suo protagonista. In questo caso, però, Internet ha cambiato tutto.

Una raccolta di tutti i video di "Cancaro Man," giusto per farvi capire cosa (non) vi siete persi

La vicenda risale a qualche mese fa, quando hanno iniziato a comparire online dei video in cui alcuni ragazzi provocavano Polito apposta per scatenare la sua reazione e riprenderla con il cellulare. I primi video, pubblicati su Facebook e YouTube, hanno riscosso un successo esagerato, lanciando quella che in breve tempo si è trasformata in una moda: i giovani di Padova hanno cominciato a prenderlo di mira, e anche le provocazioni—così come le reazioni dell'uomo—si sono fatte più violente. Oggi, i video dedicati a Polito sono decine, così come le pagine Facebook che lo definiscono un "sacerdote" e un "artista" e che organizzano tour della città al solo scopo di vederlo e di sentirlo bestemmiare, con tanto di mappa su cui sono segnati i suoi percorsi più comuni.

Tutto questo finché, ovviamente, non si è raggiunto il punto di rottura. Le reazioni di Polito, infatti, si sono fatte anche fisiche: in un video dello scorso agosto, si vedono due ragazzini che lo rincorrono e lo insultano e lui che risponde roteando in aria la catena della bicicletta; in un altro video, datato 16 settembre, alcuni ragazzi a bordo di un'auto ferma al semaforo gli urlano insulti e Polito, esasperato, reagisce spaccandogli il parabrezza.

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A quel punto, Polito non poteva più uscire di casa senza essere ripreso con il cellulare da qualcuno e la sua vita si era trasformata in un inferno—o in una puntata di Black Mirror. Tanto che la procura di Padova ha aperto un'inchiesta a seguito di un esposto presentato dallo stesso Polito, che in un'intervista ha chiesto di essere rispettato. "Adesso basta, voglio il rispetto che merito. Non ho mai fatto niente a nessuno: mi devono lasciare stare. Voglio girare per la mia città senza che nessuno più mi prenda in giro," ha detto l'uomo, raccontando la genesi di tutta la storia.

La principale pagina Facebook a lui dedicata—che contava oltre 100mila fan—è stata chiusa, ma ovviamente ne è nata subito un'altra. La denuncia di Polito però sembra aver spaventato i gestori, che in un post hanno scritto che questa nuova pagina "non ha lo stesso scopo di quella originale, il cui maggior scopo era prendere in giro il nostro eroe. […] Il nostro scopo è solo quello di far divertire e non fare cadere nel dimenticatoio il nostro amato Bifolco." La pagina si dedica più che altro all'antica pratica del creare meme in cui la faccia di Polito viene inserita nei contesti più vari e a pubblicare sempre nuovi video. Pubblicizzata sulla pagina c'è anche la app del "gioco ufficiale" di Cancaro Man, con oltre 5000 download su Play Store.

Esasperato, Polito si è rivolto ai carabinieri denunciando la pubblicazione senza autorizzazione di foto e video che lo ritraggono e chiedendo la chiusura della pagina Facebook che lo prende in giro. E qui diventa evidente come il caso Polito da una parte e quello di Mosconi e Nonno Fiorucci dall'altra non potrebbero essere più diversi: al di là di una specie di fissazione superficiale per l'ilarità causata dalle sue bestemmie, Polito è oggetto di una vera e propria persecuzione da parte dei suoi compaesani.

Mentre nei primi due esempi si rideva dei video e la cosa finiva lì, la vicenda di Polito, pur partendo da premesse simili, è degenerata in una forma di public shaming. Si ride della persona, non più solo o semplicemente dei video. Il che può avere conseguenze gravi—come accaduto a Justine Sacco, che nel 2013 era diventata la donna più odiata di internet per colpa di un tweet ironico mal interpretato e che due anni dopo ha detto di non essersi ancora ripresa del tutto dalle conseguenze di quell'esperienza.

Nel caso di Polito, insomma, l'aspetto online è diventato meno rilevante di quello che gli succede nella realtà, e vista da questa prospettiva tutta la faccenda è molto meno divertente.

[Dato che non sembra emergere a sufficienza nel pezzo, in seguito alle segnalazioni di alcuni commentatori da Padova facciamo notare che Polito tendeva a bestemmiare anche senza essere provocato, e prima che il fenomeno diventasse virale.]

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