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I video di visite ginecologiche e mastoplastiche sono la nuova frontiera del porno

Stiamo parlando di video con mastoplastiche additive, vaginoplastiche, ispezioni della prostata, ricostruzioni del pene, pulizia del colon. Che totalizzano milioni di visualizzazioni e di commenti stupiti.
Niccolò Carradori
Florence, IT

Negli ultimi tre giorni ho passato un sacco di tempo su YouTube, in compagnia di un uomo goffo e gioviale che mi ha fatto da guida nell'impervio mondo degli esami clinici di routine: il dottor Swarzt.

Su questo canale sono state pubblicate le 19 lezioni del dottore, che illustrano in modo pratico come si ispezionano gli orifizi e i tessuti corporei dei pazienti. Nel momento in cui sto scrivendo, per esempio, ho appena finito di vedere per la settima volta il tutorial sull'esame pelvico femminile [vi consiglio di non aprire il link se siete su un mezzo pubblico o in ufficio, perché le persone che vi circondano potrebbero non prenderla benissimo].

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Per chi si trovasse nella condizione di cui sopra, ecco una breve descrizione: non appena il video parte possiamo vedere Swartz in un ambulatorio, intento a spiegarci nei dettagli l'utilità di un esame pelvico mentre un'infermiera gli cosparge le dita con del lubrificante. Davanti a loro, su un lettino per le visite ginecologiche, è sdraiata supina una paziente con il grembo totalmente in vista.

Una volta finita la spiegazione preliminare, Swartz comincia a visitarla: infilandole il dito indice nella vagina, il medio nell'ano, e premendole il palmo della mano sinistra sull'addome così da valutare le pareti del retto. Per tutta la durata dell'esame vediamo il primo piano non censurato della vulva della paziente, del suo pube non rasato, e del suo ano.

Il video è stato pubblicato nel 2010, e in questo momento ha totalizzato 22.713.470 visualizzazioni—65 in più dell'ultima volta che l'avevo visto.

È da tempo ormai che su YouTube vengono pubblicati contenuti "clinici" di questo tipo: mastoplastiche additive, vaginoplastiche, ispezioni della prostata, ricostruzioni del pene, pulizia del colon. Tutti con immagini esplicite di organi genitali o di operazioni chirurgiche, e milioni di visualizzazioni.

C'è per esempio la storia di Nadia, che dopo due gravidanze è intenzionata a sottoporsi a mastoplastica per aumentare la dimensione e la consistenza del proprio seno. Nel mini documentario vengono mostrate non solo le visite diagnostiche e di controllo, con i seni della paziente ben visibili, ma anche alcune riprese dell'operazione in cui il chirurgo ci mostra il tessuto muscolare e illustra i vari passaggi necessari per l'impianto delle protesi mammarie.

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In quest'altro video, invece, possiamo vedere una giovane paziente mentre subisce un'irrigazione anale.

Osservando le decine di migliaia di commenti che accompagnano i video, si nota che la cosa che colpisce di più, al di là della disumanizzazione che sembra contemporaneamente attrarre e repellere molti, è il fatto che questi video si trovino su YouTube.

La risposta, in parte, sta nelle stesse norme della piattaforma: se da una parte YouTube applica una politica restrittiva riguardo alla "pornografia o i contenuti sessualmente espliciti"—con uno staff che "esamina i video segnalati 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, per stabilire se violano le nostre norme della community," lottando contro contenuti camuffati o caricati su canali sempre nuovi—i filmati che presentano nudità o altri contenuti sessuali possono essere ammessi qualora lo scopo principale sia educativo, scientifico, artistico, e non meramente grafico. È palesemente chiaro, però, che non tutti coloro che visualizzano siano medici o studenti di medicina—basta dare un occhiata ai commenti basiti lasciati sotto ai video: "Non so perché sto guardando questa roba, ma spero proprio che nessuno ci si stia masturbando su."

Secondo me, però, il contenitore scelto per pubblicarli è solo parte del reale motivo che li rende tanto interessanti agli occhi di molte persone. Ovvero il fatto che mostrano scene di intimità gratuita in contesti che non siamo abituati a considerare o a cui non si accede. Specialmente in quelli in cui il paziente è trattato come una cavia utilizzata per illustrare una pratica medica.

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La pornografia è ormai stata totalmente assorbita dalla cultura popolare in tutte le sue sfumature. Gli attori porno partecipano ai reality show, tengono rubriche su riviste famose e fanno parte integrante di un immaginario collettivo ampiamente condiviso.

Questo progressivo adattamento ha fatto sì che l'industria del porno si sia dovuta rinnovare più volte negli ultimi trent'anni—passando dal circuito ristretto delle superstar degli anni Ottanta a una spinta improntata al realismo che ha portato ai video gonzo, agli amatoriali, e alla produzione di scene di sesso sempre più estreme. In questo modo, però, il porno ha via via iniziato a perdere contatto con uno dei suoi punti di forza: la morbosità.

La facilità con cui oggi è possibile trovare materiale pornografico di qualsiasi tipo, infatti, ha fatto sì che al di là del mero bisogno di masturbarsi il porno non riesca più a offrire quella sensazione straniante derivante dal poter assistere a un rapporto anale fra due completi sconosciuti.

L'ampia disponibilità di materiale, e la consapevolezza degli attori (professionisti o amatoriali che siano) nel mostrare scene di intimità esibita, hanno fatto perdere mordente alla cosa. Per questo, secondo me, nelle home dei principali siti porno sono sempre più frequenti compilation di blooper o di quelli che vengono chiamati "emotional breakdown": perché riescono a donare un'impronta grottesca a scene che siamo ormai abituati a vedere praticamente tutti i giorni. E questo lato grottesco è parte integrante del piacere di guardare un porno, o almeno della morbosità che suscita.

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Nei video di esami prostatici o vaginoplastiche, invece, i genitali scoperti dei pazienti sono mostrati loro malgrado, e spesso è possibile individuare disagio sui loro volti. E questo è molto più interessante. Così come è più interessante ascoltare una donna reale che elenca i motivi per cui ha deciso di passare ad una quinta nonostante sia alta un metro e 58, piuttosto che vedere un episodio di Nip/Tuck in cui è un uomo a chiederlo.

Si ha la sensazione di violare qualcosa che vorrebbe rimanere celato, o che comunque si verifica con molto imbarazzo e goffaggine. Non c'è alcun tipo di tensione sessuale in questi video, ma una componente emotiva inquietante. E il fatto che siano su YouTube non fa altro che amplificare questo aspetto: perché nessuno si aspetta di trovarceli.

Forse adesso penserete che sia io ad essere una persona storta, ma quasi 23 milioni di visualizzazioni per un esame pelvico sono un enormità.

In un certo senso, volendo esagerare, i filmati che mostrano esempi di pap test o idrocolonterapia sono una nuova frontiera della porno: uniscono una forte componente di ribrezzo (lo stesso che ci spinge a guardare ossessivamente film splatter) e voyeurismo.

Ricordo un tempo, perso nei meandri della prima pubertà, in cui ancora internet non era accessibile a tutti e per potersi fare le pippe era necessario andare a fregare di nascosto i pornazzi patinati dal giornalaio. Lo sballo anfetaminico di scoprire che quello che ti eri infilato di nascosto sotto la maglia alla cieca non era una rivista di annunci per coppie mature piene di smagliature e cisti papulari, ma una in cui c'era Silvia Saint. Riviste che ci scambiavamo come reliquie, e che nascondevamo in angoli remoti della casa.

Parte dell'idea che avevo di cosa fosse "pornografico" era dovuta anche, e forse soprattutto, a questo. Ovvero che ci fosse qualcosa di scabroso da nascondere, ma a cui era possibile avere accesso. Strano, e in un certo senso desolante, che lo stesso effetto oggi sia possibile provarlo guardando il dottor Swartz che sorride mentre ispeziona il colon di una paziente.