Ecco, Repetto era la versione italiana di quei giovani che a forza di ballare con lo stereo in casa e sognare di essere rockstar, scoprono la libertà e se la “cuccano” tutta, con tutta la goffaggine possibile e immaginabile. Quelli che a fine anni Ottanta non ce la facevano a fare i fighi della "Milano da bere" ed erano già nel post paninaro, ovvero nella confusione più totale.Repetto rappresentava questa contraddizione, il cortocircuito ballerino di un transistor saldato male al suo periodo storico. E, soprattutto, si rifaceva in pieno al giullare dei Public Enemy: Flavor Flav.Sul palco Repetto non faceva che dimenarsi, e tu non potevi che pensare: ma questo che cazzo sta facendo?
Il duo in quel momento si trasformò proprio grazie al “joker” Repetto, uno che ti crea l’inaspettato colpo di scena del Maestro assoluto. I suoi testi assorbivano e restituivano davvero perfettamente il sentimento della gioventù italiana, per la maggior parte “provinciale” tanto nelle scelte e nei gusti, quanto nel disagio assoluto.Grazie alle parole di Repetto si è capito che l’Italia non era una potenza economica, bensì una scureggia nel buco del culo del pianeta, e i suoi ragazzi tutti confinati nelle regioni più sperdute del loro cervello, in cerca di una fuga. "Ma con un deca non si può andar via", recitava lui stesso, consapevole del fardello, e dunque usiamo tutto il cash che abbiamo e leviamoci di culo.Nella prima emanazione degli 883 Mauro Repetto reppava eccome.
Il suo sogno è quello di fare un film con lei e intraprendere la carriera da regista, motivo per il quale contatta un suo amico che lavorava a Hollywood e mette i soldi in mano ad un avvocato che possa aiutarlo a finanziare il progetto. L'avvocato ovviamente lo truffa portandosi via 20.000 dollari e il nostro malcapitato si ritrova senza il becco di un quattrino, costretto a tornare in Italia con la coda tra le gambe, pronto però a dare vita a quella strana rinascita di cui tratteremo qui.Intorno a questa storia gli addetti ai lavori hanno creato molta letteratura, il più delle volte deridendo il nostro protagonista e dimostrando una sensibilità pari a una merda sull’asfalto. Ma, soprattutto da quando è diventato più facile reperire il frutto di questo epos incredibile, molti si sono accorti che c’era ben poco da ridere.Repetto si gioca tutto per l’amore di una modella, della quale si innamora tramite una foto su un giornale.
Ovviamente è tutto sbagliato, il profumo di donna l’ha completamente avvolto in una nebbia accecante e lo porta al tracollo dopo solo sei mesi, quasi un record. A questo punto, però, da loser orgoglioso come la storia del punk insegna—d’altronde gli 883 erano avvezzi ad ascoltare i GBH e i Discharge, come confessò Pezzali—, decide di raccontare a tutti cosa è successo e trasforma l'esperienza in musica.Una musica che nasce come seduta psichiatrica, l'esorcismo che ti avvolge dalla prima nota o il sogno di una mente spezzata in due. È l’ equivalente del Daniel Johnston che in Italia non abbiamo mai avuto.Si tratta infatti di testi tra il rozzo e il romantico senza criterio, con il disagio made in 883 accelerato e momenti esistenzialisti che molti hanno definito simili a Syd Barrett. Col cappellaio matto ovviamente il nostro condivide solo l’aver mandato in vacca una carriera, musicalmente sembra più che altro il succitato cantautore americano che si accoppia con le Shaggs, con i Godz e con dei Black Merda in versione hip hop, tanto che volendo esagerare si può dire che Repetto è il padre di tutti i Bello Figo, di Young Signorino e del LoLrap tutto.Mauro Repetto in realtà non aveva nessuna intenzione di scrivere Zucchero Filato Nero, lo fa soltanto su consiglio di Claudio Cecchetto e Max Pezzali.
Il pezzo sembra un rockaccio alla Guns'n'Roses, ma a parte la presenza di Francesca Tourè che diventerà la cantante solista dei Delta V, la cosa più interessante è la voce di Repetto: assolutamente fuori dai ranghi e psicotica, passa dal cantato melodico al rap in maniera scoppiata. Quel "Ti piaccio o no" urlato sguaiatamente profuma di stalker e di ossessione, di "Passione nera", per scomodare i Nerorgasmo.Certo qui non si parla di politica e società ma della “cara e vecchia faiga” come diceva Jerry Calà, però attenzione, non è un paragone poi così assurdo. Anche a Repetto dicono metaforicamente tutti in coro “La tua passione nera ti fa pensare da alienato / Sei tu che devi cambiare il tuo discorso che è sbagliato”, proprio come nel pezzo dei Nerorgasmo, e giustamente lui corre verso la morte più sublime, cioè la misteriosa modella di colore Brandy, a cui si deve l'ispirazione per il concept del disco.Il disco ha testi tra il rozzo e il romantico senza criterio, con il disagio made in 883 accelerato e momenti esistenzialisti.
La successiva "Nervoso" apre le danze già dal titolo al secondo girone infernale, con un sax jazzato che fa da prologo al dialogo dei due coautori del disco, gli esperti di risse, che partono subito con una trafila di commenti machisti. E, su una base che ricorda i De La soul ridotti a scheletro funk, il Nostro riscrive "Dio mio no" di Battisti, tra un’ammissione di uso di stupefacenti e autocitazioni che se la prendono con i "pacchi" dati dalle tipe americane.Mauro arriva a cantare come se stesse facendo i fumenti e dipingendo una situazione di amore carnale sognato.
I versi successivi spaccano il cuore "Ora volo giù nella mia nostalgia / Max era l'amico, il successo, l'allegria / ora atterro qui, nella mia follia". Ma niente, anche se ora ha capito l’andazzo rifarebbe la stessa cosa, scommetterebbe ancora al tavolo da gioco."Brandi's smile" è un flusso di coscienza allucinato, vero e proprio spoken word degno di un Burroughs cresciuto a chinotto e anfetamine.
La traccia successiva, "Nual", torna su queste tematiche da bulimia sessuale con un folk delirante e lo-fi, sostituito da "Ma mi caghi?", che inizia con una roba tra il free jazz, sottofondi ambient-noise industrial e l’hip hop a cannone che ricorda un po’ il Miles Davis di Doo-Bop. Il freestyle di Repetto è colmo di frustrazione e due di picche in collezione, flow senza senso, fuori sync che manco nella trap o nelle peggiori allucinazioni di Tyler, the Creator.Repetto e i suoi hanno solo le illusioni del sogno americano, che luccica come oro ma nasconde il rame.
Infine, riparte. Non per l'America, ma in direzione della Francia, dove, a parte le leggende che facesse Pippo a Eurodisney—e invece faceva il cowboy—, ora si occupa di design e di teatro, e ha trovato finalmente l’amore della sua vita che gli ha dato due bambini.Paradossalmente, è proprio in una vita a basso profilo che il nostro ha trovato l’Eldorado. Ci si chiede a questo punto come mai Pezzali non lo abbia ripreso in scuderia, ma la risposta è facile: per lui gli 883 erano davvero una band, e la delusione per la partenza dell’amico fu grande, “Senza di lui non mi divertivo assolutamente più a fare musica. Sentire l’accordo della chitarra nel silenzio mi dava l’ansia”.Logico quindi che non si potesse ricucire facilmente lo strappo. Tuttavia, non tutti sanno che Repetto ha agito nell’ombra degli 883 per molti altri dischi successivi alla sua partenza—in La donna il sogno & il grande incubo è co-autore di "Tieni il tempo", che vincerà il Festivalbar e scrive anche "Musica" e la traccia fantasma "Non 6 Bob Dylan", in cui addirittura canta. Mentre ne La dura legge del gol scrive i due singoli "Se tornerai" e "Finalmente tu".Ma, soprattutto, non è che nei dischi degli 883 non facesse nulla, visto che oltre ai testi si occupava anche del sequencing, della chitarra ritmica e dei cori. Repetto è tornato finalmente ad avere rapporti di amicizia più stretti con Pezzali solo nel 2012, apparendo in "Sempre noi" insieme a J-Ax, e scrivendo per lui nuove canzoni come "Il presidente di tutto il mondo" e "Welcome Mr. President".Per concludere, citeremmo il parere di Calcutta, che riassume così questo lavoro: “Un disco trasparente e sincero: umano, direi”. E anche amaramente autoironico, aggiungiamo noi, perché fuori dai riflettori siamo solo fiori o formiche. Nient’altro.Segui Noisey su Instagram, YouTube e Facebook.Zucchero filato nero fu un flop terrificante.