Attualità

Mi spiace, ma Kanye West è ormai indifendibile

A tutti manca “Old Kanye", ma il nuovo Ye non ha più nulla da spartire con il grande artista che conoscevamo.
Giacomo Stefanini
traduzione di Giacomo Stefanini
Milan, IT
Kanye West fashion week
Kanye West alla sfilata Givenchy 2 ( Victor Virgile via Getty)

C’è chi potrebbe dire che è ancora possibile separare l’arte dall’artista, ma nel caso di Kanye non ne sono così convinta

A differenza di artisti come Michael Jackson o R.Kelly, i cui comportamenti scorretti sono rimasti nell’ombra finché non sono stati denunciati pubblicamente da chi li aveva subiti, Kanye West da anni lava i panni sporchi sulla pubblica piazza.  

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A inizio autunno 2022, Kanye ha interrotto il silenzio social che durava da alcuni mesi presentandosi alla Settimana della Moda di Parigi indossando una maglietta con lo slogan “White Lives Matter” a fianco dell’opinionista populista di destra Candace Owens. Soltanto pochi giorni dopo sarebbe passato a pubblicare sul suo Instagram frammenti di conversazioni private con Tremaine Evory di Supreme in cui parlava in maniera sgradevole e di cattivo gusto del defunto stilista Virgil Abloh. Poi è arrivata una scarica di status antisemiti. Durante una tirata in cui accusava Diddy di essere “controllato” dagli Ebrei, ha twittato: “attivo il death con 3 [sic, intendeva DEFCON, il protocollo di difesa nazionale americano] verso il POPOLO EBRAICO.”

Dopo essere stato rimosso e sospeso da Twitter e Instagram, West ha proclamato in un podcast che George Floyd in realtà sarebbe morto per una overdose di Fentanyl e non per la brutale violenza dell’intervento poliziesco. La famiglia Floyd gli ha fatto causa.

Come ciliegina sulla torta, West ha lanciato un’offerta per comprare Parler, il social network più usato dalla nicchia di estrema destra americana.

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Non ho bisogno di specificare che tutto questo non gli rende molto onore.

È una triste tendenza che Kanye ha preso da ormai alcuni anni. Apparire e poi scomparire all’improvviso dalle piattaforme sempre con una polemica nuova. Nei suoi decenni di carriera, ha raggiunto successo, influenza e potere quasi ineguagliabili nel panorama attuale anche grazie alla sua schiettezza e al suo modo diretto di porsi. Ma, con ognuna di queste esplosioni, continua a prendersi gioco di un pubblico adorante con grandi aspettative.

Kanye non si è mai tirato indietro di fronte alle polemiche. Anzi, c’è chi sostiene che sono il suo habitat naturale. Forse si tratta di un complicato progetto per ottenere l’egemonia sui social media, o un tentativo di scatenare un dibattito sulla libertà di parola e il potere politico (ne dubito). Forse ci sta solo prendendo per il culo, o forse la pressione della fama lo ha fatto esplodere.

Quali che siano le intenzioni, Kanye è riuscito a ottenere rilevanza al di fuori dei confini della musica e dell’arte. È un successo che una volta consideravo geniale. Ora, non ne sono più così sicura.

Sono fan di Kanye da quando avevo circa 10 anni, l’anno che è uscito Graduation. Quando vado a trovare i miei, è tuttora l’unico CD che mia sorella e io ascoltiamo in macchina guidando sulle strade della nostra infanzia. Ha cambiato la mia percezione dello storytelling nella musica, intrecciando l’ansia di West per essere un uomo nero in un mondo musicale dominato da bianchi con la celebrazione trionfale del suo successo. Ho passato ore ad ascoltare le sue canzoni da adolescente, le mettevo in loop finché non sapevo ogni parola. Ha cambiato la mia considerazione di me e del mio posto nel mondo, specialmente in qualità di ragazza non-bianca che voleva diventare qualcuno.

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Le sue azioni sono guidate sempre meno dallo spirito dell’arte e sempre di più dallo spirito della polemica.

Ognuno dei suoi progetti—a parte forse il prolisso Donda—ha cambiato in qualche modo la mia vita, per le sonorità innovative, peculiarità liriche o la sincerità. Ogni volta che qualcuno lo menzionava, io stavo dalla sua parte. E non me ne vergognavo.

Ho tenuto duro per tutto questo tempo.

Ma ho esaurito le forze. Ora me ne vergogno. Quella che era iniziata come un tutto sommato dispettoso furto di microfono ai danni di Taylor Swift è diventata una guerra totale ideologica.

Anche se Kanye è sempre stato Kanye—leggermente narcisista e determinato a stare in cima con ogni mezzo necessario—i testi che una volta portavano avanti temi di rivalsa nera e superamento delle difficoltà sono diventati non tanto di più che un veicolo per dogmi politici e religiosi.

Quando quella t-shirt “White Lives Matter” ha iniziato a girare sui social media è stato come un enorme “vaffanculo” a chiunque abbia lavorato duramente per decenni per la causa dell’uguaglianza razziale—gira voce che abbia anche rinvigorito l’hashtag #WhiteLivesMatter usato dai gruppi di suprematisti bianchi online. Che si trattasse o meno dell’intento di Kanye, la questione è lo spazio che gli ha concesso. Le sue azioni sono guidate sempre meno dallo spirito dell’arte e sempre di più dallo spirito della polemica.

C’è chi potrebbe dire che è ancora possibile separare l’arte dall’artista, ma nel caso di Kanye non ne sono così convinta. L’arte di Kanye ne sta risentendo. La sua energia è convogliata nella direzione sbagliata. Invece di produrre arte complessa e con qualcosa da dire, non comunica per altri scopi se non per scioccare il pubblico.

Se tutto questo si rivelerà uno scherzo, una trovata pubblicitaria, o qualcosa d’altro, resterà comunque una delusione. Per ora, mi arrendo.