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Musica

I Black Sabbath sono la rock band più importante di sempre

Tutte le ragioni per cui il gruppo di Ozzy Osborne è la cosa più significativa mai accaduta al rock.
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Ripostiamo oggi questo articolo, pubblicato originariamente nel 2016, per festeggiare il cinquantesimo compleanno dell'album d'esordio dei Black Sabbath. Auguri!

Nel 2016 i Black Sabbath hanno girato il mondo con il loro ultimo tour, che hanno deciso di chiamare The End. Dopo che Ozzy ha deciso di intraprendere una carriera da solista nel 1979, era difficile pensare che i ragazzoni sarebbero mai tornati a calcare un palco insieme. Il set del Live Aid del 1985 e l'apparizione dei compagni nelle ultime due date del tour di Ozzy a Costa Mesa, nel 1992, avevano contribuito a ringalluzzire l'appetito dei fan che li volevano di nuovo tutti insieme, nella formazione originaria, tanto oramai erano senza Dio—Ronnie James Dio, per intenderci. Ora, dopo l'uscita nel 2013 del loro primo album a raggiungere il Numero Uno in classifica, 13, i quattro cavalieri dell'apocalisse hanno deciso di sparare un ultimo colpo.

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Quale momento migliore per un elenco dei motivi per cui i Sabbath sono il meglio?

1. I Black Sabbath hanno inventato l'heavy metal

C'erano band pesanti prima dei Sabbath. Non dimentichiamo che Sir Paul ha scritto "Helter Skelter". Cream, Hendrix, Zeppelin, Vanilla Fudge e gli Who erano tutti sulle scene prima che gli Earth cambiassero nome in Black Sabbath nel 1969. Ma nessuno di questi aveva la stessa chiarezza d'intenti e la stessa determinazione dei ragazzi di Birmingham. Il libro di Martin Popoff uscito nel 2015, Who Invented Heavy Metal, segue la forma dalle trombe della Battaglia di Gerico nel 1250 AC alla fine del 1971. Popoff in maniera "in un certo senso faceta" dichiara che la versione di Johnny Burnette del 1957 di "Train Kept A-Rollin" sarebbe la prima canzone heavy metal della storia. Ma alla fine del libro, però, (attenzione spoiler) i Sabbath sono salutati in maniera definitiva come i veri inventori.

2. Tutti e quattro i membri originali sono ancora vivi

Non sono rimasti molti gruppi degli anni Sessanta che siano riusciti a evitare la morte di almeno uno dei membri fondatori. Gli Who ormai vengono chiamati i Two. Brian Jones dei Rolling Stones non è nemmeno arrivato al quattro luglio del 1969. Rimangono soltanto due Beatles. Secondo migliaia di post su Facebook, John Bonham sta suonando la batteria insieme a Lemmy, Cliff Burton, Randy Rhoads e Dio giù nell'inferno dell'heavy metal in questo momento. L'ultima band che ci si sarebbe aspettati di veder sopravvivere fino a oggi. Viene da chiedersi se non si siano fermati all'incrocio per firmare un contrattino…

3. I Black Sabbath hanno fuso assieme blues, jazz, rock e classica

La magniloquenza del metal è iniziata con i compositori classici; Mahler e Wagner hanno dato una carica totalmente nuova alla musica. Questa cosa Geezer Butler la sapeva bene, essendo ispirato dal "Marte Portatore di Guerra" di Gustav Holst dalla suite I Pianeti. Tony Iommi utilizzava il tri-tono del diavolo (a.k.a. diabolus in musica) tramite power chord scordati suonati con un'arroganza blues. Lo stile jazzistico di Bill Ward era l'ingrediente finale di questo soufflé satanico, questa nuova forma musicale che ibridava le varie forme del passato e ne creava una nuova e terrificante.

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4. Vaffanculo il flower power

Prima dei Sabbath, la maggior parte delle band cantavano d'amore. Anche se coprivano temi diversi, l'amore era sempre la risposta. I Doors dipingevano quadri oscuri con sfumature di sesso e morte, ma mantenendo un approccio poetico. La gente dice che il sogno dei Sixties è morto ad Altamont il 6 dicembre 1969. Ma i Sabbath avevano già registrato il loro primo album di doom* orrorifico il 16 ottobre. A settembre 1970, uscì il secondo album, i cui temi di paranoia, guerra e abuso di droga schiacciavano ogni bel pensierino su quanto l'amore e la pace avrebbero conquistato il mondo. *Quando ho intervistato Iommi nel 2013, gli ho chiesto quando usarono per la prima volta il termine "doom" per descrivere la propria musica. La sua risposta fu: "Doom? …dal primo giorno, a dir la verità".

5. Non si sono mai arresi alle proprie disabilità

È noto che Tony Iommi ha perso le falangi finali di due dita in un incidente di fabbrica proprio nel giorno in cui aveva deciso di lasciare il proprio lavoro per dedicarsi alla musica. Il suo capo si sentiva molto in colpa e fece ascoltare un album di Django Rheinhardt al povero chitarrista depresso. Il giovane Tony rimase colpito dalla tecnica flamenco soprannaturale di Rheinhardt, resa ancora più incredibile dal fatto che anche il francese era rimasto mutilato a causa della fiamma di una candela fuori controllo. Invece di arrendersi, Iommi costruì delle protesi su misura per completare la parte mancante delle proprie dita, creò un set di corde dal diametro giusto per lui e le accordò in Do#. E per quanto riguarda il resto della band, è abbastanza evidente che Ozzy è da decenni una persona non completamente sana, nonostante le sue mutazioni scientificamente provate.

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6. In prospettiva, i Black Sabbath sono tuttora il gruppo più pesante della storia

Si possono trovare molte persone giovani e stupide che sostengono che i Black Sabbath hanno un suono vecchio, che dopo di loro tanti gruppi heavy hanno suonato più velocemente, più lentamente, con più volume o con accordature talmente basse che solo certi mammiferi marini le potevano percepire. Ma il demo dei Mayhem non faceva venire gli incubi agli ascoltatori e non fece intervenire il PMRC (Parents Music Research Center); ispirò roghi di chiese ma non roghi di dischi da parte della Chiesa. Quando l'album omonimo dei Black Sabbath uscì, venerdì 13 febbraio 1970, fece davvero paura. La gente usciva dalla stanza quando sentiva la pioggia, le campane e il riff definitivo. Non importa che cosa è successo dopo: niente è più stato altrettanto pesante, in un mondo altrettanto impreparato.

7. Cristiani temuti dai cristiani, ma amati dagli occultisti

L'autore dei testi dei Sabbath, Geezer Butler, ebbe un'educazione cattolica. La prima canzone scritta dal gruppo parlava di paura del diavolo. "After Forever" da Master of Reality è stata definita la prima canzone rock cristiana. Eppure, per qualche motivo, grazie soprattutto all'insistenza di Vertigo Records per mettere una croce al contrario all'interno del gatefold del debutto (e altri trucchetti di marketing) le associazioni dei genitori e la Chiesa non persero tempo a condannare la band. Secondo la biografia non-ufficiale "dal punto di vista dello staff" How Black Was Our Sabbath, già dai primi concerti nel pubblico si contavano pseudo-streghe e fanatici di Ouija. Quando il gruppo declinò l'offerta da parte di un'organizzazione satanista di suonare a Stonehenge, pare sia stata lanciata contro di loro una maledizione. Da allora fino a oggi, la band ha sempre indossato delle croci per tenere lontano il male. Capito, mamma e papà?

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8. Quelle copertine

La fotografia della copertina del primo album dei Sabbath basta a far venire la pelle d'oca ancora prima di abbassare la puntina sul disco. A oggi, nessuno conosce l'identità della giovane donna che si vede davanti al Mulino Mapledurham. Possiamo glissare sul war pig in copertina su Paranoid e anche sulla scritta viola in rilievo di Master of Reality. Ma con Vol. 4 la band aveva ripreso la propria iconorafia grazie alla sagoma di Ozzy che si vede in copertina e a quel fantastico adesivo sul basso di Geezer nella foto del libretto interno che fa giocosamente riferimento alle note di copertina che ringraziano “the great COKE-cola company”. L'illustrazione di Drew Struzan per Sabbath Bloody Sabbath era così demoniaca che fu censurata in Spagna. Sulla foto di Sabotage, Bill Ward riuscì a presentarsi allo shooting senza pantaloni e dovette prendere in prestito un paio di collant rossi da sua moglie. Con Technical Ecstasy e Never Say Die, il gruppo gettò la spugna e assunse Hipgnosis, la mente leggendaria dietro praticamente ogni copertina dei Pink Floyd.

9. I Black Sabbath hanno piazzato un album al Numero Uno negli USA nel XXI Secolo

L'ultima volta che gli Stones hanno piazzato una hit al Numero Uno in America è stato nel 1981. I Rush non ci sono mai riusciti. Judas Priest? Iron Maiden? No e no. Ma i Sabbath hanno pubblicato 13 nel 2013—in un'epoca in cui il rock è stato spazzato sotto il tappeto da robaccia pop prefabbricata e di maniera. E checché ne dicano i tanti hater online che l'hanno ascoltato al massimo una volta, è un album fantastico che prova la capacità della band di fare qualcosa che pochi gruppi metal al giorno d'oggi sono capaci di fare: scrivere belle canzoni. La gente si è divertita a lamentarsi del fatto che "suonasse troppo Sabbath", ma perché non dovrebbero copiare se stessi quando lo fa letteralmente ogni altro gruppo metal? Ozzy non usa l'AutoTune, Iommi ha il blues e i testi di Geezer sono esuberanti, fantascientifici e profondi come sempre. Se volete leggere la versione lunga di come la penso su 13, ho scritto altre 5000 parole sull'argomento.

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10. Sono tutti musicisti incredibilmente bravi

A ripensarci fa ridere. Quando frequentavo le superiori nei tardi anni Ottanta, in giro si diceva che i membri dei Led Zeppelin fossero musicisti, mentre quelli dei Black Sabbath fossero solo degli scoppiati. Questo si basava più che altro su leggende e sul disco sconsiderato Live At Last. Lasciate che vi spieghi una cosa: i Sabbath non erano cattivi musicisti, ma d'altro canto avevano accesso alle migliori droghe. L'hashisc, l'alcool e la coca ogni tanto si mettevano di traverso. Ma ascoltate come suonano sul debutto. Non temono confronto con nessun'altra band al di qua dei King Crimson. Geezer è l'anello mancante tra Paul McCartney e Steve Harris. I riff di Tony vengono direttamente dalla fonte dell'ispirazione. La voce di Ozzy sembra miele caldo, e lo stile di Bill Ward è capace di farti piangere. Erano una forza devastante ai tempi, e lo sono tuttora. I gruppi oggi non si allenano quanto si faceva una volta. I Black Sabbath facevano sette concerti da 45 minuti ogni sera durante la residency allo Star Club di Amburgo. È lo stesso posto in cui i Beatles avevano affilato le proprie armi prima di partire alla conquista del mondo. I Sabbath hanno suonato allo Star Club più volte dei Beatles, e sarebbero stati in grado di doppiare i propri idoli se avessero voluto.

11. I cantanti di Rainbow, Deep Purple e Judas Priest hanno tutti fatto parte dei Black Sabbath

Dopo che Ozzy fu cacciato nel 1979 dopo anni di comportamento inammissibile, depressione generale e livelli di alcolismo epici, Ronnie James Dio prese il suo posto. Il cantante dei Rainbow era l'esatto contrario di Ozzy: professionale, intonatissimo, autore di testi, e americano. Dio fece quattro album in studio con i Sabbath, l'ultimo dei quali è anche il più peso: The Devil You Know del 2009, a nome Heaven & Hell. Quando Dio uscì per la prima volta dai Sabbath dopo Mob Rules, Ian Gillian dei Deep Purple fu convocato per cantare sull'esageratissimo disco alla Spinal Tap Born Again. E quando nel 1992 Dio si rifiutò di cantare al concerto di Costa Mesa di cui parlavo all'inizio, perché si trattava di aprire per Ozzy, Rob Halford dei Judas Priest prestò la propria voce da dio del metal. "Non ci sto", disse Dio, secondo l'autobiografia di Iommi Iron Man. "Non faccio da spalla a un pagliaccio". R.I.P. RJD.

12. Parliamo di Bill Ward

Lui è IL MASSIMO. Ward è senza dubbio uno dei più grandi batteristi della storia del rock. Ma, amici miei: rimangono i Sabbath anche senza di lui. Anzi, ci sono diversi dischi dei Sabbath che non comprendono membri fondatori del gruppo a parte Iommi, l'unico a tenere in vita il sogno per tutto questo tempo. Ward stesso non si ricorda di aver registrato Heaven and Hell. Nel 1997 non fu in grado di tenere il tempo sulla canzone "Selling Your Soul" per cui fu usata una drum machine. Nel 1998 ebbe un infarto e mancò tutte le date del tour tranne due. Durante alcuni Ozzfest c'era un batterista di rimpiazzo sempre pronto a sostituirlo dietro il sipario. Se vuoi usare l'assenza di Ward per boicottare 13 o The End, lascia che ti faccia una domanda: hai comprato il disco di Ward del 2015 Accountable Beasts? No? E allora chiudi quella cazzo di bocca. Non lo supporti davvero, vuoi solo fare il leone da tastiera. Se sei una delle settecento persone che hanno comprato il suo album allora hai il mio rispetto. Bill Ward si merita il nostro amore. E anche i Black Sabbath se lo meritano.

13. The End sarà davvero La Fine

Certo, sappiamo tutti che Sharon prenderà Ozzy e lo rimetterà su un tour bus alla prima occasione, ma questo è l'ultimo vero tour dei Sabbath. Magari registreranno qualcosa d'altro. Forse ci sarà un concerto di addio o tre. Forse li vedremo anche fare la pace con Bill Ward prima o poi. Ma con i contratti firmati, la battaglia ancora in corso di Iommi con il cancro, e l'età di tutti che si avvicina ai 70, questo tour sarà l'ultima possibilità di vedere i tre membri dei Black Sabbath in tour assieme. E se te la perdi, è colpa tua. Se sei mai arrivato alla fine di "Dear Father" (l'ultima canzone di 13) saprai che finisce proprio dove la band iniziò.

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